Si leggono in questo modo: guardiamo i due cerchietti rossi -> dato un suono a 1000 Hz con livello di 30 dB, affinchè un suono a 100 Hz venga percepito con la stessa intensità deve avere un livello circa 28 dB più intenso.
Ma se invece il suono a 1000 Hz viene riprodotto ad un livello di 100 dB allora il suono a 100 Hz deve avere lo stesso livello (la curva marcata 100 è praticamente piatta da 100 a 1000 Hz)

Dall'andamento delle curve di loudness si ricava la sensibilità dell'orecchio, da altre considerazioni (per esempio l'estensione della tastiera del pianoforte) di ricava la selettività e risulta che lo spettro audio è diviso in tre regioni:
alle basse frequenze: l'orecchio è poco sensibile e poco selettivo
alle medie frequenze: l'orecchio è sensibile e selettivo
alle alte frequenze: l'orecchio è sensibile ma poco selettivo
dove sensibile significa che "ci sente" e selettivo significa che "distingue una frequenza dall'altra".
Evidentemente la massima cura deve essere posta nella riproduzione della banda di frequenze dove l'orecchio è sensibile e selettivo (tra 4-500 Hz e 4-5000Hz).
Si noti che più aumenta il livello e più le curve diventano "piatte". A livelli bassi, invece, le basse frequenze dovrebbero essere riprodotte ad un livello maggiore.
Tutti possono verificare che, a volumi bassi, le frequenze basse si sentono attenuate e per "sentire i bassi" si deve superare un certo volume. Questo è l'effetto loudness (che è un effetto fisiologico ovvero proprio del funzionamento dell'orecchio).
Le curve isofoniche sono state rilevate su popolazioni diverse ed in condizioni diverse (in cuffia, all'aperto, con sorgente frontale, ecc.). Sono stati usati segnali sinusoidali e bande di rumore.
Anche con tutte queste variazioni, l'andamento delle curve (pur cambiando) conserva l'andamento generale.