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Braccio bilanciamento statico/dinamico

Inviato: 24/05/2018, 11:51
da organist
Buondi.
Spesso nelle caratteristiche riportate dei bracci (per giradischi) viene indicato "bilanciamento statico" oppure "dinamico".
Potreste spiegarmi qual'è il significato?
Grazie infinite

Re: Braccio bilanciamento statico/dinamico

Inviato: 26/05/2018, 17:24
da MarioBon
La statica è la scienza che studia le condizioni di equlibrio dei corpi. Detto questo, quando il braccio non è a contatto con il disco rimane fermo se la somma delle forze e dei momenti su di esso sono nulle. In fisica questa si chiama "condizione di equilibrio statico".
Quando il braccio segue il solco del disco (che gira) esperisce una forza centripeta che lo spinge (accelera) verso il centro del disco. Questa forza viene compensata con l'antiskating. Quando l'antiskting compensa perfettamente la forza centripeta la puntina esercita la stessa pressione sui due lati del solco e si ottine il tracciamento ottimale (e uguale usura del solco). Questa, sempre in fisica, sarebbe ancora una condizione di equilibrio ma solo lungo il raggio del disco. Volendo, visto che il disco è "in movimento" potremmo chiamarlo equilibrio dimanamico (anche se il temine "dinamico" è legato alle forze e non dovrebbe comparire vicino alla parola "equilibrio" che implica forze e momenti nulli).
Quando il braccio è sollevato con l'antiskaing applicato si muove verso l'esterno (non è in equlibrio ma ruota a causa dell'antiskating).
Questo è quello che mi viene in mente sentendo questi termini e per quel poco che so di giradischi. Poi, magari, è tutta un'altra cosa.

Re: Braccio bilanciamento statico/dinamico

Inviato: 27/05/2018, 14:25
da Calbas
Secondo me il braccio+testina è equilibrato quando:
l'antiskating risulta corretto per il percorso più lungo possibile,
la forza peso sulla testina è tale che un avvallamento fa spostare il braccio e non la puntina,
e contemporaneamente il solco con un "fortissimo" non fa muovere la testina e non genera risonanze.

A parole è facile, poi bisogna accontentarsi di quello che si ha.