Perchè in Italia è sempre tutto un magna magna ...
Io dopo aver letto certe cazzate mostruose nel corso degli anni, sia su fds, che su suono, che su audio review, non ho più comprato riviste (da ormai 4-5 anni) e mi fido solo delle mi orecchie.
Gli altri decidano come gli pare, ma avrei almeno 100 articoli da girarvi che definire "prezzolati" è un eufemismo ...
Poi, ovvio, qualcuno è anche onesto e scrive davvero ciò che pensa, ma i casi sono così rari che preferisco spendere quei 5 euro per una bella colazione con doppia brioche in pasticceria!
Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
sempre a proposito di riviste:
http://www.claudiochecchi.it/i-motivi-di-un-abbandono/
http://www.claudiochecchi.it/perche-le- ... -di-tutto/
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
Epperò.... son cose che si sanno da tempo..
Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
Va anche detto che il Sig. Checchi, in questo momento, è un tantinello risentito per quello che gli è successo. Nell'ambiente HiFi "non c'è peggior sordo di chi è sordo veramente" (Aldo, Giovanni e Giacomo).Haydn ha scritto:Epperò.... son cose che si sanno da tempo..
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Finale Lyngdorf SDA2175
Preamplificatore Pioneer C-21
Lettore CD CEC TL-51x + DAC DX71mk2
Lettore SACD Marantz SA7001 (modificato)
Lettore di rete Logitech Squeezebox Touch -> Gustard U12 -> DAC Beresford Caiman SEG con alimentazioni lineari autocostruite
Cuffie: Stax SR-507, Stax SR-X/mk3, Sony MDR-1A, Sony MDR-F1, Koss PortaPro, AKG Y50
Amplificatori Cuffie: Stax SRM-1/mk2 pro, Stax SRM-353X
Cavi di segnale e potenza Blue Jeans Cable
In panchina: Naim Nait 5, Micromega A80, M2Tech HiFace 1 e HiFace 2, Wharfedale Diamond 9.0, preampli e finale valvolari autocostruiti, vari componenti Behringer - Località: Padova
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
Sito interessante, ammetto che non lo conoscevo.MarioBon ha scritto:sempre a proposito di riviste:
http://www.claudiochecchi.it/i-motivi-di-un-abbandono/
http://www.claudiochecchi.it/perche-le- ... -di-tutto/
Comunque in altri settori, penso al settore auto, una po' di imparzialità le riviste mi pare la abbiano, per cui non è impossibile, dipende sempre dalle persone.
Nicola
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
gli articoli tecnici su A.R. che io ho letto sin dalla fondazione non mi sono mai sembrati cazzate parlo di tutti i vecchi collaboratori anche le rare prove nella sezione pro...di Marcello Croce e compagnia...e le misure...le recensioni sugli ascolti è un altro paio di maniche.
a tal proposito qualche giorno fà ho letto una recensione inglese su un diffusore ad alta eff.
la forma del diffusore e il colore era di quanto più brutto e antiestetico ci possa essere...insomma fatto con l accetta.
il recensore esordisce con il definire la forma del diffusore una scultura d' arte..il che la dice lunga...
a tal proposito qualche giorno fà ho letto una recensione inglese su un diffusore ad alta eff.
la forma del diffusore e il colore era di quanto più brutto e antiestetico ci possa essere...insomma fatto con l accetta.
il recensore esordisce con il definire la forma del diffusore una scultura d' arte..il che la dice lunga...
- decdec
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
Ma non è mica vero, ricordo di recensioni non certo positive anche per i marchi che citi, se guardi sui siti di What Hifi o HFNRR dovrebbero essere disponibili almeno i giudizi di sintesi.Auditor ha scritto:Ma certo, ma trovami una recensione inglese di tale tenore che coinvolga un prodotto Naim o Linn, tanto per fare due nomi che in Inghliterra hanno fans molto agguerriti e suscettibili.MarioBon ha scritto:
Questo dimostra due cosa:
- le riviste inglesi non si esimono dal fare critiche
- in accidentalmente si tratta di un prodotto "non inglese"
- quando serve non si fa riferimento alla categoria di prezzo
- i difetti rilevati sono quelli tipici di una amplificazione insufficiente.
A questo si aggiunga che le misure sono state fatte a un metro in asse del tweeter. Evidentemente gli inglesi hanno inventato l'HiFi ma, in quanto a misure, hanno ancora molto da imparare (per esempio dal nostro GPM).
Comprereste un diffusore con tutti quei difetti? io no.
Anzi, certe riviste che sono chiaramente partigiane (tipo le inglesi) si possono tranquillamente leggere al contrario, se parlano male di qualcosa è perchè è particolarmente buono e fa paura agli inserzionisti di riferimento. L'esempio da te proposto è lampante.
A titolo d'esempio, ricordo le lodi sperticate per il primo convertitore Audiolab M-DAC e la stroncatura senza appelli per il fratellino minore.
Insomma, è vero che gli inglesi un occhio di riguardo per le produzioni autoctone ce l'hanno, ma non sono proprio spudorati come altri (oltre che alle inaffidabili riviste italiane, che non compro piu' da un pezzo, penso soprattutto ai francesi).
- MarioBon
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
cosa vogliamo dire..."mal comune mezzo gaudio"?decdec ha scritto:Ma non è mica vero, ricordo di recensioni non certo positive anche per i marchi che citi, se guardi sui siti di What Hifi o HFNRR dovrebbero essere disponibili almeno i giudizi di sintesi.Auditor ha scritto:Ma certo, ma trovami una recensione inglese di tale tenore che coinvolga un prodotto Naim o Linn, tanto per fare due nomi che in Inghliterra hanno fans molto agguerriti e suscettibili.MarioBon ha scritto:
Questo dimostra due cosa:
- le riviste inglesi non si esimono dal fare critiche
- accidentalmente si tratta di un prodotto "non inglese"
- quando serve non si fa riferimento alla categoria di prezzo
- i difetti rilevati sono quelli tipici di una amplificazione insufficiente.
A questo si aggiunga che le misure sono state fatte a un metro in asse del tweeter. Evidentemente gli inglesi hanno inventato l'HiFi ma, in quanto a misure, hanno ancora molto da imparare (per esempio dal nostro GPM).
Comprereste un diffusore con tutti quei difetti? io no.
Anzi, certe riviste che sono chiaramente partigiane (tipo le inglesi) si possono tranquillamente leggere al contrario, se parlano male di qualcosa è perchè è particolarmente buono e fa paura agli inserzionisti di riferimento. L'esempio da te proposto è lampante.
A titolo d'esempio, ricordo le lodi sperticate per il primo convertitore Audiolab M-DAC e la stroncatura senza appelli per il fratellino minore.
Insomma, è vero che gli inglesi un occhio di riguardo per le produzioni autoctone ce l'hanno, ma non sono proprio spudorati come altri (oltre che alle inaffidabili riviste italiane, che non compro piu' da un pezzo, penso soprattutto ai francesi).
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- decdec
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
No, non era "mal comune mezzo gaudio" il senso del mio intervento.
Mettiamola cosi: premesso che ognuno di noi sa (o dovrebbe sapere) quali sono i meccanismi economici che governano una rivista di settore che non sia Altroconsumo (anche qui poi, ma vabbè...), gli inevitabili compromessi che ne scaturiscono non sono uguali per tutti; si va dall'occhio di riguardo ai prodotti del proprio Paese al calarsi completamente le braghe di fronte agli inserzionisti indipendentemente dalla validità del prodotto in esame, con tutte le sfumature immaginabili in mezzo.
L'importante è leggere le recensioni "cum grano salis" e preferire quelle riviste che ancora sottopongono a rigorosi esami di laboratorio gli apparecchi in prova.
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Re: Le Riviste del settore Italiane e quelle Straniere.
ma sono così importanti le riviste e le recensioni?
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