alcune nozioni del tutto generali alcune delle quali non hanno nulla a che vedere con la domanda di Marcello:
un dispositivo passivo è un dispositivo che non ha bisogno di essere alimentato.
Il trasformatore è un dispositivo passivo. Ciò significa che la potenza che esce dal trasformatore non può essere maggiore della potenza che vi entra (un amplificatore è un dispositivo attivo che preleva potenza dalla alimentazione e la usa per aumentare la potenza del segnale). Altri dispositivi passivi sono un cavo (linea di trasmissione) o resistore, condensatore, induttore, ecc. ma anche elementi acustici (per esempio un tubo o una tromba).
Il trasformatore viene utilizzato per separare galvanicamente due circuiti o come adattatore di impedenza. In un amplificatore a valvole il trasformatore viene utilizzato come adattatore di impedenza per consentire il trasferimento di potenza dalla impedenza (alta) della valvola alla impedenza (bassa) del diffusore acustico.
I principali problemi di un trasformatore (elettrico) sono dovuti:
- alle componenti resistive degli avvolgimenti (perdite)
- al flusso disperso (non tutto il campo magnetico prodotto dal primario si concatena con il secondario)
- alle vibrazioni meccaniche
- alle capacità parassite.
Come è noto un trasformatore è costituito da due avvolgimenti di filo rame. Ora due fili percorsi da corrente si respingono o si attraggono a seconda del verso della corrente che li percorre. Per farla breve se gli avvolgimenti sono percorsi da corrente alternata a 50Hz tutto l'avvolgimento tenderà a vibrare a frequenza doppia (100 Hz). Questo costituisce il fastidioso "ronzio" dei trasformatori. Nei trasformatori di uscita, usati negli amplificatori, gli avvolgimenti sono percorsi dal segnale audio che ha una banda passante di tre decadi (e non una sola frequenza come per l'alimentazione) e quindi è molto più difficile "controllare" le vibrazion. Ne segue che la realizzazione di un buon trasformatore di uscita è più complicata rispetto ad un trasformatore di alimentazione. Non c'è dubbio che il trasformatore di uscita sia un componente estremamente critico dal quale dipende buona parte della qualità dell' amplificatore che lo adotti.
Nell'ambito delle analogie elettro-meccaniche il trasformatore è l'analogo di una leva:
da una parte entra una "piccola forza" (corrente) applicata su un braccio lungo, dall'altra esce una "forza grande" applicata ad un braccio corto (uguaglianza dei momenti). Il lavoro meccanico si esprime come prodotto della forza per lo spostamento quindi in ingresso c'è una piccola forza per uno spostamento grande che si traduce, in uscita, in una forza grande per uno spostamento piccolo. Il lavoro prodotto nell'unità di tempo (la potenza) in uscita è pari al lavoro fatto nell'unità di tempo in ingresso.

Questo è i motivo per cui i ladri usano il "piede_di_*" per aprire le serrande delle vetrine.
Si noti che nella leva, come nel trasformatore, non c'è ritardo tra "ingresso" (l'applicazione della forza) e l'"uscita" (lo spostamento del peso).
Questo indica che il trasformatore non può essere considerato (in generale) l'analogo acustico di un tubo o di una tromba (il cui analogo è una linea di trasmissione) dove, invece, questo ritardo c'è.