Visto che abbiamo a disposizione queste figure vediamo cosa ha detto Schroeder a proposito della sensibilità dell'apparato uditivo rispetto alle relazioni di fase.
Schroeder è noto, per esempio, per i pannelli diffusori e per la misura dei tempi di riverbero.
Nella figura che segue si vede l'impulso (in alto) ed il segnale ottenuto mescolando a caso le relazioni di fase dello spettro dell'impulso (in basso)

La traccia in alto suona come un clik e non ha timbro.
La traccia in basso suona come un rumore ed ha un timbro.
Da questa differenza, ottenuta alterando la fase, Schroeder deduce che l'apparato uditivo è sensibile alle modificazini della fase.
Questa deduzione però non è corretta.
un suono è caratterizzato da ampiezza, altezza, durata e timbro.
Due suoni sono uguali se hanno la stessa ampiezza, altezza, durata e timbro.
I due suoni in esame differiscono per:
ampiezza, durata e timbro
e hanno in comune solo il modulo dello spettro.
Quindi i due suoni sono diversi e non paragonabili.
Schroeder ha solo confermato che due suoni diversi possono avere lo stesso modulo dello spettro.
Si possono fare diversi esempi di suoni diversi che hanno lo stesso modulo dello spettro:
rumore rosa => sweep logaritmico => impulso (spettro rosa)
rumore bianco => sweep lineare => impulso (spettro bianco)
Questo non significa che l'apparato uditivo non sia sensibile alla variazione delle relazioni di fase (perchè lo è) ma che si devono organizzare i test con più attenzione.
Ohm (autorevole almeno quanto Schroeder) affermava che l'apparato uditivo non è sensibile alle veriazioni della fase (e aveva torto anche lui).
Le alterazioni della fase sono importanti quando compromettono l'intelligibilità del parlato.