Si, è cosi. (vabbè...aggiungo per me)
Lo avevo menzionato in qualche post precedente.
In modo professionale si dovrebbe esaltare -soltanto- previa e attenta verifica che comprende:
1) la potenza di riserva dell'amplificazione + la tenuta in potenza del diffusore nel range di spettro in cui si dovrebbe esaltare.
2) l'assenza di un campo riverberato -dentro- la depressione stessa (o cancellazione)
3) l'assenza di un loop di fase, ovvero: cancellazione generata da una riflessione.
Se non si osservano attentamente queste regole, anche l'esaltazione di un paio di dB potrebbe risultare deleterio. (meno vantaggi e piu difetti)
Per come vengono posizionati i diffusori (lontani dagli angoli, pareti) e per il -tipo- di diffusore che generalmente si trova in giro, l'esaltazione comporta un buon 80% di rischio.
Esiste il problema delle tre pareti? (cc)
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
saluti, Tom
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
È il caso del basso della Klipschorn, almeno fino a 300 Hz? Se si taglia a 600 quel basso cosa succede?MarioBon ha scritto:Quindi sotto i 300 Hz si sfrutta la "tromba naturale" dell'ambiente e oltre tale limite si usano trombe con fattore di direttività pari a 8. Tutto il sistema può stare in angolo e interagire quasi nulla con le pareti (da 300 Hz in su).
Perché questo? Ricordo ad un Top Audio anni fa una coppia di Khorn in una stanza di quelle piccole, col punto d'ascolto molto ravvicinato...MarioBon ha scritto: L'unico neo sarebbe la necessità di spostare il punto di ascolto oltre i 4 metri dai diffusori (probabilmente verso 6 metri)....... (l'ambiente però va curato).
L'ambiente va curato in che direzione? Simmetria delle pareti, assorbimento diffuso...?
Ogni opinione espressa è mia personale e non rispecchia necessariamente quella delle aziende con le quali collaboro (Coral e Indiana Line). Tradotto: IMHO
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
Ho cancellato buona parte dei miei post precedenti perché mi sono accorto che stavo ragionando come se il DRC fosse un equalizzatore parametrico (che non è).
Mi scuso per questa distrazione. Cercherò di essere più vigile (magari berrò più caffè la mattina...).
Rispondo a Marc1:
Il Klipshorn è la dimostrazione che la psicoacustica esiste: già Beranek nel 1957 consigliava di tenere il primo taglio non superiore ai 500 Hz "per motivi psicoacustici". Nel Klipshorn il primo taglio è sotto i 500 Hz. http://www.mariobon.com/Storia/pdf/1946 ... schorn.pdf
e, in ambiente, c'è una prevalenza marcata di medio bassi. Se il taglio fosse a 600 hz credo che si sentirebbe l'effetto della voce che deve percorrere tutta la tromba e arriverebbe "un po' sporca". La Klipshorn suona bene anche "vicino" ai diffusori... che posso dire...evidentemente anche in quelle condizioni si era ottenuto un buon bilanciamento tra suono diretto e suono riflesso.
Un diffusore a direttività costante (su tutta la banda) genera un campo riflesso il cui andamento riproduce l'andamento della risposta in frequenza in asse. Se la risposta è piatta la risposta in potenza è la stessa a tutte le frequenze. Supponiamo che si vogliano evitare le prime riflessioni. Si può, per esempio, posizionare un diffusore con Q maggiore o uguale a 8 in angolo. In questo caso il suono diretto trova, come prima parete riflettente, l'angolo e la parete alle spalle del punto di ascolto. Se il materiale assorbente è concentrato là il campo riverberato crolla e la distanza critica aumenta producendo un suono più aggressivo. Ne segue i materiali fonoassorbenti devono essere posizionati con attenzione privilegiando le pareti dietro ai diffusori. Questo se si ritiene che il rapporto tra suono diretto e suono riflesso abbia importanza.
Con i diffusori a radiazione diretta che hanno una dispersione maggiore (un fattore di direttività più basso) conviene concentrare l'assorbimento alle spalle del punto di ascolto.
Il coinvolgimento delle pareti laterali e l'effetto delle prime riflessioni laterali è da sempre materia di discussione.
Mi scuso per questa distrazione. Cercherò di essere più vigile (magari berrò più caffè la mattina...).
Rispondo a Marc1:
Il Klipshorn è la dimostrazione che la psicoacustica esiste: già Beranek nel 1957 consigliava di tenere il primo taglio non superiore ai 500 Hz "per motivi psicoacustici". Nel Klipshorn il primo taglio è sotto i 500 Hz. http://www.mariobon.com/Storia/pdf/1946 ... schorn.pdf
e, in ambiente, c'è una prevalenza marcata di medio bassi. Se il taglio fosse a 600 hz credo che si sentirebbe l'effetto della voce che deve percorrere tutta la tromba e arriverebbe "un po' sporca". La Klipshorn suona bene anche "vicino" ai diffusori... che posso dire...evidentemente anche in quelle condizioni si era ottenuto un buon bilanciamento tra suono diretto e suono riflesso.
Un diffusore a direttività costante (su tutta la banda) genera un campo riflesso il cui andamento riproduce l'andamento della risposta in frequenza in asse. Se la risposta è piatta la risposta in potenza è la stessa a tutte le frequenze. Supponiamo che si vogliano evitare le prime riflessioni. Si può, per esempio, posizionare un diffusore con Q maggiore o uguale a 8 in angolo. In questo caso il suono diretto trova, come prima parete riflettente, l'angolo e la parete alle spalle del punto di ascolto. Se il materiale assorbente è concentrato là il campo riverberato crolla e la distanza critica aumenta producendo un suono più aggressivo. Ne segue i materiali fonoassorbenti devono essere posizionati con attenzione privilegiando le pareti dietro ai diffusori. Questo se si ritiene che il rapporto tra suono diretto e suono riflesso abbia importanza.
Con i diffusori a radiazione diretta che hanno una dispersione maggiore (un fattore di direttività più basso) conviene concentrare l'assorbimento alle spalle del punto di ascolto.
Il coinvolgimento delle pareti laterali e l'effetto delle prime riflessioni laterali è da sempre materia di discussione.
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
che si crea un bel buco, perché sopra i 380-400 è muto.Marc1 ha scritto: È il caso del basso della Klipschorn, almeno fino a 300 Hz? Se si taglia a 600 quel basso cosa succede?
L’ho sentito a casa di un amico in una sala molto grande e ad orecchio mi è parso di capire che da 50 a circa 150 suona, e lo fa anche bene, da 150 a 380 invece riempie lo spettro, sopra il nulla.
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
Esiste una nota tecnica di Klipsch, dal 1961, che spiega che anche un solo pollice di scostamento del mobile dei bassi dalle pareti alle quali è appoggiato provoca un buco di 7dB che va a inficiare la resa nell'ottava 250-500. Forse il tuo amico aveva il mobile non perfettamente incollato all'angolo. Dagli anni 80 le Khorn hanno un bordo in gomma per evitare questo problema.
http://assets.klipsch.com/files/Dope_611110_v2n12.pdf
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
In effetti non ha il bordo in gomma.
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
Purtroppo ne ho viste staccate dal muro causa battiscopa, che non si può rimuovere, troppo complicato... però ho le Klipschorn, che sono un mito e senti come suonano con questi cavi... (successo veramente a casa di un amico).
TomCapraro ha scritto:
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
Ciao Tom e Mario,TomCapraro ha scritto:Si, è cosi. (vabbè...aggiungo per me)
Lo avevo menzionato in qualche post precedente.
In modo professionale si dovrebbe esaltare -soltanto- previa e attenta verifica che comprende:
1) la potenza di riserva dell'amplificazione + la tenuta in potenza del diffusore nel range di spettro in cui si dovrebbe esaltare.
2) l'assenza di un campo riverberato -dentro- la depressione stessa (o cancellazione)
3) l'assenza di un loop di fase, ovvero: cancellazione generata da una riflessione.
Se non si osservano attentamente queste regole, anche l'esaltazione di un paio di dB potrebbe risultare deleterio. (meno vantaggi e piu difetti)
Per come vengono posizionati i diffusori (lontani dagli angoli, pareti) e per il -tipo- di diffusore che generalmente si trova in giro, l'esaltazione comporta un buon 80% di rischio.
mi sembra che (almeno nel caso di Dirac Live) utilizzare esclusivamente l'attenuazione, anche se possibile, porti a vantaggi illusori.
Il mio ragionamento è che se si desidera che il woofer raggiunga un determinato livello SPL nel caso io decida di far lavorare l'equalizzazione solo in attenuazione sarò poi costretto ad aumentare maggiormente il volume generale.
Conseguentemente sia nel caso di attenuazione+amplificazione che nel caso di sola attenuazione al woofer sarà richiesta la stessa escursione così come all'amplificatore la stessa potenza... in altre parole l'eventuale distorsione è la stessa.
Per quanto riguarda poi gli altri aspetti qui entrano in gioco (sempre nel caso di Dirac Live) le misurazioni multiple.
Se Dirac Live viene utilizzato correttamente non ci sono problemi di over fitting e le risonanze di banda stretta non sono un problema in quanto il boost viene applicato dove e nella misura in cui questo è possibile.
In particolare il fenomeno di come le riflessioni si sommano alla radiazione diretta viene identificato perchè una riflessione si somma differentemente alla radiazione diretta in ciascun punto, questo è uno dei motivi per i quali l'algoritmo Dirac necessita di nove misurazioni.
Flavio
Ultima modifica di Flavio il 16/02/2018, 10:52, modificato 2 volte in totale.
Warning: I miei posts possono essere di parte anche se in buona fede.. io lavoro per Dirac Research :-)
- TomCapraro
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
Ciao Flavio, appena rientro chiarisco meglio il concetto.
saluti, Tom
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Re: Esiste il problema delle tre pareti?
Cosa vuol dire Q maggiore o uguale a 8?MarioBon ha scritto: Supponiamo che si vogliano evitare le prime riflessioni. Si può, per esempio, posizionare un diffusore con Q maggiore o uguale a 8 in angolo.
E' per questo motivo che nel caso delle trombe si tende a produrre in ambiente una risposta in asse calante anche parecchio più del classico dB/oct sopra i 1.000 Hz, e a creare una depressione nell'area tra i 2.000 e 4.000 Hz? Così facendo ho notato che con le trombe si riesce ad ascoltare da distanze inferiori.MarioBon ha scritto: In questo caso il suono diretto trova, come prima parete riflettente, l'angolo e la parete alle spalle del punto di ascolto. Se il materiale assorbente è concentrato là il campo riverberato crolla e la distanza critica aumenta producendo un suono più aggressivo.
Se consideriamo un diffusore normale, non ottimizzato per l'ascolto in ambiente, tipo le B&W 801 prima serie che erano una retta in camera anecoica (o almeno me le ricordo così...), renderebbero al massimo se ascoltate appunto in camera anecoica? E' quello a cui si dovrebbe tendere? In fondo l'ambienza dovrebbe stare già nella registrazione, noi ne aggiungiamo un'altra diversa ambiente per ambiente.MarioBon ha scritto: Ne segue i materiali fonoassorbenti devono essere posizionati con attenzione privilegiando le pareti dietro ai diffusori. Questo se si ritiene che il rapporto tra suono diretto e suono riflesso abbia importanza.
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