Amplificatori, misure, osservazioni
Inviato: 08/09/2019, 18:07
Ciao a tutti,
spinto dalla curiosità, ho provato a misurare tre amplificatori in mio possesso.
Si tratta di:
- Fenice 20, una scheda di produzione italiana basata sul TA2024 - una manciata di watt per canale;
- Yamaha AX-392, integrato della seconda metà degli anni '90, 60 W per canale;
- Marantz PM-63, integrato della prima metà degli anni '90, 70 W per canale.
Il segnale di prova è una sinusoide a 997 Hz generata con un player lossless portatile (distorsione sotto i -90 dB, non ideale ma accettabile). L'acquisizione avviene con una E-MU 0404 USB con FS a circa 3.8 Vrms, in realtà ho notato che già a 3.5 V se il segnale di ingresso ha livelli di distorsione non trascurabili, l'ADC tende a saturare anche se il picco rilevato è sotto -1 dBFS.
Il carico è una rete resistiva da 4 Ohm 40W totali, con una presa intermedia su cui il segnale viene acquisito. Il valore di potenza letto va quindi raddoppiato per 2. Ho regolato l'output in modo da rimanere sui -5 dbFS in ingresso all'interfaccia, cosa che assesta la potenza a poco meno di 5W.
Nota: si tratta di misure in regime statico, quindi non esaustive. Diciamo che sono un punto di partenza.
Partiamo dal Marantz. È un modello relativamente economico, onesto integrato ma nulla di trascendentale.
Per intenderci con la scala, la linea a 1 uW equivale a -60 dB relativi ad 1 W (-63 e qualcosa relativi ai 2 W qui misurati). Siamo su livelli molto bassi in termini percentuali ma relativamente alti in rapporto alla dinamica di un CD (un DAC a 24 bit di elevata qualità arriva ad avere prodotti di distorsione sotto dei -110 dB, oggi).
Vediamo lo Yamaha:
Innanzitutto cosa bizzarra: una spuria a 25 Hz. Questo fa strano perché di norma la distorsione è data da non linearità e i termini che deviano dalla linearità sono quadratici, cubici etc., da qui le armoniche. Avere prodotti a metà di una frequenza, in questo caso quella di rete, è qunatomeno curioso.
Nulla di preoccupante, anzi: siamo migliorati rispetto al Marantz su quasi tutti i parametri, ma è abbastanza impressionante come tutte le armoniche a parte la terza siano inferiori di circa un fattore 10. Sembra che i progettisti abbiano fatto un buon lavoro.
Veniamo infine al nostro T-Amp:
Beh, un po' più rumoroso complessivamente ma significativamente meno distorcente. La soglia dello 0.1% dovrebbe vedersi verso gli 11W su 4 Ohm. Vietato strapazzare, ma forse gli apprezzamenti ricevuti al tempo non erano del tutto infondati...
spinto dalla curiosità, ho provato a misurare tre amplificatori in mio possesso.
Si tratta di:
- Fenice 20, una scheda di produzione italiana basata sul TA2024 - una manciata di watt per canale;
- Yamaha AX-392, integrato della seconda metà degli anni '90, 60 W per canale;
- Marantz PM-63, integrato della prima metà degli anni '90, 70 W per canale.
Il segnale di prova è una sinusoide a 997 Hz generata con un player lossless portatile (distorsione sotto i -90 dB, non ideale ma accettabile). L'acquisizione avviene con una E-MU 0404 USB con FS a circa 3.8 Vrms, in realtà ho notato che già a 3.5 V se il segnale di ingresso ha livelli di distorsione non trascurabili, l'ADC tende a saturare anche se il picco rilevato è sotto -1 dBFS.
Il carico è una rete resistiva da 4 Ohm 40W totali, con una presa intermedia su cui il segnale viene acquisito. Il valore di potenza letto va quindi raddoppiato per 2. Ho regolato l'output in modo da rimanere sui -5 dbFS in ingresso all'interfaccia, cosa che assesta la potenza a poco meno di 5W.
Nota: si tratta di misure in regime statico, quindi non esaustive. Diciamo che sono un punto di partenza.
Partiamo dal Marantz. È un modello relativamente economico, onesto integrato ma nulla di trascendentale.
Per intenderci con la scala, la linea a 1 uW equivale a -60 dB relativi ad 1 W (-63 e qualcosa relativi ai 2 W qui misurati). Siamo su livelli molto bassi in termini percentuali ma relativamente alti in rapporto alla dinamica di un CD (un DAC a 24 bit di elevata qualità arriva ad avere prodotti di distorsione sotto dei -110 dB, oggi).
Vediamo lo Yamaha:
Innanzitutto cosa bizzarra: una spuria a 25 Hz. Questo fa strano perché di norma la distorsione è data da non linearità e i termini che deviano dalla linearità sono quadratici, cubici etc., da qui le armoniche. Avere prodotti a metà di una frequenza, in questo caso quella di rete, è qunatomeno curioso.
Nulla di preoccupante, anzi: siamo migliorati rispetto al Marantz su quasi tutti i parametri, ma è abbastanza impressionante come tutte le armoniche a parte la terza siano inferiori di circa un fattore 10. Sembra che i progettisti abbiano fatto un buon lavoro.
Veniamo infine al nostro T-Amp:
Beh, un po' più rumoroso complessivamente ma significativamente meno distorcente. La soglia dello 0.1% dovrebbe vedersi verso gli 11W su 4 Ohm. Vietato strapazzare, ma forse gli apprezzamenti ricevuti al tempo non erano del tutto infondati...