Sonarworks Reference 4

ho questo problema...questa è la soluzione
DRC, equalizzazione attiva e passiva
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TomCapraro
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Re: Sonarworks Reference 4

#31 Messaggio da TomCapraro »

Flavio ha scritto:Per quanto mi risulta una correzione linear-phase, nonostante il nome sia "attraente", può funzionare bene nel correggere la risposta in ampiezza (risposta in frequenza) ma non corregge la fase.
La risposta in fase va corretta con una soluzione mixed-phase ma le soluzioni mixed-phase non sono tutte uguali perché vanno evitati con dei vincoli preringings udibili e le cose si fanno più complicate.
Per che è interessato all'argomento e ad un excursus sulle diverse soluzioni adottate nel tempo (e anche ad una futura soluzione ancora più avanzata) linko questo documento presentato all'International Symposium on ElectroAcoustic Technologies:
http://diracdocs.com/ISEAT15_Brannmark_Sternad.pdf

b.t.w. la versione standalone di Dirac Live rende disponibile una opzione che minimizza la latenza (denominata "minimum latency") ma per correggere la fase la latenza è indispensabile e non a caso l'opzione di default è definita "maximum performance"
Magari in un futuro post, che sarebbe off topic in questo thread, cercherò di fornire una spiegazione, al mio livello elementare, di come funziona e perché la latenza è indispensabile.

Ciao, Flavio
Ciao Flavio, secondo me serve pigiare sul tasto "reset" perché con i termini e i paragoni si sta facendo un po' (abbastanza) confusione.

Partiamo dal primo termine, filtro FIR.
Questo inconfutabilmente appartiene ad un architettura a fase lineare.
La confusione sta nascendo perché si nomina l'intervento generico con cui opera il DRC e il Dirac Live.
Dirac utilizza anch'esso filtri FIR, quindi a fase lineare.
Se viene attribuita un altra dote (mixed phase) è perché, visto che utilizza la multiacquisizione, "miscela" tramite un opportuno algoritmo, la storia di tutte le fasi acquisite, ergo, appunto, crea una sorta di mix.
Filtro a fase lineare (FIR) è architettato per **pretendere** una fase perfetta dal segnale acustico, quindi corregge fase ed eccesso di fase poiché sempre presente nei normali locali, ma pretendere è una cosa, ottenere un altra perché è semplicemente impossibile ottenere una funzione di trasferimento sovrapponibile tra stimolo e responso acustico.
A questo punto si va per, come anticipato, livello di congruenza.
Maggiore sarà la congruenza, e più la funzione assumerà il concetto di fase lineare.
In ambiente, a questo punto, non esiste né fase lineare, né fase minima, ma un pastone di fasi correggibili secondo determinate possibilità.
saluti, Tom
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Flavio
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Re: Sonarworks Reference 4

#32 Messaggio da Flavio »

Ciao Tom, ho corretto il tipo nel mio post... la risposta ideale che si vorrebbe è minimum-phase ma non può usualmente essere ottenuta con filtri minimum-phase perché il loro obbiettivo è correggere la risposta in frequenza possibilmente senza causare eccessivi problemi nel dominio del tempo.
La correzione manuale con equalizzatori parametrici tipicamente usa filtri IIR mentre i sistemi di correzione ambientale digitale tipicamente usano filtri FIR ma che siano IIR o FIR la situazione non cambia, i filtri minimum-phase non ottimizzano la risposta ai transienti di un impianto audio.
(Dirac utilizza sia filtri FIR che IIR)
Aggiungo questo testo Dirac tradotto in italiano...

"Possono essere disegnati infiniti filtri differenti che hanno la stessa identica risposta in frequenza. Essi differiscono solo nella loro risposta all'impulso. Conseguentemente è utile classificare i filtri in funzione di come si comportano le loro risposte all'impulso.

Due classi di filtri comunemente usati nelle applicazioni audio sono i filtri minimum-phase e i filtri linear-phase. Questi sono due casi speciali che sono relativamente facili da disegnare, ma che hanno caratteristiche di risposta all'impulso con limiti molto stretti. Un filtro minimum-phase, per definizione, è “costretto” ad applicare solo il più piccolo ritardo possibile al segnale, data una risposta in ampiezza desiderata. Un filtro linear-phase, per definizione, applica un ritardo (di gruppo) che è costante attraverso l'intera gamma di frequenze.

Conseguentemente nessuno di questi due tipi di filtri può fare la correzione desiderata alla fase o risposta all'impulso, a meno che la modifica desiderata non sia esattamente la particolare modifica che fanno per definizione. I filtri minimum-phase e linear-phase possono anche peggiorare sia la risposta all'impulso che la risposta in ampiezza, semplicemente con l'applicare le loro correzioni della risposta in ampiezza al momento sbagliato.

Un compito più difficile è il fare un filtro mixed-phase che ottenga la risposta in frequenza desiderata mentre ottiene anche una risposta all'impulso customizzata. Un filtro mixed-phase propriamente progettato può ottenere significativi miglioramenti della risposta all'impulso di un impianto audio nella posizione di ascolto"
Warning: I miei posts possono essere di parte anche se in buona fede.. io lavoro per Dirac Research :-)
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MarioBon
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Re: Sonarworks Reference 4

#33 Messaggio da MarioBon »

Secondo me ci sono da fare delle distinzioni.
Il criterio non è fase_minima o fase_lineare ma la riproduzione del segnale "in forma". Questo si può ottenere sia con la fase minima che con la fase lineare.
L'altra distinzione riguarda l'ambiente. Dove dominano i modi normali è difficile ottenere una condizione di fase sia minima che lineare. Nel suono diretto (diciamo a partire da 500 Hz in su e più basso è questo limite e meglio è) sarebbe opportuno ottenere una condizione di fase definita (lineare o minima che sia).
E' fuori dubbio che l'effetto più disturbante siano i "muggiti" delle note basse prolungate dai modi normali dell'ambiente. Eliminati quelli (e il DRC mi pare che agisca efficacemente in questo senso)
la maggior parte del lavoro è fatto.
Certo che, se per correggere l'effetto dei modi dell'ambiente, si introduce un ritardo (una latenza, un ritardo di gruppo, o come lo si vuole chiamare) lo stesso ritardo dovrà essere applicato al resto della banda audio.
Per quanto riguarda la fase_mista, dato che esistono solo due condizione di fase definite che consentono la riproduzione del segnale "in forma", devo pensare che, in generale, corrisponda a riprodurre alcune bande di frequenza in un modo e altre in un altro.
A meno che...
se prendiamo l'uscita di un sistema a fase minima e gli facciamo percorrere un cavo (ideale) lungo 300 chilometri all'uscita del cavo otteniamo ancora un segnale con gli stessi rapporti relativi di fase tra le righe spettrali che lo compongono (quindi a fase minima) ma con sovrapposto un ritardo (di un millisecondo). E' questo un segnale a fase_mista?
Se è questo qualsiasi cosa che esca dagli altoparlanti, quando arriva alle orecchie, è a fase mista.
In sostanza: qualcuno dovrebbe fornire la definizione operativa di fase_mista.
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TomCapraro
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Re: Sonarworks Reference 4

#34 Messaggio da TomCapraro »

Flavio ha scritto:Ciao Tom, ho corretto il tipo nel mio post... la risposta ideale che si vorrebbe è minimum-phase ma non può usualmente essere ottenuta con filtri minimum-phase perché il loro obbiettivo è correggere la risposta in frequenza possibilmente senza causare eccessivi problemi nel dominio del tempo.
La correzione manuale con equalizzatori parametrici tipicamente usa filtri IIR mentre i sistemi di correzione ambientale digitale tipicamente usano filtri FIR ma che siano IIR o FIR la situazione non cambia, i filtri minimum-phase non ottimizzano la risposta ai transienti di un impianto audio.
(Dirac utilizza sia filtri FIR che IIR)
Aggiungo questo testo Dirac tradotto in italiano...

"Possono essere disegnati infiniti filtri differenti che hanno la stessa identica risposta in frequenza. Essi differiscono solo nella loro risposta all'impulso. Conseguentemente è utile classificare i filtri in funzione di come si comportano le loro risposte all'impulso.

Due classi di filtri comunemente usati nelle applicazioni audio sono i filtri minimum-phase e i filtri linear-phase. Questi sono due casi speciali che sono relativamente facili da disegnare, ma che hanno caratteristiche di risposta all'impulso con limiti molto stretti. Un filtro minimum-phase, per definizione, è “costretto” ad applicare solo il più piccolo ritardo possibile al segnale, data una risposta in ampiezza desiderata. Un filtro linear-phase, per definizione, applica un ritardo (di gruppo) che è costante attraverso l'intera gamma di frequenze.

Conseguentemente nessuno di questi due tipi di filtri può fare la correzione desiderata alla fase o risposta all'impulso, a meno che la modifica desiderata non sia esattamente la particolare modifica che fanno per definizione. I filtri minimum-phase e linear-phase possono anche peggiorare sia la risposta all'impulso che la risposta in ampiezza, semplicemente con l'applicare le loro correzioni della risposta in ampiezza al momento sbagliato.

Un compito più difficile è il fare un filtro mixed-phase che ottenga la risposta in frequenza desiderata mentre ottiene anche una risposta all'impulso customizzata. Un filtro mixed-phase propriamente progettato può ottenere significativi miglioramenti della risposta all'impulso di un impianto audio nella posizione di ascolto"
Innanzitutto Flavio ti ringrazio per aver chiarito.
Poi...diciamo che se andiamo a spulciare bene il funzionamento di Dirac Live con quello del DRC, anche quest'ultimo utilizza filtri FIR e filtri IIR, lo fa oltre una certa frequenza perchè appunto corregge soltanto a fase minima e nel solo dominio della frequenza. (attorno il khz il DRC cessa di operare nei due domini, frequenza-tempo).
Questi coefficienti (ampiezza del campo correggibile) sono settabili entrando nei parametri del DRC.
Dirac Live lo fa in modo più user friendly, visto che utilizza una "tendina" che sposta il campo di correzione dei due domini, infatti quando lo testai avevo circoscritto l'area di correzione nei due domini bloccando tutto dentro la frequenza di Schroeder, che nel mio locale spazia attorno i 240hz)
In pratica, come detto prima, un filtro FIR nasce per definizione a fase lineare, quindi nel sistema "pretende" una fase perfetta ma...per farlo applica un tipo di correzione che non si può definire nè lineare e nè minima.
Vediamo nei dettagli cosa fa: abbiamo uno stimolo (segnale di prova, nel nostro caso lo sweep logaritmico) e da questo in ambiente otteniamo la nostra acquisizione che determina la funzione di trasferimento.
Ecco, il segnale in ambiente ottenuto presenterà la somma di un determinato numero di sinusoidi con relativa ampiezza e (ahimè) sfasate l'une con l'altre.
Questo evidentemente non può considerarsi "stimolo originale" ma una sorta di "secondo segnale" pseudo-copia del primo. (lo stimolo).
Acquisiti questi due segnali (stimolo e pseudo-copia dello stesso) vengono dati in pasto al DRC (ma anche al Dirac Live in fondo...).
Il sistema (e relativo algoritmo) scompone i due sistemi (in questo caso a fase minima poichè opereranno nel dominio della frequenza) che compongono la fase e l'eccesso di fase.
C'è una precisa relazione (trasformata di Hilbert) tra frequenza e fase, ovvero: se operiamo nel solo dominio della frequenza non possiamo non operare anche nella fase, ma, per chiarezza...è la fase cosiddetta minima, quindi anche un "semplice equalizzatore" aggiusta la fase, evidentemente lo fa limitando l'intervento, ergo rimanendo dentro la relazione originaria.
Tutto quanto va oltre il concetto di fase minima è definibile come eccesso di fase, quindi un comportamento temporale ignoto determinato rigorosamente dalle caratteristiche del sistema acustico.
Questo è il motivo principale che caratterizza i termini usati e quanto in realtà fanno i sistemi di correzione.
In soldoni possiamo dire che tali sistemi utilizzano nel dominio digitale filtri a fase lineare (FIR) ma che operano con tutti i meccanismi affinchè possa migliorare (per quanto possibile) l'andamento temporale che va oltre il concetto di fase minima...l'eccesso di fase.
Sicuramente ti chiederai Flavio: ma se il DRC opera con un filtraggio finale che non è a fase lineare, perchè definirlo tale ?
Ecco qui, se t'interessa, dovremmo scendere su altri dettagli. (magari ancora più complessi)
saluti, Tom
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Re: Sonarworks Reference 4

#35 Messaggio da Felix »

@Tom: ho fatto delle misurazioni con REW delle mie KEF+sub prima e dopo i tre trattamenti di fase con Reference 4. Come preferisci che te li faccia avere per darci un'occhio? ;)
Grazie!
Suono con mani e piedi...
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Re: Sonarworks Reference 4

#36 Messaggio da TomCapraro »

Felix ha scritto:@Tom: ho fatto delle misurazioni con REW delle mie KEF+sub prima e dopo i tre trattamenti di fase con Reference 4. Come preferisci che te li faccia avere per darci un'occhio? ;)
Grazie!
Salva gli mdat, rinominando correttamente in base al profilo utilizzato, e me li posti nella MP
saluti, Tom
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Re: Sonarworks Reference 4

#37 Messaggio da TomCapraro »

Felix, ho dato una prima sbirciata alle misure.
Noto delle riflessioni dentro la zona ITG, e in base ai tempi sembrano appartenere a delle diffrazioni.
Quale modello di Kef possiedi ?
Come sono posizionate e cosa c'è in prossimità delle stesse ?
saluti, Tom
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Re: Sonarworks Reference 4

#38 Messaggio da Felix »

TomCapraro ha scritto:Felix, ho dato una prima sbirciata alle misure.
Noto delle riflessioni dentro la zona ITG, e in base ai tempi sembrano appartenere a delle diffrazioni.
Quale modello di Kef possiedi ?
Come sono posizionate e cosa c'è in prossimità delle stesse ?
What does ITG mean? :lol: :roll:
Ho le celeberrime LS50 Wireless con il sub XTZ 12.17 completamente tappato nei 2 condotti. Le KEF sono configurate nella modalità default.
L'ambiente è una mansarda. Hanno la TV nel mezzo, il soffitto che sale sopra di loro (30cm), a lato hanno una finestra e una parete liscia (tutte cose che effettivamente riflettono per benino). Hanno un metro e mezzo dalla parete di fondo che però raggiunge un'altezza di 40 cm. Dietro a sinistra del diffusore sinistro la stanza ha un'altra insenatura quadrata.
Suono con mani e piedi...
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Re: Sonarworks Reference 4

#39 Messaggio da TomCapraro »

Per aiutarti a "decodificare" meglio le riflessioni rispetto il suono diretto, posto il tuo diagramma della Energy Time Curve.

E' specificato, in base al tempo della riflessione, quanta distanza (in più) percorre la riflessione rispetto il suono diretto.

In zona ITG vengono percorsi una manciata di centimetri, poi man mano si passa a più di due metri e ottanta.

Le riflessioni che ho "selezionato" dovrebbero subire un attenuazione poichè (specie le primissime) tendono ad alterare l'immagine (localizzazione del diffusore e relativo allargamento della sorgente)

Immagine
saluti, Tom
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Re: Sonarworks Reference 4

#40 Messaggio da TomCapraro »

Felix ha scritto:What does ITG mean? :lol: :roll:
Ho le celeberrime LS50 Wireless con il sub XTZ 12.17 completamente tappato nei 2 condotti. Le KEF sono configurate nella modalità default.
L'ambiente è una mansarda. Hanno la TV nel mezzo, il soffitto che sale sopra di loro (30cm), a lato hanno una finestra e una parete liscia (tutte cose che effettivamente riflettono per benino). Hanno un metro e mezzo dalla parete di fondo che però raggiunge un'altezza di 40 cm. Dietro a sinistra del diffusore sinistro la stanza ha un'altra insenatura quadrata.
Immaginavo, le misure non mentono mai :)
La "ITG" è l'abbreviazione di Initial Time Gap, relativa alle primissime riflessioni.
Determinano la localizzazione della sorgente, quindi se un diffusore presenta delle diffrazioni ai bordi (o riflessioni causate da oggetti molto vicini) la sorgente aumenta le dimensioni virtuali, ergo diventa più localizzabile. (detta in termini audiofili..."scompare meno")
saluti, Tom
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