Le barriere all’entrata e i produttori
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- Il mio Impianto: K.heresy,audion silver night 300b,cdi naim
In estate causa calore valvole preferisco un ampli rega brio, e systemdek
Iix con testina wos 100
Le barriere all’entrata e i produttori
Ora pensate di arrivare con la vostra auto bella bella al casello e le barriere sono giù, ma come devo pagare
Per entrare?
questo è piu o meno quello che succede quando uno, o un’azienda, cerca di entrare in un mercato nuovo.
Ostacoli di ogni tipo che riassiumiamo in barriere all’entrata.
vi sono modi che variano da settore a settore ma noi parliamo di quelli comuni a tutti i settori.
chessò , ti presenti con il prodotto che vuoi vendere al negoziante, e scopri che manco ti ascolta, che gli fai perdere tempo.
Ma come ho il prodotto sbagliato?
no è che non è conosciuto, e qui se devo stare oltre che a ballare, suonare, offrire caramelle anche a spiegare come è
fatto .....che poi magari non si vende perché adesso vanno quelli con le lucine e il tuo non le ha....
Sono nate le fiere e poi sono anche morte ma questo è un altro discorso, sono nate le riviste e poi sono agonizzanti
come le fiere, insomma fai recensire il tuo prodotto, fai pubblicità e ovviamente ricarichi il prezzo dei margini per il negoziante e per i costi che sostieni e ti ripresenti, pensando adesso entro nel mercato.
E invece sei solo degno della sua attenzione e poco più, niente ordini.
Ohibò, che succede?
quello ti dice che a lui interessa il tuo prodotto, ma che non si fa magazzino, lavora con un distributore ,il quale
gli manda il venduto in 24 ore.
Va beh poco male, faccio io il magazzino, e ti spedisco, eh si ma io non compro nulla se vuoi mandami un campione
e lo faccio ascoltare.
e va beh, ecco avete appena iniziato a capire cosa costa entrare nel mercato.
se poi gli lasciate iil vostro prodotto non ne venderete uno.
Ora gli operatori del settore sono la prima barriera, poi vengono i concorrenti, poi i detrattori...insomma a noi
interessa qui solo sapere che ci sono dei costi che superano di gran lunga il costo del componenti che il produttore usa.
noi come consumatori se prendessimo al prezzo di negozio componenti selezionati a norme militari, o di brand rinomati
non avremmo convenienza a copiare un prodotto, quasi quasi lo puoi fare per hobby tanto ci smeni.
non ci credi eh, i produttori sono qui sono la...i venditori pure.
vediamo
gli autocostruttori sono per lo più hobbisti, lo fanno
per passionaccia, stanno ore e ore nei forum per cavare un progetto, poi mesi per finirlo, e magari lo rivendono
sotto al costo in internet
poi ci sono gli autocostruttori evoluti, si va beh, questi sono più bravi, fanno le stesse cose dei precedenti ma sono
più veloci, quindi magari un progetto lo realizzano in meno tempo, e vendono difficilmente ma non sottocosto,mai.
Sono tutti assemblatori come i precedenti, fanno fare però ad altri tutte le lavorazioni possibili, chessò verniciatura, montaggio, falegnameria, scorniciare, ...se tu vai a casa di questi li riconosci subito, non vi è una produzione come nel non evoluto, vi sono solo al più in una stanza i ferri del mestiere, tutti più o meno in ordine.
Il gradino successivo è il piccolo produttore, l’artigiano,
questo ha dipendenti, pochi ... è un assemblatore
Poi via via, se l’artigiano cresce, arriva all’impresa familiare, uguale all’artigiano,poi la piccola azienda che comincia ad avere più di una decina di dipendenti, un laboratorrio, un magazzino, ma che sono ancora assemblatori
e finalmente alla media azienda che in italia non esiste la grande, che è ancora assemblatore ma che integra all’interno
Le fasi di produzione che le conviene, e manda a far fuori quello che conviene.
Quindi traete voi la conclusione.
assemblano tutti, rifiniscono in modo più o meno accurato tutti, danno sufficiente garanzia di permanenza sul mercato tutte?
Per entrare?
questo è piu o meno quello che succede quando uno, o un’azienda, cerca di entrare in un mercato nuovo.
Ostacoli di ogni tipo che riassiumiamo in barriere all’entrata.
vi sono modi che variano da settore a settore ma noi parliamo di quelli comuni a tutti i settori.
chessò , ti presenti con il prodotto che vuoi vendere al negoziante, e scopri che manco ti ascolta, che gli fai perdere tempo.
Ma come ho il prodotto sbagliato?
no è che non è conosciuto, e qui se devo stare oltre che a ballare, suonare, offrire caramelle anche a spiegare come è
fatto .....che poi magari non si vende perché adesso vanno quelli con le lucine e il tuo non le ha....
Sono nate le fiere e poi sono anche morte ma questo è un altro discorso, sono nate le riviste e poi sono agonizzanti
come le fiere, insomma fai recensire il tuo prodotto, fai pubblicità e ovviamente ricarichi il prezzo dei margini per il negoziante e per i costi che sostieni e ti ripresenti, pensando adesso entro nel mercato.
E invece sei solo degno della sua attenzione e poco più, niente ordini.
Ohibò, che succede?
quello ti dice che a lui interessa il tuo prodotto, ma che non si fa magazzino, lavora con un distributore ,il quale
gli manda il venduto in 24 ore.
Va beh poco male, faccio io il magazzino, e ti spedisco, eh si ma io non compro nulla se vuoi mandami un campione
e lo faccio ascoltare.
e va beh, ecco avete appena iniziato a capire cosa costa entrare nel mercato.
se poi gli lasciate iil vostro prodotto non ne venderete uno.
Ora gli operatori del settore sono la prima barriera, poi vengono i concorrenti, poi i detrattori...insomma a noi
interessa qui solo sapere che ci sono dei costi che superano di gran lunga il costo del componenti che il produttore usa.
noi come consumatori se prendessimo al prezzo di negozio componenti selezionati a norme militari, o di brand rinomati
non avremmo convenienza a copiare un prodotto, quasi quasi lo puoi fare per hobby tanto ci smeni.
non ci credi eh, i produttori sono qui sono la...i venditori pure.
vediamo
gli autocostruttori sono per lo più hobbisti, lo fanno
per passionaccia, stanno ore e ore nei forum per cavare un progetto, poi mesi per finirlo, e magari lo rivendono
sotto al costo in internet
poi ci sono gli autocostruttori evoluti, si va beh, questi sono più bravi, fanno le stesse cose dei precedenti ma sono
più veloci, quindi magari un progetto lo realizzano in meno tempo, e vendono difficilmente ma non sottocosto,mai.
Sono tutti assemblatori come i precedenti, fanno fare però ad altri tutte le lavorazioni possibili, chessò verniciatura, montaggio, falegnameria, scorniciare, ...se tu vai a casa di questi li riconosci subito, non vi è una produzione come nel non evoluto, vi sono solo al più in una stanza i ferri del mestiere, tutti più o meno in ordine.
Il gradino successivo è il piccolo produttore, l’artigiano,
questo ha dipendenti, pochi ... è un assemblatore
Poi via via, se l’artigiano cresce, arriva all’impresa familiare, uguale all’artigiano,poi la piccola azienda che comincia ad avere più di una decina di dipendenti, un laboratorrio, un magazzino, ma che sono ancora assemblatori
e finalmente alla media azienda che in italia non esiste la grande, che è ancora assemblatore ma che integra all’interno
Le fasi di produzione che le conviene, e manda a far fuori quello che conviene.
Quindi traete voi la conclusione.
assemblano tutti, rifiniscono in modo più o meno accurato tutti, danno sufficiente garanzia di permanenza sul mercato tutte?
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Re: Le barriere all’entrata e i produttori
Ora vediamo sta cosa degli assemblatori.
se uno si mettesse a produrre dovrebbe fare se non è un pazzo, e vi assicuro ve ne sono, in modo di essere competitivo.
altrimenti si perde i soldini, e senza skipper la barca va alla deriva.
e questo è un ottimo motivo per far produrre a chi ha gia una struttura, chiamiamolo fabbrica.
Sempre che questa fabbrica sia disposta a venderti i suoi prodotti, può darsi che il quantitativo minimo per un singolo ordine sia talmente elevato che il fabbricante non accetta un piccolo ordine, e ti rimpalli a un grossista, oppure addirittura a un distributore.
ma anche la vi sono quantitativi minimi, e allora si va in negozi specializzati.
più o meno la filiera cioè la catena di vendita è questa.
ottenuti i prodotti che servono si comincia il montaggio, l’assemblaggio di tutte le parti necessarie,ma chessò alcune le puoi produrre tu, ad esempio da una fabbrica di bici si passa a una di moto, e magari la verniciatura dei telai la sai fare già quindi non mandi in verniciatura....
quindi arrivi sul mercato con il tuo prodotto e trovi ste barriere, e li ti arrabbi....capito il quadro generale?
quando lo stress sale, cominci a prendertela con il mondo, non capisci più i nemici, dubiti persino degli amici.
vi è chi cerca di aggirare nel modo più economico le barriere, c’è chi tenta con il web, vendite online, gruppi di acquisto, raccolta di preordini, ciò avviene in molti settori, d'altronde se non hai soldini, se non vuoi soci, se le banche non te ne danno...
E questo è il motivo per cui uno poi si arrabbia, le barriere all'entrata sono molte, e che vi credete che uno si fa da parte e ti dice prego ....siiii, c’ è la guerra, e sbrocchi e più ti incaponisci più diventano le barriere del mercato, il quale diciamo la verità è il giudice imparziale.
il guaio è che all’inizio non capisci, ma se poi anche per tua fortuna azzecchi la partenza, perché ti circondi di persone in gamba che ti hanno alzato la barriera, poi hai ancora tutta la strada da percorrere, e gli ostacoli e gli incidenti...ma di questo passo...
se uno si mettesse a produrre dovrebbe fare se non è un pazzo, e vi assicuro ve ne sono, in modo di essere competitivo.
altrimenti si perde i soldini, e senza skipper la barca va alla deriva.
e questo è un ottimo motivo per far produrre a chi ha gia una struttura, chiamiamolo fabbrica.
Sempre che questa fabbrica sia disposta a venderti i suoi prodotti, può darsi che il quantitativo minimo per un singolo ordine sia talmente elevato che il fabbricante non accetta un piccolo ordine, e ti rimpalli a un grossista, oppure addirittura a un distributore.
ma anche la vi sono quantitativi minimi, e allora si va in negozi specializzati.
più o meno la filiera cioè la catena di vendita è questa.
ottenuti i prodotti che servono si comincia il montaggio, l’assemblaggio di tutte le parti necessarie,ma chessò alcune le puoi produrre tu, ad esempio da una fabbrica di bici si passa a una di moto, e magari la verniciatura dei telai la sai fare già quindi non mandi in verniciatura....
quindi arrivi sul mercato con il tuo prodotto e trovi ste barriere, e li ti arrabbi....capito il quadro generale?
quando lo stress sale, cominci a prendertela con il mondo, non capisci più i nemici, dubiti persino degli amici.
vi è chi cerca di aggirare nel modo più economico le barriere, c’è chi tenta con il web, vendite online, gruppi di acquisto, raccolta di preordini, ciò avviene in molti settori, d'altronde se non hai soldini, se non vuoi soci, se le banche non te ne danno...
E questo è il motivo per cui uno poi si arrabbia, le barriere all'entrata sono molte, e che vi credete che uno si fa da parte e ti dice prego ....siiii, c’ è la guerra, e sbrocchi e più ti incaponisci più diventano le barriere del mercato, il quale diciamo la verità è il giudice imparziale.
il guaio è che all’inizio non capisci, ma se poi anche per tua fortuna azzecchi la partenza, perché ti circondi di persone in gamba che ti hanno alzato la barriera, poi hai ancora tutta la strada da percorrere, e gli ostacoli e gli incidenti...ma di questo passo...
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- Iscritto il: 18/05/2019, 16:34
- Il mio Impianto: K.heresy,audion silver night 300b,cdi naim
In estate causa calore valvole preferisco un ampli rega brio, e systemdek
Iix con testina wos 100
Re: Le barriere all’entrata e i produttori
Di questo passo è meglio prendere la moto, ma siccome il tempo è brutto, vi parlerò di harley davidson.
Si harley, che ci frega a noi direte di due ruote, per di più che si stava parlando di barriere all’entrata, di ...
ecco ricordate che avevo accennato al problema della distribuzione, della filiera di vendita.
Ora il distributore ha la funzione di fare magazzino e di fare la rete di vendita.
Beh vi pare poco?
una rete di vendita è un giochino che se per farsela occorrono anni poi per tenerla attiva devi andarci per tutta la vita.
bhe il sig. Carlo talamo inizia prendendo quando nessuno manco poteva comperarla in quanto non distribuito, il marchio
harley, e già che fortuna direte,beh a occhio erano gli anni 70 ,tenete conto del periodo, che le moto in voga allora erano giapponesi....noi andavamo in fiera a vedere tutti accalcati pioneer, sansui, mcintosh....
il nostro eroe, probabilmente si gettò in un mare di problemi, nessuno che gli avrebbe comperato un bestione da 340kg, quando la concorrenza era così agguerrita, honda cb four, kawa 900....e infatti le fabbriche europee chiusero o entrarono in agonia, e il marchio harley era al fallimento, intervenne per salvarlo lo stato,...va beh
la storia la ricordo a spanne ma a grande linee...quella era quando da pischello, leggevo le riviste.
Orbene riesce a farsi dare la distribuzione in esclusiva delle moto, e ti credo ma non facile, poi comincia ad aprire la prima concessionaria la numero 1, quindi inizia a farsi pubblicità, ma anche lì vendite nisba, ed ecco il genio, quello che fa la
differenza, comincia a scrivere cose strane sul bello di andare a spasso con la moto, ovviamente le sue, beh
aveva un prodotto obsoleto...lui lo faceva diventare affascinante, si è inventato la tribù, ovviamente con harley, ..
ha creato un mito, da un ammasso di cromature fatte in stile americano, ha creato la leggenda il mito.
non solo quello, che anche noi non scherziamo in questo, il suo negozio è stato ben presto seguito da altri, e tutti suoi e
naturalmente esclusivi, se volevi un harley era sua...il che ha permesso al suo conto in banca di crescere di pari passo.
ma lui era un appassionato, ci ha creduto, e non distribuì altri marchi, ha venduto l’idea della moto, di quello che
lui vedeva nell’harley,
questo lavoro lo tenne occupato per tutta la vita, ma poi alla sua dipartita, rip, ma questa è un’altra storia....
questo è il vero lavoro di distribuzione, affrontare le barriere, superarle, introdurre nuovi marchi.
e negli stereo...continuate voi che penso al problema del negoziante che sarà la con il pianoforte e il disco da
vendere...essere o avere
Si harley, che ci frega a noi direte di due ruote, per di più che si stava parlando di barriere all’entrata, di ...
ecco ricordate che avevo accennato al problema della distribuzione, della filiera di vendita.
Ora il distributore ha la funzione di fare magazzino e di fare la rete di vendita.
Beh vi pare poco?
una rete di vendita è un giochino che se per farsela occorrono anni poi per tenerla attiva devi andarci per tutta la vita.
bhe il sig. Carlo talamo inizia prendendo quando nessuno manco poteva comperarla in quanto non distribuito, il marchio
harley, e già che fortuna direte,beh a occhio erano gli anni 70 ,tenete conto del periodo, che le moto in voga allora erano giapponesi....noi andavamo in fiera a vedere tutti accalcati pioneer, sansui, mcintosh....
il nostro eroe, probabilmente si gettò in un mare di problemi, nessuno che gli avrebbe comperato un bestione da 340kg, quando la concorrenza era così agguerrita, honda cb four, kawa 900....e infatti le fabbriche europee chiusero o entrarono in agonia, e il marchio harley era al fallimento, intervenne per salvarlo lo stato,...va beh
la storia la ricordo a spanne ma a grande linee...quella era quando da pischello, leggevo le riviste.
Orbene riesce a farsi dare la distribuzione in esclusiva delle moto, e ti credo ma non facile, poi comincia ad aprire la prima concessionaria la numero 1, quindi inizia a farsi pubblicità, ma anche lì vendite nisba, ed ecco il genio, quello che fa la
differenza, comincia a scrivere cose strane sul bello di andare a spasso con la moto, ovviamente le sue, beh
aveva un prodotto obsoleto...lui lo faceva diventare affascinante, si è inventato la tribù, ovviamente con harley, ..
ha creato un mito, da un ammasso di cromature fatte in stile americano, ha creato la leggenda il mito.
non solo quello, che anche noi non scherziamo in questo, il suo negozio è stato ben presto seguito da altri, e tutti suoi e
naturalmente esclusivi, se volevi un harley era sua...il che ha permesso al suo conto in banca di crescere di pari passo.
ma lui era un appassionato, ci ha creduto, e non distribuì altri marchi, ha venduto l’idea della moto, di quello che
lui vedeva nell’harley,
questo lavoro lo tenne occupato per tutta la vita, ma poi alla sua dipartita, rip, ma questa è un’altra storia....
questo è il vero lavoro di distribuzione, affrontare le barriere, superarle, introdurre nuovi marchi.
e negli stereo...continuate voi che penso al problema del negoziante che sarà la con il pianoforte e il disco da
vendere...essere o avere
- rollo
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Re: Le barriere all’entrata e i produttori
ma sei il gemello diversamente educato di audiofilofine ? ps: ciao mario.
comunque proprio per essere precisi talamo distribuì anche la triumph,
che fu proprio quella che alla fine gli risultò fatale.
comunque proprio per essere precisi talamo distribuì anche la triumph,
che fu proprio quella che alla fine gli risultò fatale.
- GianpieroMajandi
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Re: Le barriere all’entrata e i produttori
La Numero Uno fu fondata nel 1984. Lo so senza andare a vedere, perché abitavo a Milano da un anno e una mattina, mentre ero fermo al semaforo di via Nino Bixio angolo Viale Piave, in sella alla mia Triumph Trident (modificata con forcella anteriore con doppio disco Dunstall, cambio Quaife a 5 marce, marmitte a sogliola e colore Regal Purple) fui affiancato da Carlo su una Electra Glide da svenimento. Aveva sentito il rumore dei miei tre cilindri ed era venuto a vedere. Si presentó e mi invitó nella sua nuovissima, appena inaugurata, Numero Uno, zona Monumentale, via Fioravanti. Era appassionato in modo quasi commovente, come del resto lo ero io. Di Carlo ho un bel ricordo.
Ciao
Gianpiero
Gianpiero
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Re: Le barriere all’entrata e i produttori
la mia prima harley fu una electra glide su una foto di motociclismo con tutti i tester a braccia aperte, forse 4.
devo aver riletto quel numero fino a consumare le pagine, ricordo ancora che era azzurra.
correva l’anno 1973 ma forse sbaglio...
son sicuro invece che la prima moto seria che provai fu proprio una bonnie, color oro ma era già il 1978, giornale sotto
Il carter, sempre smontata, ma non mia, e non mi riuscì mai di ritrovarla.
non conobbi di persona il sig. Carlo, però leggevo appassionatamente la sua filosofia di andare in moto, condividevamo
la passione, ricordo che un giorno gli si presentò uno svitato in concessionaria che pretendeva di avere una harley
senza pagarla, al che visto il diniego, questo si presentò dicendo “lei non sa chi sono io”.
inutile dire che la moto la comperò, epperò non avendo la patente ci girava in tondo, era jovannotti da giovane.
Quando ancora faceva il dj
ma allora chi l’avrebbe detto?
devo aver riletto quel numero fino a consumare le pagine, ricordo ancora che era azzurra.
correva l’anno 1973 ma forse sbaglio...
son sicuro invece che la prima moto seria che provai fu proprio una bonnie, color oro ma era già il 1978, giornale sotto
Il carter, sempre smontata, ma non mia, e non mi riuscì mai di ritrovarla.
non conobbi di persona il sig. Carlo, però leggevo appassionatamente la sua filosofia di andare in moto, condividevamo
la passione, ricordo che un giorno gli si presentò uno svitato in concessionaria che pretendeva di avere una harley
senza pagarla, al che visto il diniego, questo si presentò dicendo “lei non sa chi sono io”.
inutile dire che la moto la comperò, epperò non avendo la patente ci girava in tondo, era jovannotti da giovane.
Quando ancora faceva il dj
ma allora chi l’avrebbe detto?
- GianpieroMajandi
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Re: Le barriere all’entrata e i produttori
La Bonnie 650 color oro (fianchetti bianchi) può essere solo una T120V del 1972. 5 marce.
Ho avuto una T140V (750, 5 marce) del 1976. Abituato al Trident, sembrava ferma. Il Trident è rimasto, la Bonnie è andata a chiazzare d'olio il pavimento del garage di qualcun altro.
Ho avuto una T140V (750, 5 marce) del 1976. Abituato al Trident, sembrava ferma. Il Trident è rimasto, la Bonnie è andata a chiazzare d'olio il pavimento del garage di qualcun altro.
Ciao
Gianpiero
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Re: Le barriere all’entrata e i produttori
Grazie per l’aiuto,
gianpiero, che fra centauri ci diamo del tu.
quella triumph non l’ha più trovata nessuno.
ora io non ho foto, non ne esistono nel web, ma non sono il solo che l’ha cercata, ma purtroppo sembra che il proprietario per anni non l’abbia voluta vendere.
allora chiamamolo per nome, il clau.
lui era un personaggio, lavorava all’enel, ma approfittava anche del lavoro per vendere tipo ambulante, poi a casa
faceva il meccanico, riparava alfa, fiat...e pure trovò il tempo per fare una stanza per sviluppare foto, aveva una hassemblad, e poi per aprirsi una radio emittente sua, e iniziò a viaggiare
...si sono perse le tracce sue e della sua moto.
Era il fratello maggiore del norbit, il quale era un 58.
correva l’anno 1974...altre date non ricordo.
ci sei? il clau a tempo perso, giacché all’enel ne aveva, avendo la passionaccia di smontare motori, e quella del triumph.
si mise a cambiare cilindrata a sto motore, che ogni anno era smontato, perché gli piaceva ingarellarsi con le honda
cb 750 ma penso con tutti.
ora immagina il tipo, aveva tic nervosi agli occhi, balbettava, e pure quella strana maniera di mettere la bocca a mo di bacio,
non tutti assieme noo, chesseno era da ricovero, ma dagli un po di stress che partiva.
E quando partiva nessuno sapeva, poi scoprimmo che neppure quando tornava, e nemmeno dove andava, però andava con una tuta in due pezzi nera, con un casco integrale nero, pioggia o sole per lui indifferente.
Un giorno, noi pischelli si diceva che lo battevamo con la moto da cross, era il 1977,,e inutile dirti quanta polvere ci fece mangiare, si perché lui sterrati o strada era uguale.
E così azzardai di provare sta triumph, ora il mio gusto era per le moto da regolarità, 2 tempi, salire su sto coso
basso, se non ricordo male 4 marce, elaborato, credo avesse un freno a disco anteriore e tamburo posteriore,
4 tempi, con il serbatoio largo, e le manopole di plastica pure a barilotto, fu uno choc.
Ma quando accellerai che roba! un trattore, un allungo infinito, ti dovevi aggrappare alle manopole, epperò quando mollavi il gas, il freno motore era esagerato e il serbatoio ti batteva sui zebedei,ingestibile.
Inutile dirti che bollai sta moto come la più choccante che ho provato in più di 40 anni, una volta ci salii con lui e ci superò una cb 750 con il quattro in uno, mi disse di tenermi, come se gia non lo facevo...beh gli partì lo schizzo?
Chi lo sà, di certo che la honda non ci staccava, noi in due, però dopo qualche km di sto tira e molla, mi venne paura e lo feci desistere.
Esteticamente non me la ricordo modificata, serbatoio color oro nero, forse con la sede per le gambe nere, stemma triumph.
fianchetti scuri forse neri, cerchi a raggi, cilindri maggiorati, sedi valvole..mi disse qualcosa una volta, scarichi non ricordo, ma collettori erano di serie, sempre con quel colore amaranto blu.
guarda passerò vedere se trovo il norbit o qualcuno che magari ne metto un altra nel garage.
Ciao marco
gianpiero, che fra centauri ci diamo del tu.
quella triumph non l’ha più trovata nessuno.
ora io non ho foto, non ne esistono nel web, ma non sono il solo che l’ha cercata, ma purtroppo sembra che il proprietario per anni non l’abbia voluta vendere.
allora chiamamolo per nome, il clau.
lui era un personaggio, lavorava all’enel, ma approfittava anche del lavoro per vendere tipo ambulante, poi a casa
faceva il meccanico, riparava alfa, fiat...e pure trovò il tempo per fare una stanza per sviluppare foto, aveva una hassemblad, e poi per aprirsi una radio emittente sua, e iniziò a viaggiare
...si sono perse le tracce sue e della sua moto.
Era il fratello maggiore del norbit, il quale era un 58.
correva l’anno 1974...altre date non ricordo.
ci sei? il clau a tempo perso, giacché all’enel ne aveva, avendo la passionaccia di smontare motori, e quella del triumph.
si mise a cambiare cilindrata a sto motore, che ogni anno era smontato, perché gli piaceva ingarellarsi con le honda
cb 750 ma penso con tutti.
ora immagina il tipo, aveva tic nervosi agli occhi, balbettava, e pure quella strana maniera di mettere la bocca a mo di bacio,
non tutti assieme noo, chesseno era da ricovero, ma dagli un po di stress che partiva.
E quando partiva nessuno sapeva, poi scoprimmo che neppure quando tornava, e nemmeno dove andava, però andava con una tuta in due pezzi nera, con un casco integrale nero, pioggia o sole per lui indifferente.
Un giorno, noi pischelli si diceva che lo battevamo con la moto da cross, era il 1977,,e inutile dirti quanta polvere ci fece mangiare, si perché lui sterrati o strada era uguale.
E così azzardai di provare sta triumph, ora il mio gusto era per le moto da regolarità, 2 tempi, salire su sto coso
basso, se non ricordo male 4 marce, elaborato, credo avesse un freno a disco anteriore e tamburo posteriore,
4 tempi, con il serbatoio largo, e le manopole di plastica pure a barilotto, fu uno choc.
Ma quando accellerai che roba! un trattore, un allungo infinito, ti dovevi aggrappare alle manopole, epperò quando mollavi il gas, il freno motore era esagerato e il serbatoio ti batteva sui zebedei,ingestibile.
Inutile dirti che bollai sta moto come la più choccante che ho provato in più di 40 anni, una volta ci salii con lui e ci superò una cb 750 con il quattro in uno, mi disse di tenermi, come se gia non lo facevo...beh gli partì lo schizzo?
Chi lo sà, di certo che la honda non ci staccava, noi in due, però dopo qualche km di sto tira e molla, mi venne paura e lo feci desistere.
Esteticamente non me la ricordo modificata, serbatoio color oro nero, forse con la sede per le gambe nere, stemma triumph.
fianchetti scuri forse neri, cerchi a raggi, cilindri maggiorati, sedi valvole..mi disse qualcosa una volta, scarichi non ricordo, ma collettori erano di serie, sempre con quel colore amaranto blu.
guarda passerò vedere se trovo il norbit o qualcuno che magari ne metto un altra nel garage.
Ciao marco
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Iix con testina wos 100
Re: Le barriere all’entrata e i produttori
ciao rollo,
hai ragione tu, sono andato a vedere e in effetti vendette la harley alla harley.....
e prese la triumph che gli fu fatale.
Ah gianpiero, non era un trident, era proprio una bonnie, due cilindri, e la cilindrata effettiva credo fosse superiore a 750.
hai ragione tu, sono andato a vedere e in effetti vendette la harley alla harley.....
e prese la triumph che gli fu fatale.
Ah gianpiero, non era un trident, era proprio una bonnie, due cilindri, e la cilindrata effettiva credo fosse superiore a 750.
- GianpieroMajandi
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Re: Le barriere all’entrata e i produttori
Da come mi descrivi il Clau, mi sa che l'ho conosciuto nell'officina del sig. Ghezzi, in viale Biancamaria. È quello che aveva modificato la motopoltrona di un suo amico mettendo su il motore di una Vincent 1000?
La Bonnie era con questo serbatoio qui?
https://images.app.goo.gl/r2b1wG2zjPEtymKB7
La Bonnie era con questo serbatoio qui?
https://images.app.goo.gl/r2b1wG2zjPEtymKB7
Ciao
Gianpiero
Gianpiero
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