Buonasera ragazzi, leggendo sul web alcuni sostengono che le differenze tra cavi usb sono perfettamente percepibili
Altri sostengono che trattandosi di dati digitali non è possibile rilevare differenze
Oggi discutendo con gli amici, i piu tecnici hanno tirato fuori questa ipotesi e cioè le interferenze che capta il cavo e che le trasmette al clock facendo crescere il jitter
Tutto questo riconduce alla schermatura ?
Può il rumore aumentare il jitter ?
Come si traduce all'ascolto ?
Grazie a chi vorrà sbrogliare la matassa
cavi usb una spiegazione plausibile
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- TomCapraro
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Re: cavi usb una spiegazione plausibile
I tuoi amici tecnici non sono andati lontano poichè la causa di un possibile (quanto abbastanza raro) cambiamento udibile -tra cavi USB- è determinato effettivamente da disturbi indotti, ancor peggio se questi dovessero cozzare (a livello di Mhz) con la frequenza che genera il clock master.
Dunque la schermatura anche in questo caso assume l'importanza maggiore.
Molto dipende dai livelli d'inquinamento, e l'energia/frequenza dei disturbi.
Entro domani salgo qualche grafico e aggiungo ulteriori dettagli.
Dunque la schermatura anche in questo caso assume l'importanza maggiore.
Molto dipende dai livelli d'inquinamento, e l'energia/frequenza dei disturbi.
Entro domani salgo qualche grafico e aggiungo ulteriori dettagli.
saluti, Tom
- MarioBon
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Re: cavi usb una spiegazione plausibile
Mi è capitato di dover usare un cavo USB lungo 5 metri e di notare un numero di righe nel rumore di fondo che con il cavo corto non erano presenti. Evidentemente la colpa è della schermatura poco efficiente del cavo. Infatti basta spegnere la luce per vederle ridurre (l'impianto è fatto con lampade da 12 Volt con relativi trasformatori che sembrano irradiare non poco).
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Re: cavi usb una spiegazione plausibile
Fate conto che 10 metri è il massimo che riesce a pilotare una USB.
- Ligo
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Re: cavi usb una spiegazione plausibile
Se non ricordo male 5 metri è il limite massimo per USB 2.0.
In questo universo ogni oggetto ordinale o è una banana o non è una banana.
Ciao. Fabio
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- TomCapraro
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Re: cavi usb una spiegazione plausibile
Il protocollo USB, come per le altre interfacce digitali, veicola una portante.
La portante è un segnale analogico a tutti gli effetti e ha una frequenza propria.
Essendo un protocollo asincrono (oggi lo sono praticamente tutti) implementa un feeedback di controllo sulle istruzioni, l'arbitraggio del bus e assenza di underrun/overrun con clock direttamente nel device...in soldoni non trasporta il clock master, ma le trame relative alla pacchettizzazione.
Essendo però un cavo "analogico" trasporta anche eventuali disturbi.
Se i disturbi sono relativamente bassi e "fuori frequenza di esercizio" allora qualunque cavo USB può tranquillamente funzionare, che sia da stampante o ultra high end...di differenze non ce ne sarebbero.
Se invece i disturbi entrassero in contatto con il segnale (in particolar modo alla frequenza di esercizio degli oscillatori che generano il clock) allora, se sufficientemente di ampiezza elevata, potrebbe cambiare qualcosa.
Ho simulato una portante a 32 bit, a questa è stato aggiunto un rumore e successivamente un rumore più elevato.
Più aumenta il rumore e più cambia il valore di jitter rms.
-98,65dB per un totale di 9,7ns di jitter.
Se invece viene iniettato un rumore pari a -64,46db, il jitter schizza a 497,3ns.
Se questi valori fossero generati oltre il ricevitore (che solitamente implementa qualcosa per ridurre il rumore) il suono prodotto sarebbe uno schifo.
Dipende da "come" è strutturato il DAC, dipende da come è isolato galvanicamente (che poi tutti dichiarano di esserlo senza però effettivamente abbatterlo del tutto).
Le differenze alle misure a questo punto potremmo prenderle, o all'interno del DAC (parte elettronica oltre il ricevitore) oppure semplicemente dallo stadio uscita analogico.
Qualcuno potrà pensare che un disturbo a -64dB non esista, almeno nelle normali condizioni d'uso casalingo, invece esistono eccome ma...spesso a frequenze la cui misurabilità richiede strumenti specifici.
Questo è passato direttamente dalle mie mani: impianto hifi che con il volume al massimo (con pre attivo ad alto guadagno) si percepiva "radio maria" dunque una frequenza molto alta può perfettamente intermodulare e farsi percepire, se non lo facesse potrebbe sempre interferire con i clock e sporcare la conversione D/A.
-27,06dBm equivalgono a -40,07dBV (o molto approssimativamente a -57dBFS)
Si può concludere dicendo che, in generale, tra cavi USB non si avvertono differenze, allo stesso tempo si può affermare che, a seconda del tipo di cavo--ricevitore del DAC, e a seconda dell'inquinamento RFI qualcosa può accadere.
I disturbi RFI spaziano in determinate frequenze, qui sotto un piccolo elenco:
Radio AM (da 0,5 a 1,5 Megahertz)
Radio CB e OM (da 3 a 30 Megahertz)
CB e Ripetitori R.F. o altro (da 26 a 60 Megahertz)
Radio FM, Aerei, Marine, Ponti di servizio (da 60 a 150 Megahertz)
Disturbi Neon, Dimmer e Macchine industriali (da 50 a 400 Hertz)
Disturbi elettrici Saldatrici (archi elettrici) (da 500 Hz a 150 Mhz)
La portante è un segnale analogico a tutti gli effetti e ha una frequenza propria.
Essendo un protocollo asincrono (oggi lo sono praticamente tutti) implementa un feeedback di controllo sulle istruzioni, l'arbitraggio del bus e assenza di underrun/overrun con clock direttamente nel device...in soldoni non trasporta il clock master, ma le trame relative alla pacchettizzazione.
Essendo però un cavo "analogico" trasporta anche eventuali disturbi.
Se i disturbi sono relativamente bassi e "fuori frequenza di esercizio" allora qualunque cavo USB può tranquillamente funzionare, che sia da stampante o ultra high end...di differenze non ce ne sarebbero.
Se invece i disturbi entrassero in contatto con il segnale (in particolar modo alla frequenza di esercizio degli oscillatori che generano il clock) allora, se sufficientemente di ampiezza elevata, potrebbe cambiare qualcosa.
Ho simulato una portante a 32 bit, a questa è stato aggiunto un rumore e successivamente un rumore più elevato.
Più aumenta il rumore e più cambia il valore di jitter rms.
-98,65dB per un totale di 9,7ns di jitter.
Se invece viene iniettato un rumore pari a -64,46db, il jitter schizza a 497,3ns.
Se questi valori fossero generati oltre il ricevitore (che solitamente implementa qualcosa per ridurre il rumore) il suono prodotto sarebbe uno schifo.
Dipende da "come" è strutturato il DAC, dipende da come è isolato galvanicamente (che poi tutti dichiarano di esserlo senza però effettivamente abbatterlo del tutto).
Le differenze alle misure a questo punto potremmo prenderle, o all'interno del DAC (parte elettronica oltre il ricevitore) oppure semplicemente dallo stadio uscita analogico.
Qualcuno potrà pensare che un disturbo a -64dB non esista, almeno nelle normali condizioni d'uso casalingo, invece esistono eccome ma...spesso a frequenze la cui misurabilità richiede strumenti specifici.
Questo è passato direttamente dalle mie mani: impianto hifi che con il volume al massimo (con pre attivo ad alto guadagno) si percepiva "radio maria" dunque una frequenza molto alta può perfettamente intermodulare e farsi percepire, se non lo facesse potrebbe sempre interferire con i clock e sporcare la conversione D/A.
-27,06dBm equivalgono a -40,07dBV (o molto approssimativamente a -57dBFS)
Si può concludere dicendo che, in generale, tra cavi USB non si avvertono differenze, allo stesso tempo si può affermare che, a seconda del tipo di cavo--ricevitore del DAC, e a seconda dell'inquinamento RFI qualcosa può accadere.
I disturbi RFI spaziano in determinate frequenze, qui sotto un piccolo elenco:
Radio AM (da 0,5 a 1,5 Megahertz)
Radio CB e OM (da 3 a 30 Megahertz)
CB e Ripetitori R.F. o altro (da 26 a 60 Megahertz)
Radio FM, Aerei, Marine, Ponti di servizio (da 60 a 150 Megahertz)
Disturbi Neon, Dimmer e Macchine industriali (da 50 a 400 Hertz)
Disturbi elettrici Saldatrici (archi elettrici) (da 500 Hz a 150 Mhz)
saluti, Tom
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cavi autocostruiti schermati
Re: cavi usb una spiegazione plausibile
Capito grazie
Diciamo che le differenze le stabilisce un eventuale disturbo in un cavo permeabile al disturbo stesso, e deve avere anche una certa incisività
Diciamo che le differenze le stabilisce un eventuale disturbo in un cavo permeabile al disturbo stesso, e deve avere anche una certa incisività
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