landscape12 ha scritto:Ciao a tutti,
mi sono appena iscritto. Tanta è la voglia di contribuire alla discussione che non ho letto il regolamento e non so se è necessario presentarsi da qualche parte prima di postare.
Chiedo scusa all'amministratore se ho infranto qualche regola.
MarioBon ha scritto:va tutto bene così
Se hai voglia, completa il tuo profilo
Il mio nickname, comunque, dovrebbe essere già abbastanza conosciuto.
Trovandomi attualmente in altro continente, purtroppo a causa del fuso differente, non sarà possibile avere repliche immediate.
Devo complimentarmi innanzitutto con Alessandro, per essere riuscito a divulgare finalmente in modo esauriente le sue teorie.
Lo conosco, e nonostante le nostre molteplici conversazioni, mai fino ad ora i concetti erano stati così chiari.
Vorrei sottolineare che Alessandro - come sostiene lui stesso - ha dedicato la sua vita a perfezionare questo progetto. Non è assolutamente il caso di sottovalutare le sue idee: io stesso, appassionato di hifi da quarant'anni, ho dovuto riconoscere ben presto la sua preparazione del tutto originale e tremendamente efficace. Parlo con cognizione di causa, avendo avuto il privilelgio di ascoltare questo sistema, raffrontandolo a moltissimi sistemi top level che ho avuto modo di ascoltare.
Francamente, non ho alcuna remora ad affermare che, dopo quarant'anni, ho dovuto radicalmente riformulare il concetto di alta fedeltà, grazie all'ascolto di questo impianto.
Tuttavia, non mi sento di escludere a priori di poter riuscire ad ottenere analoghi risultati riducendo - seppur non di molto - il numero delle vie impiegate. Ne ho ovviamente parlato anche con Alessandro.
Io penso che con altoparlanti planari - che per la loro caratteristica di essere sollecitati su tutta la superficie e non solo su alcuni punti hanno intrinsecamente minor inerzia - si può cercare di estendere la banda passante da una a due ottave (forse). Si può poi cercare di capire se nella banda audio in cui il nostro orecchio è meno sensibile, sia assolutamente indispensabile frazionare così tanto il messaggio sonoro. E allora ben vengano le sperimentazioni!
Mario Bon poi ha finalmente chiarito tecnicamente (almeno a me) come aumentando il numero degli altoparlanti di una stessa via si possa scendere con la frequenza di utilizzo: concetto non proprio banale, alla luce del principio secondo cui è imprescindibile ricercare la più elevata leggerezza possibile delle membrane in rapporto alla frequenza riprodotta.
Un'ultima osservazione, questa volta sui grafici pubblicati, in merito alla tormentata risposta in frequenza sulle vie alte: mi permetto di ricordare che le cancellazioni rappresentate avvengono in presenza di trasduttori che emettono onde curve, mentre in caso di emissione di onde piane non vedo francamente come ciò sia possibile. Ciò è ampiamente spiegato in diversi testi sui line array che ho avuto modo di consultare e che si possono trovare agevolmente anche in rete.
Per il momento mi fermo qui, con l'auspicio che questo thread, se sapientemente sviluppato, possa aprire gli occhi (e anche le orecchie) a più appassionati possibile.