Concretezza del suono

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TomCapraro
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Re: Concretezza del suono

#51 Messaggio da TomCapraro »

markzzz ha scritto: Intendi dire che "hai realmente voglia" o è un modo per dire "puoi star li ad astrarre quanto vuoi.. tanto..."?
Nel senso: se ti emozioni con cosi poco (audio del telefonino) avrai il "vantaggio" di non perseguire pedissequamente determinate strade che si fondano sulla prestazione superiore di un setup audio. (sempre che tu consideri l'audio del telefonino come inferiore)
markzzz ha scritto:Perché? Cosa ti da "in più"?
Ecco, questa è la conferma del fatto che personalmente sei poco interessato alla prestazione fisica dell'impianto.
A me un impianto con risposta in frequenza molto estesa, con una distribuzione del campo riflesso controllato, con una waterfall che decade entro determinati tempi, con un tempo di riverbero corretto, con un eccellente dinamica, con una sala molto silenziosa ect...ect...ect...da molto-molto-molto di più rispetto un setup audio con prestazioni precarie.
Tutto questo fa si che io senta/percepisca suoni parecchio verosimiglianti a fronte di riproduzioni note quali ad esempio i rec live. (ai quali ho anche partecipato)
markzzz ha scritto:Per concretezza intendo un "qualcosa" di determinato, reale, che persiste nel tempo e nello spazio, e non varia ad ogni "ascolto".
Mi spiace ma questo non potrai mai ottenerlo, nemmeno se ti sforzassi al massimo.
Nel soggetto uomo non esiste possibilità di poter ascoltare suoni ripetibili.
Ogni istante è causa/effetto percettivo a se stante. ;)
Poi, questo termine "reale", reale rispetto a cosa ? l'evento non lo conosci, lo stimolo originale contenuto nel disco nemmeno.
saluti, Tom
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markzzz
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Re: Concretezza del suono

#52 Messaggio da markzzz »

TomCapraro ha scritto:Ecco, questa è la conferma del fatto che personalmente sei poco interessato alla prestazione fisica dell'impianto.
A me un impianto con risposta in frequenza molto estesa, con una distribuzione del campo riflesso controllato, con una waterfall che decade entro determinati tempi, con un tempo di riverbero corretto, con un eccellente dinamica, con una sala molto silenziosa ect...ect...ect...da molto-molto-molto di più rispetto un setup audio con prestazioni precarie.
Tutto questo fa si che io senta/percepisca suoni parecchio verosimiglianti a fronte di riproduzioni note quali ad esempio i rec live. (ai quali ho anche partecipato)
Era una provocazione, per farti dire quello che hai appena detto :) Ovvio che cambia!!! È quello che sostengo dai primi post. Ma appunto, la cosa bizzarra è che se cambia da setup di basso livello a setup professionale, cambia anche da setup professionale a setup professionale. Questo è il nocciolo: cambia sempre!!!!!
TomCapraro ha scritto: Mi spiace ma questo non potrai mai ottenerlo, nemmeno se ti sforzassi al massimo.
Nel soggetto uomo non esiste possibilità di poter ascoltare suoni ripetibili.
Ogni istante è causa/effetto percettivo a se stante. ;)
Esatto!! Esatto!!! Esattoooo! Altra cosa che sostengo da 50 post :) Quindi se ogni percezione è a se stante, il produttore/musicista su cosa lavora? Visto che quello che sta facendo non è "concreto", ma si modificherà ad ogni ascolto!!! Massimizza le casistiche su vari impianti?
TomCapraro ha scritto: Poi, questo termine "reale", reale rispetto a cosa ? l'evento non lo conosci, lo stimolo originale contenuto nel disco nemmeno.
Sembra che mi prendi in giro :) Quando dicevo "il timbro" non lo conosci com'è il realtà... http://audioitalia.mondoforum.com/viewt ... 067#p10067
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TomCapraro
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Re: Concretezza del suono

#53 Messaggio da TomCapraro »

bene, visto che cominciamo a capirci/intenderci focalizzo una risposta la cui domanda era rivolta a come lavora e a cosa aspira un produttore discografico.

Qui in questo forum ce n'è uno abbastanza pignolo, nel senso che unisce al suo lavoro anche la "passione/pignoleria" di creare dischi -concreti-
Si chiama Marco Lincetto, e come lui, haimè nel mondo, un altra manciata di produttori che curano la concretezza della buona registrazione.

Come lavorano questi e a cosa aspirano ?

A "replicare" (secondo la loro, ovvio, sensibilità) le caratteristiche principali dell'evento vissuto, ergo trasferirle al meglio su un supporto.

Gli stessi, perchè razionali, esternano sempre che quanto ascoltato dal vivo non viene replicato esattamente nel disco/riproduzione.

Al contempo, sempre razionalmente, suggeriscono di creare le condizioni affinchè il setup audio possa garantire la miglior qualità/quantità possibile di informazioni, quindi poter godere al meglio di tutto ciò che fa parte del loro attento lavoro.
saluti, Tom
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markzzz
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Re: Concretezza del suono

#54 Messaggio da markzzz »

TomCapraro ha scritto:Gli stessi, perché razionali, esternano sempre che quanto ascoltato dal vivo non viene replicato esattamente nel disco/riproduzione.

Al contempo, sempre razionalmente, suggeriscono di creare le condizioni affinchè il setup audio possa garantire la miglior qualità/quantità possibile di informazioni, quindi poter godere al meglio di tutto ciò che fa parte del loro attento lavoro.
Restiamo sempre con la mia stessa domanda :) Se anche gli stessi si rendono conto che il risultato cambia, su cosa lavori? Sul massimizzare la presenta e la "resa" degli "elementi" che inserisci nel pezzo?
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TomCapraro
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Re: Concretezza del suono

#55 Messaggio da TomCapraro »

markzzz ha scritto: Restiamo sempre con la mia stessa domanda :) Se anche gli stessi si rendono conto che il risultato cambia, su cosa lavori? Sul massimizzare la presenta e la "resa" degli "elementi" che inserisci nel pezzo?

Non mi pare, massimizzare, un operazione inutile.
Porta i suoi frutti.
saluti, Tom
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Re: Concretezza del suono

#56 Messaggio da markzzz »

TomCapraro ha scritto:
markzzz ha scritto: Restiamo sempre con la mia stessa domanda :) Se anche gli stessi si rendono conto che il risultato cambia, su cosa lavori? Sul massimizzare la presenta e la "resa" degli "elementi" che inserisci nel pezzo?

Non mi pare, massimizzare, un operazione inutile.
Porta i suoi frutti.
Resta sempre il fatto che è "diverso". Come fai da due "rappresentazioni" diverse ad estrapolare lo stesso risultato? E' il nostro cervello che "compensa/ritaglia/cuce" e crea un entità (percezione) "concreta"?

Tipo "sxrivtre ip q%esvo mldo e pewcepXre cVmun5ue l7 steeza pwr0la"?
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Re: Concretezza del suono

#57 Messaggio da MarioBon »

La musica esiste da migliaia di anni (il teatro di Epidauro, fu progettato da Policleto il giovane nel IV secolo a.C.). Oggi (come 2350 anni fa) tra tutti gli spettatori c'é chi è vicino ai musicisti e chi è più lontano. Sentono la stessa cosa in modo diverso.
In spazi non ottimizzati capita che chi sta in certi posti si goda lo spettacolo mentre altri sentono "marmellata di riflessioni" (a proposito dell'importanza dell'ottimizzazione).

Il problema della diversa percezione di un evento sonoro esiste da quando esiste la musica.
Se, ad oggi, questo argomento non è stato dibattuto (se non entro i limiti legati all'acustica degli auditori) non nasce il sospetto che, forse, non sia così fondamentale?

Beethoven era sordo e non poteva sentire la musica che componeva. Si è forse posto il problema della "concretezza"? Forse è proprio l'esempio di Beethoven che dovrebbe far riflettere: per Beethoven la "concretezza" era l'ultimo dei problemi.

Oppure consideriamo Wagner che ha fatto costruire un teatro appositamente per rappresentare le sue opere (con il "golfo mistico"). Quando la Tetralogioa di Wagner viene rappresentata in un teatro diverso da quello di Bayreuth, la musica di Wagner non suona come Wagner avrebbe voluto eppure viene ugualmente rappresentata e il pubblico va a sentirla.

Lo stesso discorso, mutatis mutandis, può essere ripetuto per ogni compositore di ogni tempo.

Evidentemente c'è qualche cosa di più importante della "concretezza".
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Re: Concretezza del suono

#58 Messaggio da TomCapraro »

markzzz ha scritto:Resta sempre il fatto che è "diverso". Come fai da due "rappresentazioni" diverse ad estrapolare lo stesso risultato? E' il nostro cervello che "compensa/ritaglia/cuce" e crea un entità (percezione) "concreta"?

Tipo "sxrivtre ip q%esvo mldo e pewcepXre cVmun5ue l7 steeza pwr0la"?
Prendiamo come esempio la tua frase codificata, decodificandola si compone questa frase: scrivere in questo modo e percepire comunque la stessa parola

Ammettiamo che in tale codifica ci sia un determinato livello di "concretezza" la cui facilità d'interpretazione dipende dall'esperienza di chi a sua volta dovrà comporre la frase, estrapolandola.

La concretezza della codifica cambia, la facilità e la difficoltà d'interpretazione pure, come l'esperienza di chi cercherà di estrapolarne la frase.

Spostiamo questo esempio nell'alta fedeltà, qualsiasi riproduzione musicale equivale a quel messaggio codificato.
Il livello codificato non è mai lo stesso, quindi per seguire il tuo concetto diciamo che non è concreto, almeno non del tutto.

Se il messaggio sonoro non è "concreto" interessa poco, di contro possiamo ottimizzare il suo livello affinché si possa estrapolare il messaggio contenuto senza fatica, in modo veloce, in modo fluido e confacente con le nostre capacità (formate anche di cultura ed esperienze pregresse)
Un messaggio musicale con livello di codifica elevato (ossia segnale alterato) rende difficile il compito di estrapolazione delle frasi (mascheramento) anche in quei soggetti che vantano spiccate capacità di decodificazione.
saluti, Tom
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Re: Concretezza del suono

#59 Messaggio da MarioBon »

TomCapraro ha scritto: ....
Se il messaggio sonoro non è "concreto" interessa poco, di contro possiamo ottimizzare il suo livello affinché si possa estrapolare il messaggio contenuto senza fatica, in modo veloce, in modo fluido e confacente con le nostre capacità (formate anche di cultura ed esperienze pregresse).
Questa affermazione introduce due concetti importanti: il primo è la "fatica" che deve fare il cervello per estrapolare il messaggio. Più questa operazione è facile e tanto minore sarà la Fatica da Ascolto e tanto maggiore la sensazione di "naturalezza" della riproduzione.
Ottimizzare un sistema significa, alla fine, ridurre il lavoro che deve fare il cervello per estrarre il messaggio (eliminare i "disturbi"). Questo lavoro è necessario, per esempio, anche quando un evento dal vivo avviene in una sala troppo riverberante.
Il secondo è culturale. Nell'esempio della frase criptata un aiuto viene dalla conoscenza del contesto in cui è stata inserita. Questa definizione invece:
"Lo spazio di Hilbert è uno spazio di Banach completo"
è difficile da comprendere anche se è scritta in chiaro.
Il riconoscimento del timbro è un fatto culturale e comunque, a meno che non si conosca preventivamente il timbro di quel particolare strumento, riconduce ad una categoria di strumenti (per esempio pianoforte, violino, tromba...).
Per questo parlare di riconoscimento del timbro di uno "strumento" sintetizzato artificialmente ha un senso relativo perché riconduce alla categoria, molto generica, di "strumenti artificiali".
Mi verrebbe quasi da dire che un suono artificiale non possa essere "concreto" per definizione (ma non vorrei esagerare).
Comunque ribadisco: una cosa è riprodurre uno strumento e giudicare quanto la riproduzione sia verosimile, un'altra cosa è produrre (o riprodurre) un suono artificiale (non paragonabile a nulla).
E questo è il motivo per cui si invita a giudicare gli impianti di riproduzione con la musica classica perché utilizza strumenti di cui è noto il timbro (la categoria di appartenenza del timbro).
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Re: Concretezza del suono

#60 Messaggio da markzzz »

Siamo arrivati ad un buon punto: estrapolare un "messaggio" è quello che l'ascoltatore fa sentendo il "contenitore" in cui esso è contenuto (il segnale riprodotto). Benissimo, ottimo direi.

In cosa consiste però questo "messaggio" nella musica? Capisco captare una melodia, un'armonia, e tanti altri aspetti (che restano determinati).

Però ad esempio, un "kick" di una batteria, o un segnale "complesso"... quale sarebbe il "messaggio" se non "vivere" il timbro e la sua dinamica?
Essendo che questi fattori sono legati al "contenitore" e cambiano sempre, mi volete dire che ad ogni ascolto estrapolo un "messaggio" diverso? Li vivete così voi i suoni percussivi?
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