Parliamo di Conrad Johson
Inviato: 16/08/2020, 1:08
CJ è marchio che rappresenta un totem dell'high-end, per molti sostanzialmente indiscutibile specie nell'ambito dei circuiti a tubi.
L'azienda viene fondata nel 1977 da William "Bill" Conrad e Lewis "Lew" Johnson, due economisti, amici e audiofili.
La filosofia di CJ, a loro dire, è quella di "circuiti semplici" con componenti di "alta qualità".
Una visita alla fabbrica evidenzia una produzione di chiaro stampo artigianale.
In rete ho trovato due interessanti recensioni, quella di un Premier Three (1983-1988) e di un PV12 (1993-1998).
L'analisi del Premier Three evidenzia un po' di cose discutibili:
- uscite per la tensione di rete senza alcuna protezione;
- una PCB con ripensamenti in corso d'opera;
- dimensionamenti delle piste inadatti (la riparazione ha richiesto una ricostruzione dello stampato);
- componenti a stato solido non adeguatamente dissipati;
- assenza di una topologia di grounding decente (niente piano di massa, piste "schermo" messe un po' alla carlona);
- chassis deformabile;
- le misure evidenzano una diafonia piuttosto elevata... si può argomentare che inseguire distorsioni infinitesimali non serva a molto, ma il crosstalk su un buon progetto si dovrebbe evitare.
Il PV12 a sua volta esibisce:
- fili più o meno volanti;
- resistenze di "scarico" dell'uscita sottodimensionate;
- condensatori di disaccoppiamento a malapena dimensionati (250V di tenuta per 220V di picco di anodica).
Notare che alla faccia dei "componenti di qualità" vantati dal produttore, il guasto riportato dal PV12 riguarda nientemeno che il cortocircuito del condensatore di disaccoppiamento, con conseguente dispersione della tensione anodica in uscita
Due apparecchi prodotti ad una decade di distanza l'uno dall'altro con difetti di realizzazione piuttosto gravi e persino pericolosi (persino un hobbysta avrebbe fatto più attenzione al dimensionamento di componenti critici).
Possibile che il buon suono si debba ottenere a spese di tutte le pratiche di buona progettazione?
Possibile che una tale nomea vada a braccetto con una tale mancanza di criterio?
A voi.
L'azienda viene fondata nel 1977 da William "Bill" Conrad e Lewis "Lew" Johnson, due economisti, amici e audiofili.
La filosofia di CJ, a loro dire, è quella di "circuiti semplici" con componenti di "alta qualità".
Una visita alla fabbrica evidenzia una produzione di chiaro stampo artigianale.
In rete ho trovato due interessanti recensioni, quella di un Premier Three (1983-1988) e di un PV12 (1993-1998).
L'analisi del Premier Three evidenzia un po' di cose discutibili:
- uscite per la tensione di rete senza alcuna protezione;
- una PCB con ripensamenti in corso d'opera;
- dimensionamenti delle piste inadatti (la riparazione ha richiesto una ricostruzione dello stampato);
- componenti a stato solido non adeguatamente dissipati;
- assenza di una topologia di grounding decente (niente piano di massa, piste "schermo" messe un po' alla carlona);
- chassis deformabile;
- le misure evidenzano una diafonia piuttosto elevata... si può argomentare che inseguire distorsioni infinitesimali non serva a molto, ma il crosstalk su un buon progetto si dovrebbe evitare.
Il PV12 a sua volta esibisce:
- fili più o meno volanti;
- resistenze di "scarico" dell'uscita sottodimensionate;
- condensatori di disaccoppiamento a malapena dimensionati (250V di tenuta per 220V di picco di anodica).
Notare che alla faccia dei "componenti di qualità" vantati dal produttore, il guasto riportato dal PV12 riguarda nientemeno che il cortocircuito del condensatore di disaccoppiamento, con conseguente dispersione della tensione anodica in uscita
Due apparecchi prodotti ad una decade di distanza l'uno dall'altro con difetti di realizzazione piuttosto gravi e persino pericolosi (persino un hobbysta avrebbe fatto più attenzione al dimensionamento di componenti critici).
Possibile che il buon suono si debba ottenere a spese di tutte le pratiche di buona progettazione?
Possibile che una tale nomea vada a braccetto con una tale mancanza di criterio?
A voi.