MarioBon ha scritto:Personalmente la vedo così: terrei separati
- l'effetto del carico reattivo che produce uno scambio di potenza (reattiva) tra carico e amplificatore,
- la tensone che appare ai morsetti dell'amplificatore quando una forza esterna muove il diaframma (effetto microfonoco) e che può essere correlato non correlata con il segnale da amplificare.
L'effetto del carico reattivo, se è noto, può essere gestito in modo che l'amplificatore lo piloti perfettamente (i metodi sono in letteratura e riguardano il carico puramente capacitivo e puramente induttivo, si possono modificare anche per carichi misti). Dal momento che ogni diffusore ha impedenza diversa, si preferisce far assomigliare l'amplificatore, per quanto possibile, ad un generatore ideale di tensione (con fattore di smorzamento infinito). In questo caso la tensione all'uscita dell'amplificatore è indipendente dal carico e qualsiasi cosa succeda all'uscita dell'amplificatore non ne modifica il funzionamento.
L'effetto microfonico si può misurare:
- si prende il diffusore destro (per esempio) lo si stacca dall'amplificatore e lo si collega all'ingresso di un oscilloscopio (o analizzatore di spettro).
- si fa suonare solo di diffusore sinistro.
- per effetto microfonico l'oscilloscopio mostra un segnale
- più i diffusori sono vicini, più il segnale è ampio.
Quel segnale è la backEMF (in questa specifica situazione) perchè l'altoparlante sta funzionando praticamente a circuito aperto. Se poi muovi il diaframma con la mano l'oscilloscopio ti mostra pure quello.
Ma quella che vedi all'oscilloscopio non è ancora la tensione che vedrebbe l'amplificatore perchè la sua resistenza interna non è infinita. Per sapere cosa vede l'amplificaatore si devono chiudere i morsetti del diffusore destro su un resistore di valore pari alla impedenza interna dell'amplificatore e prendere la tensione ai capi di questo resistore. La tensione diventa molto più piccola (e non è difficile calcolare anche la corrente).
Ora sai quanta tensione e quanta corrente arriva all'uscita dell'ampli (per effetto microfonico nel tuo ambiente). La retroazione (se c'è) deve correggere questa roba. Dato che siamo in banda audio e che il segnale è modesto viene corretto senza tanti patemi. La cosa importante è che l'amplificatore possa erogare corrente in sovraabbondanza. Con gliamplificatori audio ilproblema è sempre la corrente disponibile e lo slew rate.
Quindi questa cosa della BackEMF è un po' sopravvalutata. Essendo un fenomeno circondato da un alone di mistero ha una certa presa sul pubblico. Il vero problema è il pilotaggio dei carichi reattivi che provoca la degenerazione della retta di carico e la possibilità di saturare a tensioni ben più basse della massima tensione di uscita.
Se un amplificatore pilota correttamente i carichi reattivi della BackEMF se ne fa un baffo.
Le cose secondo me stanno così, le misure da fare sono semplici e chi vuole può provare.
E' chiaro ed evidente che, se prendi un amplificatore da 800 watt e gli chiedi di erogarne 100 o 200, non ci saranno problemi sui carichi reattivi e tanto meno di BackEMF. Se poi vuoi anche che suoni bene gli togli le protezioni.
Perfetto ....Mario nel caso in cui il finale non si comporta come un generatore di tensione (ideale) ma come un generatore di corrente ,la resistenza interna risulta decisamente alta ,a tuo avviso in questa condizione la BackEMF assume una valenza maggiore ?
Anni fa provai a quantificare la BackEMF con un woofer a doppia bobina oppure due stessi woofer montati una sopra l'altro ,uno collegata al finale e l'altro con una resistenza in parallelo molto bassa (appunto per ricreare la condizione della resistenza interna al finale ),invece dell'ascilloscopio ho preferito entrare nella scheda audio per acquisire ,in questo modo si ha la possibilita' valutare molto meglio l'andamento del livello del segnale (picco iniziale seguito dalle correnti di ritorno ) ancora meglio e utile acquisire in traccia stereo usando un canale come riferimento .
Diciamo un falso problema la dove un finale si comporta come un generatore in tensione (per quanto possibile tendente all'ideale),invece il vero problema "il carico" ,putroppo non sempre resistivo .....
Comunque ammesso la corrente di ritorno assume valori importanti ,anche in assenza del FB sull'anello totale la stessa corrente non rimane comunque presente nella stessa bobina ,alterando lo smorzamento ?