E Linkwitz?
Inviato: 04/01/2020, 5:07
Grazie a coltrane mi sono letto la teoria dil Linkwitz.
Interessante approccio, più svincolato ancora in termini di acustica ambientale, di trattamenti acustici da quello di geddes, che vincolava la buona resa di un impianto a tromba a troppi presupposti, riflessioni...
In questo senso Linkwitz ti mette l’impianto nella tua stanza, salvo che sia una stanza di specchi o una anecoica.
Per ottenere ciò però usa dei dipoli, e allora piano piano la stanza deve assumere un’importanza dimensionale, il collocamento diventa il tallone d’achille.
Mentre Geddes considerava il collocamento della sorgente principale e dei sub con una certa leggerezza, dando risalto al trattamento della stanza, qui è il contrario.
Trarrei una conclusione:
Chi ama le trombe si faccia il regalo di trattare la stanza, faccia in modo di curare al massimo che le riflessioni avvengano davanti a lui, altrimenti fa un impianto da disco, o da stadio, non di alta fedeltà.
Chi non può o a coloro che le trombe non piacciono, se ha una stanza che permette a una emissione dipolare di esprimersi consideri Linkwitz, sanders....varie opzioni.
Per tutti coloro che non si affascinano con dipoli e trombe, restano gli rd che con Dirac e sub sono linearizzabili e espandibili in tutti gli ambienti sonorizzabili, hanno un costo umano, un impatto waf migliore.
Poi dimensionare ampli, considerare il fattore di cresta, migliorare la sorgente, segue.
Qualsiasi considerazione sul fatto che una soluzione sia migliore dell’altra è astratta, personale, dipendente poi dalla stanza, da chi ci vive, dai soldi spesi, dal gusto, e andrebbe dimostrata con numeri, misure, prese nella stanza di ascolto, non a orecchio, ne tantomeno in stanze altrui quando non addirittura simulate, il che la dice lunga su come siamo messi.
A voi la parola, scusate la lungaggine.
Interessante approccio, più svincolato ancora in termini di acustica ambientale, di trattamenti acustici da quello di geddes, che vincolava la buona resa di un impianto a tromba a troppi presupposti, riflessioni...
In questo senso Linkwitz ti mette l’impianto nella tua stanza, salvo che sia una stanza di specchi o una anecoica.
Per ottenere ciò però usa dei dipoli, e allora piano piano la stanza deve assumere un’importanza dimensionale, il collocamento diventa il tallone d’achille.
Mentre Geddes considerava il collocamento della sorgente principale e dei sub con una certa leggerezza, dando risalto al trattamento della stanza, qui è il contrario.
Trarrei una conclusione:
Chi ama le trombe si faccia il regalo di trattare la stanza, faccia in modo di curare al massimo che le riflessioni avvengano davanti a lui, altrimenti fa un impianto da disco, o da stadio, non di alta fedeltà.
Chi non può o a coloro che le trombe non piacciono, se ha una stanza che permette a una emissione dipolare di esprimersi consideri Linkwitz, sanders....varie opzioni.
Per tutti coloro che non si affascinano con dipoli e trombe, restano gli rd che con Dirac e sub sono linearizzabili e espandibili in tutti gli ambienti sonorizzabili, hanno un costo umano, un impatto waf migliore.
Poi dimensionare ampli, considerare il fattore di cresta, migliorare la sorgente, segue.
Qualsiasi considerazione sul fatto che una soluzione sia migliore dell’altra è astratta, personale, dipendente poi dalla stanza, da chi ci vive, dai soldi spesi, dal gusto, e andrebbe dimostrata con numeri, misure, prese nella stanza di ascolto, non a orecchio, ne tantomeno in stanze altrui quando non addirittura simulate, il che la dice lunga su come siamo messi.
A voi la parola, scusate la lungaggine.