fab0 ha scritto:Velut Luna ha scritto:MA ANCHE NO!
Una grande registrazione, tipo le nostre, non ha bisogno di quasi nient'altro.
Dopo la registrazione si può solo PEGGIORARE quanto acquisito, mai migliorarlo. A meno che la registrazione non sia fatta male.
Per carità, non sono del mestiere.
Da quel che so, per passare dalle varie tracce acquisite, alla traccia stereo da distribuire, è necessario fare un certo lavoro di mix e poi di master. Passando per una quantità consistente di "strumenti/effetti" e forse chiamando in causa diversi professionisti.
Ho una visione distorta del vostro settore?
Sì e No.
Certamente i prodotti di musica pop commerciali sono fatti come dici tu e spesso ogni fase (registrazione - mix - mastering) è fatta SENZA considerare le motivazioni di come è stata fatta la fase precedente. Con il risultato pessimo che spesso capita di ascoltare. Perché infatti esiste la loudness war, ovvero la compressione di mastering estrema? PERCHE' E' IL SISTEMA PIU' SEMPLICE PER LIVELLARE E RENDERE OMOGENEO UN LAVORO PROFONDAMENTE DISOMOGENEO FIN DALL'INIZIO.
E tutto questo è male.
In realtà, almeno nel mondo della classica, ciò non avviene: di solito chi registra, si occupa anche del mix e del mastering e, anche in caso di multimicrofonia, il mix è una fase molto leggera, in cui l'unico intervento è un "intervento di fino" volto al riallineamento in fase dei singolo segnali close rispetto a quanto catturato dai microfoni main (il discorso è lungo e l'ho già fatto nel corso degli anni...).
Per non parlare poi di chi, come me, spesso decide di utilizzare sistemi di ripresa a due o 4 microfoni sommati direttamente in analogico su master stereo: qui non c'è proprio mix...
In ogni caso, e non potrebbe che essere così, ogni fase successiva è al massimo "garante di continuità", mentre nei peggiori casi, peggiorativa di quanto avvenuto prima.
Esistono ovviamente casi anche in cui è stata effettuata una registrazione amatoriale, approssimativa, con mezzi di fortuna: allora, partendo dal disastro più totale in fase di ripresa, un bravo tecnico professionista, attrezzato con macchine di eccellenza, può anche "migliorare" la ripresa: il che è un concetto relativo, ovvero una pessima registrazione "migliorata" resterà semplicemente cattiva e non pessima... mai buona...
INFINE CI SONO I CASI MIGLIORI. E io, se permetti, mi annovero fra questi, in compagnia di una manciata di illustri colleghi in giro per il mondo (gente tipo Jack Renner, Michael Bishop, Judith Sherman, Manfred Eicher, Tony Faulkner, Michael Seberich, i tecnici dell'etichetta norvegese 2L, che non conosco personalmente a differenza degli altri qui citati, etc.).
Ovvero sono i casi in cui un'unica persona letteralmente "disegna" una produzione, concependo fin dall'inizio una precisa modalità di registrazione strettamente connessa ad un tipo preciso di mix e mastering. Tutto strettamente collegato e funzionale uno all'altro.
Nel cinema d'autore questa figura si chiama "film maker", ovvero una sola persona che scrive soggetto e sceneggiatura e poi si occupa di regia e montaggio. Nella musica potremmo per analogia parlare di "music maker".
IO SONO UN MUSIC MAKER...