Flavio ha scritto:Ciao Tom, ho corretto il tipo nel mio post... la risposta ideale che si vorrebbe è minimum-phase ma non può usualmente essere ottenuta con filtri minimum-phase perché il loro obbiettivo è correggere la risposta in frequenza possibilmente senza causare eccessivi problemi nel dominio del tempo.
La correzione manuale con equalizzatori parametrici tipicamente usa filtri IIR mentre i sistemi di correzione ambientale digitale tipicamente usano filtri FIR ma che siano IIR o FIR la situazione non cambia, i filtri minimum-phase non ottimizzano la risposta ai transienti di un impianto audio.
(Dirac utilizza sia filtri FIR che IIR)
Aggiungo questo testo Dirac tradotto in italiano...
"Possono essere disegnati infiniti filtri differenti che hanno la stessa identica risposta in frequenza. Essi differiscono solo nella loro risposta all'impulso. Conseguentemente è utile classificare i filtri in funzione di come si comportano le loro risposte all'impulso.
Due classi di filtri comunemente usati nelle applicazioni audio sono i filtri minimum-phase e i filtri linear-phase. Questi sono due casi speciali che sono relativamente facili da disegnare, ma che hanno caratteristiche di risposta all'impulso con limiti molto stretti. Un filtro minimum-phase, per definizione, è “costretto” ad applicare solo il più piccolo ritardo possibile al segnale, data una risposta in ampiezza desiderata. Un filtro linear-phase, per definizione, applica un ritardo (di gruppo) che è costante attraverso l'intera gamma di frequenze.
Conseguentemente nessuno di questi due tipi di filtri può fare la correzione desiderata alla fase o risposta all'impulso, a meno che la modifica desiderata non sia esattamente la particolare modifica che fanno per definizione. I filtri minimum-phase e linear-phase possono anche peggiorare sia la risposta all'impulso che la risposta in ampiezza, semplicemente con l'applicare le loro correzioni della risposta in ampiezza al momento sbagliato.
Un compito più difficile è il fare un filtro mixed-phase che ottenga la risposta in frequenza desiderata mentre ottiene anche una risposta all'impulso customizzata. Un filtro mixed-phase propriamente progettato può ottenere significativi miglioramenti della risposta all'impulso di un impianto audio nella posizione di ascolto"
Innanzitutto Flavio ti ringrazio per aver chiarito.
Poi...diciamo che se andiamo a spulciare bene il funzionamento di Dirac Live con quello del DRC, anche quest'ultimo utilizza filtri FIR e filtri IIR, lo fa oltre una certa frequenza perchè appunto corregge soltanto a fase minima e nel solo dominio della frequenza. (attorno il khz il DRC cessa di operare nei due domini, frequenza-tempo).
Questi coefficienti (ampiezza del campo correggibile) sono settabili entrando nei parametri del DRC.
Dirac Live lo fa in modo più user friendly, visto che utilizza una "tendina" che sposta il campo di correzione dei due domini, infatti quando lo testai avevo circoscritto l'area di correzione nei due domini bloccando tutto dentro la frequenza di Schroeder, che nel mio locale spazia attorno i 240hz)
In pratica, come detto prima, un filtro FIR nasce per definizione a fase lineare, quindi nel sistema "pretende" una fase perfetta ma...per farlo applica un tipo di correzione che non si può definire nè lineare e nè minima.
Vediamo nei dettagli cosa fa: abbiamo uno stimolo (segnale di prova, nel nostro caso lo sweep logaritmico) e da questo in ambiente otteniamo la nostra acquisizione che determina la funzione di trasferimento.
Ecco, il segnale in ambiente ottenuto presenterà la somma di un determinato numero di sinusoidi con relativa ampiezza e (ahimè) sfasate l'une con l'altre.
Questo evidentemente non può considerarsi "stimolo originale" ma una sorta di "secondo segnale" pseudo-copia del primo. (lo stimolo).
Acquisiti questi due segnali (stimolo e pseudo-copia dello stesso) vengono dati in pasto al DRC (ma anche al Dirac Live in fondo...).
Il sistema (e relativo algoritmo) scompone i due sistemi (in questo caso a fase minima poichè opereranno nel dominio della frequenza) che compongono la fase e l'eccesso di fase.
C'è una precisa relazione (trasformata di Hilbert) tra frequenza e fase, ovvero: se operiamo nel solo dominio della frequenza non possiamo non operare anche nella fase, ma, per chiarezza...è la fase cosiddetta minima, quindi anche un "semplice equalizzatore" aggiusta la fase, evidentemente lo fa limitando l'intervento, ergo rimanendo dentro la relazione originaria.
Tutto quanto va oltre il concetto di fase minima è definibile come eccesso di fase, quindi un comportamento temporale ignoto determinato rigorosamente dalle caratteristiche del sistema acustico.
Questo è il motivo principale che caratterizza i termini usati e quanto in realtà fanno i sistemi di correzione.
In soldoni possiamo dire che tali sistemi utilizzano nel dominio digitale filtri a fase lineare (FIR) ma che operano con tutti i meccanismi affinchè possa migliorare (per quanto possibile) l'andamento temporale che va oltre il concetto di fase minima...l'eccesso di fase.
Sicuramente ti chiederai Flavio: ma se il DRC opera con un filtraggio finale che non è a fase lineare, perchè definirlo tale ?
Ecco qui, se t'interessa, dovremmo scendere su altri dettagli. (magari ancora più complessi)