MarioBon ha scritto:Polin ha scritto:non iano ma Mario Bon ha scritto:
Definiamo "linguaggio" un insieme di segnali codificati atto a trasmettere informazioni. Quale genere di informazioni debba essere trasmessa non ha importanza.
Per la lingua parlata i segnali sono i fonemi che vengono codificati in parole.
Esatto! credo però sia fondamentale ribadire che il linguaggio si è sviluppato unicamente per comunicare pensieri semplici o complessi attraverso fonemi tra loro legati seconda una precisa combinazione (se fosse stata possibile un'altra metodica ancora più immediata sarebbe quest'ultima ad essere tutt'ora utilizzata).
Nella musica in genere,a prescindere dalla presenza di un eventuale testo che vuole comunicare un messaggio specifico,non si è nelle condizioni di una forma di linguaggio vero e proprio.
Pensieri semplici neanche tanto basta leggere "ascoltare" la dimostrazione di certi teoremi.
Mi pare appunto che Polin intendesse che un linguaggio "economico" ,ma non per questo povero di potenzialità,alla fine si afferma sugli altri,proprio come fra le tante possibili dimostrazioni di un teorema si affermano e si riportano più spesso quelle più immediate.
Se facendo delle misure scopro che il quadrato costruito sull'ipotenusa vale la somma dei quadrati costruiti sui cateti tanto basta per usare questa conoscenza per fini pratici.
Se voglio affermare essere una verità devo dimostrarlo,e se la prima dimostrazione che trovo è complicata non importa.
E fino a qui non mi resta che prendere atto di questa verità.
Se poi trovo dimostrazioni alternativa questo equivale ad osservare la stessa verità da più punti di vista,e non certo a rendere più vero il teorema.
Se poi fra queste ne trovò una tanto semplice da far risultare l'enunciato banale,cosa che all'inizio non era data,allora posso dire di aver acchiappato il vero significato del teorema.
Dal punto di vista delle applicazioni pratiche da cui ero partito non sembra apparentemente che abbia guadagnato nulla di strettamente necessario,ma da un punto di vista psicologico adesso uso uno strumento al quale posso dare del tu,e che diventa parte di me.Il suo uso adesso è più immediato,ed iniziò ad usarlo quasi senza più pensarci.
Semplificare non è semplice ma vale come capire.
Certi brani musicali non sembrano prestarsi a trascrizioni,modifiche,varianti,riduzioni,senza perdere la loro essenza,perché quel brano,per quanto possa apparire complesso,appare banalmente perfetto.
Attraverso il linguaggio musicale appunto a volte si ha l'impressione di acchiappare in un sol colpo un qualcosa che diversamente,usando altri linguaggi, richiederebbe tanti passaggi per giungervi.
La mancanza di questi passaggi forse ci preclude il potergli attribuire un significato preciso.
Come si fa a banalizzare la musica,che infatti rimane una magia sublime,lo stesso senso di magico che si prova quando apprendiamo per la prima volta il teorema di Pitagora.