Io sto studiando giussani e bon, insieme con geddes, perchè il passo successivo a come ottenere spazialità dalle riflessioni della stanza porta si al trattamento acustico, che non può prescindere dal tempo di riverbero, ma ai modi della stanza.e quindi prima ancora di arrivare a dove posizionare i diffusori sto cercando di capire cosa succede fisicamente al suono nella stanza.
Lo studio dei modi è importante per il trattamento acustico, e per posizionare i sub.
Ai fini della spazialità basta controllare le prime riflessioni, e avere più riflessioni dalle pareti alle tue spalle e laterali.
Basta è una parola grossa, voglio vedere come metterla in pratica in un ambiente senza aiutarsi con strumenti di misura o di un drc, o dirac.
Comunque mi pare di capire che più avvicini il punto di ascolto più accentui il toe in, se vuoi rimanere in asse con i diffusori, quanto questa esigenza discenda dalle dimensioni della stanza, o dal punto di ascolto obbligato non so, ma di certo è una sorta di avvicinarsi al suono diretto, più immagine perchè diminuisci le prime riflessioni di ogni parete ma meno spazialità.
Così credo succeda.
Per lo sweet spot dipende dalla direttività dei diffusori,e dalla linearità di emissione a quegli angoli.
Capire Geddes
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Re: Capire geddes
Ultima modifica di Svarione il 23/12/2019, 12:11, modificato 1 volta in totale.
- Zapuan
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Re: Capire geddes
Si succede più o meno così, ma non ti focalizzare su meno spazialità.. in normali stanze di abitazione la spazialità è comunque mantenuta... esistono anche tutte le altre riflessioni oltre le prime... e comunque le prime sono attenuate, non eliminate del tutto.
Hakuna matata a tutti
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Re: Capire geddes
Se il suono ti soddisfa vuol dire che nella tua stanza con quel sistema di riproduzione , hai raggiunto un equilibrio soddisfacente.
Non che non sia migliorabile sotto qualche aspetto, anche giussani la prova la fa con drc o dirac prima di sdoganare un quasi andava bene.
E questo porta a una soluzione comoda, la scorciatoia, stabilito il punto di ascolto e fissata la stanza alla bene meglio entri nel sistema con dirac o drc e correggi l’acustica nel punto di ascolto, fine dei giochi.
Soluzione che ai tempi degli scritti di geddes anni 90 e prima era solo ipotizzabile, auspicabile, oggi è una realtà a portata di mano, ma....
E ci sono i ma, alcuni già accesamente dibattuti, stanze cubiche, attenti alla degenerazioni dei modi direbbe geddes, poi comunque in ogni caso lavorare in attenuazione è meglio direbbe bon, giussani direbbe meglio agire passivamente e poi verificare cosa cambia, ognuno si aggira con prudenza, con una certa prudenza.
Certo che se gli faccio ascoltare il mio impianto che reputo soddisfacente, a tom o a bon o a qualsiasi appassionato con l’orecchio allenato, individua subito le zone migliorabili, e se gliele castro tutte, mi dice dirac.
Non vi è alternativa.
sono sicuro che qualche soluzione migliorativa applicabile che abbia trascurato vi sia , studio, prendere coscienza delle potenzialità dell’impianto e delle zone di intervento costa solo tempo, e siccome è un gioco...
Anzi direi sono le regole del gioco.
Che poi uno voglia solo divertirsi cambiando le carte senza conoscere le regole, o aspettare le carte più belle perchè no, tutti lo abbiamo fatto, e non è detto non lo stiamo facendo tutt’ora, ma la forza del gioco non l’abbiamo compresa.
Un poco come mia moglie e le auto, lei le guida, ma grazie con tutti i controlli moderni, capirà mai il servizio che le stanno facendo? e se la metto in una situazione limite cosa fa? È il rischio di delegare tutto alle macchine in fondo, un aiutino qui, un servizio là, una comodità in più, alla fine accendi la tv.
Non che non sia migliorabile sotto qualche aspetto, anche giussani la prova la fa con drc o dirac prima di sdoganare un quasi andava bene.
E questo porta a una soluzione comoda, la scorciatoia, stabilito il punto di ascolto e fissata la stanza alla bene meglio entri nel sistema con dirac o drc e correggi l’acustica nel punto di ascolto, fine dei giochi.
Soluzione che ai tempi degli scritti di geddes anni 90 e prima era solo ipotizzabile, auspicabile, oggi è una realtà a portata di mano, ma....
E ci sono i ma, alcuni già accesamente dibattuti, stanze cubiche, attenti alla degenerazioni dei modi direbbe geddes, poi comunque in ogni caso lavorare in attenuazione è meglio direbbe bon, giussani direbbe meglio agire passivamente e poi verificare cosa cambia, ognuno si aggira con prudenza, con una certa prudenza.
Certo che se gli faccio ascoltare il mio impianto che reputo soddisfacente, a tom o a bon o a qualsiasi appassionato con l’orecchio allenato, individua subito le zone migliorabili, e se gliele castro tutte, mi dice dirac.
Non vi è alternativa.
sono sicuro che qualche soluzione migliorativa applicabile che abbia trascurato vi sia , studio, prendere coscienza delle potenzialità dell’impianto e delle zone di intervento costa solo tempo, e siccome è un gioco...
Anzi direi sono le regole del gioco.
Che poi uno voglia solo divertirsi cambiando le carte senza conoscere le regole, o aspettare le carte più belle perchè no, tutti lo abbiamo fatto, e non è detto non lo stiamo facendo tutt’ora, ma la forza del gioco non l’abbiamo compresa.
Un poco come mia moglie e le auto, lei le guida, ma grazie con tutti i controlli moderni, capirà mai il servizio che le stanno facendo? e se la metto in una situazione limite cosa fa? È il rischio di delegare tutto alle macchine in fondo, un aiutino qui, un servizio là, una comodità in più, alla fine accendi la tv.
Ultima modifica di Svarione il 23/12/2019, 14:20, modificato 1 volta in totale.
- TomCapraro
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Re: Capire geddes
In generale, in ambiente domestico arredato, posizionando bene i diffusori...generalmente (tranne la gamma bassa) suonano abbastanza bene.Svarione ha scritto:Se il suono ti soddisfa vuol dire che nella tua stanza con quel sistema di riproduzione , hai raggiunto un equilibrio soddisfacente.
Non che non sia migliorabile sotto qualche aspetto, anche giussani la prova la fa con drc o dirac prima di sdoganare un quasi andava bene.
E questo porta a una soluzione comoda, la scorciatoia, stabilito il punto di ascolto e fissata la stanza alla bene meglio entri nel sistema con dirac o drc e correggi l’acustica nel punto di ascolto, fine dei giochi.
Soluzione che ai tempi degli scritti di geddes anni 90 e prima era solo ipotizzabile, auspicabile, oggi è una realtà a portata di mano, ma....
E ci sono i ma, alcuni già accesamente dibattuti, stanze cubiche, attenti alla degenerazioni dei modi direbbe geddes, poi comunque in ogni caso lavorare in attenuazione è meglio direbbe bon, giussani direbbe meglio agire passivamente e poi verificare cosa cambia, ognuno si aggira con prudenza, con una certa prudenza.
Certo che se gli faccio ascoltare il mio impianto che reputo soddisfacente, a tom o a bon o a qualsiasi appassionato con l’orecchio allenato, individua subito le zone migliorabili, e se gliele castro tutte, mi dice dirac.
Non vi è alternativa.
sono sicuro che qualche soluzione migliorativa applicabile che abbia trascurato vi sia , studio, prendere coscienza delle potenzialità dell’impianto e delle zone di intervento costa solo tempo, e siccome è un gioco...
Sistemando la gamma bassa, che tende a mascherare molti dettagli (a parte l'articolazione e l'intelligibilità che acquisterebbero 5 marce in più) emergeranno delle qualità "inaspettate".
Sistemare la gamma bassa passivamente non è affatto semplice poichè servirebbe una specifica progettazione dei locali sin dalla decisione di utilizzarli per uso audio, trappole per bassi e affini (dentro un normale locale domestico) non fanno altro che limare una nticchia (ma proprio una nticchia) di aberrazione, lo scotto da pagare è una spesa non congrua e parecchio spazio rubato ai locali in quanto le trappole sono abbastanza invadenti.
Le trappole non avranno mai la "selettività" di un opportuno intervento digitale. (DRC, Dirac...ect)
Sui bassi i sistemi DRC e affini sono insuperabili e, se ben utilizzati, portano verso traguardi dai quali può scappare perfino una dichiarazione del tutto "anti-audiofila"...tipo: ho finalmente l'impianto definitivo.
saluti, Tom
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Re: Capire geddes
...e io che faccio dopo?
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Re: Capire geddes
Non c'è una unica soluzione per tutti gli ambieti e tutti i diffusori.Zapuan ha scritto:Io però le tengo orientate con l'asse al centro del punto d'ascolto - quindi toe in di 40 gradi - e funziona ancora meglioTomCapraro ha scritto:Esatto, non si ottiene un palcoscenico ideale ma...molto gradevole. (e non rigorosamente "monofonicizzato")Svarione ha scritto:
A questo punto è chiaro che il deelay time nelle due posizioni di ascolto laterali c’è, c’è ma è mitigato dal fatto che il suono che arriva dalla cassa più lontana è in asse, quindi più forte di quella più vicina, che arriva fuori asse di 22 gradi, tutto qua.
In questa simulazione (valida solo per suono diretto) si vede che lo sweet spot più largo si ottiene con la radiazione omnidirezionale e aumenta allontanandosi dai diffusori.
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Re: Capire Geddes
questa simulazione darebbe ragione a Svarione: con una sorgente direttiva inclinata di 44° (90-44=46) lo sweet spot è un po' più ampico che con inclinazione di 22° (90-22=68) ma il punto di ascolto rsulta molto vicino.
Una delle soluzioni che ho trovato interessanti è la seguente:
si pongono i diffusori alla massima distanza possibile e si regola il toe in (inclinazione) in modo che incrocino davanti alla testa dell'ascoltatore. Poco importa se il punto di ascolto deve essere ravvicinato. Questa sistemazione è quella che dà il maggior senso di profondità.
Se si fa uno schizzo e si traccia qualche "raggio acustico" si vede che le riflessioni dalle pareti laterali e anteriore passano dietro alla testa dell'ascoltatore e alimentano il campo riflesso senza generare interferenze con il suono diretto. A me questa sistemazione piace, al Sig. Nasta no (preferisce il triangolo classico). Questione di gusti (anche con gli stessi diffusori).
Nella simulazione che segue i diffusori sono a 4 metri. i sgmenti neri sono spaziati di 6° ed ildividuano il numero di sorgenti che l'apparato uditivo può "separare": più ce ne sono e meglio è (meno sovrapposizioni, meno "confusione").
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Re: Capire geddes
[/quote]MarioBon ha scritto: In questa simulazione (valida solo per suono diretto) si vede che lo sweet spot più largo si ottiene con la radiazione omnidirezionale e aumenta allontanandosi dai diffusori.
...si, perchè il diffusore omnidirezionale ha un pattern più ampio relativo al suono diretto.
L'unica cosa in cui non viene calcolata dal simulatore è l'apporto del suono riflesso (intrinsecamente ottenibile da una miriade di altri fattori) relativo alla Listener Envelopment.
Ok, è un aspetto secondario ma...gli impianti con Listener Envelopment accentuata acuiscono indirettamente l'area d'ascolto.
saluti, Tom
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Re: Capire Geddes
La Listener Envelopment (o LE) è la sensazione che il suono provenga da tutte le direzioni e rguarda la quantità di suono riflesso che giunge all'ascoltatore dopo 50-80 milliSecondi (è assente all'aperto).
La simulazione riguarda solo il campo diretto che è lo stesso in tutti gli ambienti mentre suppone che il campo riflesso sia diffuso (non correlato al csuono diretto). Lo scopo è definire una posizione in cui siano riconoscibili il maggior numero di sorgenti virtuali distinte (21 nell'untimo grafico). Questo avviene indipendentemente dal tipo di diffusore (più o meno direttivo) con i diffusori "laghi" ed il punto d ascolto "vicino" all'asse che congiunge i diffusori (che non significa necessariamente vicino ai diffusori).
Incidentalmente la mappa mostra (in rosso) l'area dove il livello dei due canali è quasi uguale che coincide con la dimensione dello sweet spot.
La simulazione riguarda solo il campo diretto che è lo stesso in tutti gli ambienti mentre suppone che il campo riflesso sia diffuso (non correlato al csuono diretto). Lo scopo è definire una posizione in cui siano riconoscibili il maggior numero di sorgenti virtuali distinte (21 nell'untimo grafico). Questo avviene indipendentemente dal tipo di diffusore (più o meno direttivo) con i diffusori "laghi" ed il punto d ascolto "vicino" all'asse che congiunge i diffusori (che non significa necessariamente vicino ai diffusori).
Incidentalmente la mappa mostra (in rosso) l'area dove il livello dei due canali è quasi uguale che coincide con la dimensione dello sweet spot.
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