Come si è evoluto il gusto

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otaner
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Re: Come si è evoluto il gusto

#11 Messaggio da otaner »

Come te, possiedo delle magneplanar.
Negli ultime mesi, con l'aiuto di tom,sono arrivato alla multi amplificazione attiva.
Con xover attraverso il pc gestico due sub (separati sx-dx) e 4 finali (hypex ucd 400).

Ho sentito un aumento della dinamica, zero distorsione/affaticamente anche a volume alto e ulteriore trasparenza/precisione.

Renato
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TomCapraro
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Re: Come si è evoluto il gusto

#12 Messaggio da TomCapraro »

Svarione ha scritto:Io ci sto pensando da un pò, la trasparenza proprio non riesco a raggiungerla se non spendendo una vagonata in ampli per spingere le magneplanar, e poi bisogna ancora vedere con cosa, poi il dac. e forse il sub.

Dumble dumble, boh, la trasparenza non è mai troppa ma anche i soldi.

No, il mio sistema è rivelatore, sufficientemente trasparente in questo, ma non trasparente, metterle in angolo e andare di dirac, multiamplificare, mai fatto.

Non son capace tom, o uso le 300b ma allora non vedo con quale diffusore massimizzare la trasparenza, o uso le magneplar e allora non conosco l’ampli e comunque sarà costosetto.

Timbrica, presenza, insomma tutto si ma la trasparenza pure costa troppo, per le mie conoscenze.
Quantomeno, da quello che scrivi, mi sembri una persona navigata e con un bagaglio di esperienze d'ascolto non da poco...
La trasparenza non costa molto, costa però impegno affinchè un setup possa interfacciarsi bene con le elettroniche e l'ambiente.
Infine...le buone basi per un risultato trasparente sarebbero: un locale d'ascolto il piu silenzioso possibile, l'udito ben riposato nonchè un volume d'ascolto congruo e razionale.

Trasparenza (per me) vuol dire togliere quel "velo" che determina la sensazione di un suono riprodotto lasciando spazio ad una sensazione di partecipazione ambientale in cui è stato ripreso l'evento.

Sarei interessato ad una tua dichiarazione su come intendi il concetto di trasparenza.
saluti, Tom
Svarione
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Re: Come si è evoluto il gusto

#13 Messaggio da Svarione »

Si anche per me la trasparenza è l’assenza di quel velo, le magneplanar sono proprio il sistema che eliimina quel velo, ti da la sensazione di percepire il suono libero, senza qualcosa che si sia sempre frapposto fra te e il suono, direi più pulito.

È come cambiare stanza, ambiente, o mettere un cd player al posto di un dvd player.

la trasparenza la senti su tutte le frequenze contemporaneamente, bassi medi alti, è una nebbia, più o meno sottile, estesa su tutto il suono riprodotto, non su una parte dello spettro.

Quindi la trasparenza non è un colore del suono, non è un gusto, è una qualità in se stessa esistente in ogni sistema di riproduzione in vario grado, quindi sempre migliorabile.

E per questo non è mai abbastanza, nelle elettroniche, nei dac, nei diffusori.

Ha degli effetti sul coinvolgimento emotivo, sulla naturalezza dell’ascolto, sulla sensazione di partecipazione ambientale in cui è stato ripreso l’evento, si sono d’accordo.

Il costo dipende dal compromesso con cui ciascuno vuole raggiungere queste sensazioni, dal punto in cui uno si ferma e si dichiara soddisfatto, e dalle conoscenze.

Le vie sono tante, prendiamo il coinvolgimento, alzi il volume e ne ottieni di più, vai in disco o a un concerto e balli, senti un ipad e ti vengono i lacrimoni.
Come la mettiamo?
Dove è la trasparenza?
Ai fini del coinvolgimento anche le frequenze basse sono utili, anche il palcoscenico, il fronte sonoro, la profondità, e senza fare gli esigenti impallati si arriva alla timbrica, il tutto deve suonare naturale ed equilibrato, almeno a un certo livello di ascolto, almeno uno, almeno con il genere musicale che ascolti.

Il nostro gioco è questo.
Trovare quel sottile equilibrio con i vincoli che ciascuno pone.
Svarione
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Re: Come si è evoluto il gusto

#14 Messaggio da Svarione »

Renato, no non ho sfortunatamente un paio di magneplanar, anche se le sentii appena importate in italia penso, non so, metà anni 70 o sul finire, giù di lì.

Allora non mi piacquero ma siccome son curioso tornai un paio d’anni fa, max 3, ascoltai in due ambienti diversi, nel primo caso erano in uno stanzone enorme, non so, 600 metri quadri, non acusticamente trattato, mal disposte, e nemmeno con elettroniche all’altezza, e pure non l’ultimo modello, le 1.7.

Beh, peggio di così, ma era un negozio di un signore che voleva iniziare la vendita di hifi, quindi aveva un che di provvisorio, ed essendo il paio più vicino a casa mia ci andai prendendo un appuntamento e per la prima volta.

Beh queste suonavano nonostante tutti gli handicap, il suono era un poco radiografante, ma già si capiva la stoffa, mi incuriosì fare un ascolto più serio, andai dal mio abituale fornitore, e mi preparò le 1.7i stavolta con cd player e ampli luxman, e le dispose nel lato corto di una sala di chessò 5 per 9 con una certa cura dell’acustica.

Tanto di cappello.

Uno dei sistemi migliori ascoltati, avevo il volume, ero solo, i miei dischi, venti minuti e questo il risultato:

1- le heresy che ho io si sognano una tale evoluzione nel corso del loro sviluppo.1,2,3 hanno delle diversità si ma non così evidenti come le maggie.
2- se le mie sono abbastanza rivelatori delle elettroniche a monte, ma tolleranti e di palato buono le 1.7i danno l’impressione di metterti a nudo la musica, e a quel punto si sente subito i limiti di ciò che gli sta attorno, ambiente, elettroniche, dac..no palato buono, con quelle rischi di svuotarti il contocorrente, devi già avere un buon orecchio o rischi la girandola di dac e ampli.
3- alzando il volume restano coerenti, non come le trombe, che cambiano altezza e profondità, o ingigantiscono, le mie ad esempio diventano dei monitor poi dei diffusori da piccole feste, le 1.7i no, a volumi di ascolto progressivamente più elevati procedono direi linearmente.
4- articolazione del basso, e altezza del palcoscenico sono ai vertici assoluti mai ascoltati.
5- non si adattano a tutti i generi musicali, la disco no, manca la fisicità, la presenza, il coinvolgimento delle trombe.

Bisogna scegliere la via e poi eventualmente raddrizzare le une o le altre secondo esigenze.
Certo che se al cinema da piccoli invece di ascoltare quei cassoni con le valvole avessimo ascoltato pannelli e sub...altra storia.

Complimenti per l’impianto renato.
Alessandro Cioni
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Re: Come si è evoluto il gusto

#15 Messaggio da Alessandro Cioni »

La trasparenza è la capacità di un impianto nel non far percepire la propria presenza rispetto all'evento sonoro.
Il messaggio musicale può diventare "ispezionabile" in ogni sua componente come se la musica non fosse riprodotta e le dimensioni fisiche dell'evento possono andare ben oltre quelle imposte dalle mura dell'ambiente domestico.
Un sistema molto trasparente è capace di rimanere tale anche in presenza di un segnale molto complesso e con ogni volume d'ascolto, che avrà quindi la sola funzione di "ingranditore" psicoacustico.
In tali condizioni è tanto facile quanto sbagliato andare oltre il rapporto 1:1 con la realtà.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)
Svarione
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Re: Come si è evoluto il gusto

#16 Messaggio da Svarione »

Si certo poi però devi conoscere l’evento sonoro.

Prendiamo un altro aspetto, tipo il suono grigio, elettronico, non è detto che non lo si abbia e che ci si conviva senza farci caso, o anche facendoselo andar bene per necessità, gusto, altre qualità del componente o del sistema.

Lo sento nell’electocompaniet ec1, nel krell 50, lo definisco grigio, non scuro, o cupo, è proprio elettronico.

Non lo raffronto all’evento sonoro, anche perchè non lo conosco, ma se prendo un amplificazione chessò una che ho sottomano il rega brio, o un night silver audion con le 300b non ho quella sensazione.

Se dovessi amplificare le magneplanar e ci mettessi il krell avrebbe la capacità di pilotarle ma forse gli preferirei
Un luxman, il guaio è che non conosco il suono che di una decina di ampli, forse venti, ve ne saranno fra vintage, che non escluderei, e che mi incuriosiscono, e moderni un migliaio, e allora la conoscenza è tutto.

Se poi prendi un pre e un finale e li mischi beh, devi avere una competenza o una fortuna sfacciata.
Capita, delle volte poi non compri per paura, per consiglio del venditore, non ti fidi e mi sono perso un cj pv12
Ultima modifica di Svarione il 18/12/2019, 12:05, modificato 1 volta in totale.
Alessandro Cioni
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Re: Come si è evoluto il gusto

#17 Messaggio da Alessandro Cioni »

Svarione ha scritto:Si certo poi però devi conoscere l’evento sonoro.
Non proprio. Non ci è concesso, tranne in rari casi.
Devi estrarre il massimo delle informazioni contenute nella registrazione, nella quale l’evento sonoro è stato interpretato.
Oltre la registrazione non si può andare ma, fidati, non è quello il problema.
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Zapuan
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Re: Come si è evoluto il gusto

#18 Messaggio da Zapuan »

Svarione ha scritto:Avete fatto caso anche voi?
A piccoli passi, in punta di piedi, sono cambiati sia i prodotti che il modo di suonare.

Sono spariti i suoni pacioccosi, avvolgenti, caldi, e ci siamo indirizzati per quelli dei campanelli, degli effetti pirotecnici, meglio se provenienti davanti a noi, in alto.

O ê una mia impressione?
Non ho capito se stai parlando delle registrazioni o del suono degli impianti.
Hakuna matata a tutti
Svarione
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Re: Come si è evoluto il gusto

#19 Messaggio da Svarione »

Dei prodotti e del modo di suonare dei sistemi, e di quello che noi apprezziamo oggi rispetto il passato.

Anche le registrazioni, e le tecniche, i microfoni sono cambiate, a dire il vero, non so quanti usino un neumann oggi
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mario061
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Re: Come si è evoluto il gusto

#20 Messaggio da mario061 »

Credo entrambi. Anche se, almeno per la mia esperienza fatta, solitamente, se non ci sono grosse carenze, che cambia il suono dell'impianto è più lincisione.
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