Suona meglio il PCM o il DSD?
No. Questo thread non tenterà di rispondere a questa domanda. Semmai aiuterà a capire perché è una domanda, a mio parere, che ha poco senso.
PCM e DSD sono due codifiche digitali. Se siete totalmente a digiuno di audio digitale questo thread potrebbe risultare di difficile comprensione. Però seguendo i due tutorial di Chris "Monty" Montgomery:
- Digital Audio Primer for Geeks: https://xiph.org/video/vid1.shtml
- Digital Show and Tell: https://xiph.org/video/vid2.shtml
avrete tutti gli strumenti, o quasi, per interpretare ciò che segue.
Ovviamente segue... (abbiate pazienza)
Suona meglio il PCM o il DSD?
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- Iscritto il: 24/04/2019, 17:28
Cenni sul PCM
In breve, il PCM rappresenta un segnale in funzione del tempo per mezzo di una sequenza di valori numerici (campioni), codificati in binario con un determinato numero di bit. Sappiamo che l'intervallo di tempo tra due campioni è determinato dalla frequenza di campionamento che, per il teorema di Nyquist-Shannon, deve essere almeno due volte superiore alla massima frequenza da rappresentare.
Il numero limitato di bit si traduce in una accuratezza limitata nel rappresentare il segnale. La differenza tra il "valore vero" e il valore rappresentato è definita "rumore di quantizzazione". Occorre ricordare che i sistemi analogici, pur non essendo soggetti alla quantizzazione e al conseguente rumore, sono affetti da diverse forme di rumore. I sistemi di conversione A/D utilizzano una tecnica chiamata "dither" per de-correlare il rumore di quantizzazione dal segnale e renderlo *casuale*. In altre parole, grazie al "dither" il rumore di quantizzazone non solo diventa del tutto assimilabile al rumore analogico, ma può essere modulato controllandone la distribuzione in frequenza ("noise shaping").
Lo standard dell'audio digitale, il CD Red Book, usa 16 bit per codificare l'ampiezza del segnale in valori interi, equivalenti a 96 dB di gamma dinamica. I convertitori usati in ambito professionale o hi-fi possono acquisire o riprodurre flussi a 24 bit e oggi la musica è distribuita anche in formati high res (tipicamente 24 bit e 96 o 192 kHz). I limiti analogici della conversione difficilmente permettono di superare i 120 dB di rapporto segnale/rumore. Considerato che ogni bit di risoluzione equivale a circa 6 dB di gamma dinamica(*), si può calcolare che 120 dB equivalgono a 20 bit di risoluzione effettiva (una quantità descritta come ENOB o "effective number of bits"). Nessun supporto analogico (nastro, vinile, ...) raggiunge i 24 bit di gamma dinamica, anzi ci si ferma in genere molto prima.
Talvolta si incontrano flussi PCM a 32 bit in cui il segnale è rappresentato con valori in virgola mobile ("float"). Si tratta di un formato utile per il processamento digitale via software, ma per quanto appena visto 32 bit non garantiscono una risoluzione effettiva superiore a 24 bit.
___________
(*) gamma dinamica (DR) e rapporto segnale/rumore (SNR) sono due grandezze leggermente diverse ma all'atto pratico (e ai fini di questo scritto) quasi intercambiabili.
Il numero limitato di bit si traduce in una accuratezza limitata nel rappresentare il segnale. La differenza tra il "valore vero" e il valore rappresentato è definita "rumore di quantizzazione". Occorre ricordare che i sistemi analogici, pur non essendo soggetti alla quantizzazione e al conseguente rumore, sono affetti da diverse forme di rumore. I sistemi di conversione A/D utilizzano una tecnica chiamata "dither" per de-correlare il rumore di quantizzazione dal segnale e renderlo *casuale*. In altre parole, grazie al "dither" il rumore di quantizzazone non solo diventa del tutto assimilabile al rumore analogico, ma può essere modulato controllandone la distribuzione in frequenza ("noise shaping").
Lo standard dell'audio digitale, il CD Red Book, usa 16 bit per codificare l'ampiezza del segnale in valori interi, equivalenti a 96 dB di gamma dinamica. I convertitori usati in ambito professionale o hi-fi possono acquisire o riprodurre flussi a 24 bit e oggi la musica è distribuita anche in formati high res (tipicamente 24 bit e 96 o 192 kHz). I limiti analogici della conversione difficilmente permettono di superare i 120 dB di rapporto segnale/rumore. Considerato che ogni bit di risoluzione equivale a circa 6 dB di gamma dinamica(*), si può calcolare che 120 dB equivalgono a 20 bit di risoluzione effettiva (una quantità descritta come ENOB o "effective number of bits"). Nessun supporto analogico (nastro, vinile, ...) raggiunge i 24 bit di gamma dinamica, anzi ci si ferma in genere molto prima.
Talvolta si incontrano flussi PCM a 32 bit in cui il segnale è rappresentato con valori in virgola mobile ("float"). Si tratta di un formato utile per il processamento digitale via software, ma per quanto appena visto 32 bit non garantiscono una risoluzione effettiva superiore a 24 bit.
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(*) gamma dinamica (DR) e rapporto segnale/rumore (SNR) sono due grandezze leggermente diverse ma all'atto pratico (e ai fini di questo scritto) quasi intercambiabili.
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