Ero davvero preoccupato. Quasi 12 ore che Fabrizio Calabrese non replicava. Ed ecco, puntuale come una cartella esattoriale, la sua risposta come sempre condita dai soliti insulti.
Cerchiamo di essere buoni e concreti. Rispondiamo, come dice lui, in maniera "pacata".
"...A volte è davvero faticoso farsi comprendere da chi ha pregiudizi o interessi spiccioli, per cui non ragiona. Io ho scritto che all'epoca non c'erano praticamente alternative all'impiego di quel tweeter. Ma non appena ho avuto in casa una coppia di Audax (PR130 P20, se ricordo bene) privi di ferrofluid... ecco che il JBL2405 se ne è andato subito a far parte del piccolo museo che ancora conservo...."
Riguardo al tweeter Audax PR 130 P20 in rete non si trova nulla. Riguardo al JBL2405/077 in rete c'è un mondo. Come mai? Se fosse così scarso le parti sarebbero invertite. A proposito, le versioni JBL2405/077 non hanno ferrofluido.
Siamo buoni, indichiamogli un link dal quale cominciare a leggere:
http://www.audioheritage.org/vbulletin/ ... omparisons
Inoltre, l'anello di cui è costituito, consente di avere una bobina mobile di grandi dimensioni con un diaframma che può utilizzare un'area inferiore rispetto a un diaframma a cupola dello stesso diametro. Meno area = meno massa, meno massa corrisponde a migliore per la risposta in ambito sia "HF" che "transitori". Teniamo conto anche della dispersione.
Ma andiamo avanti nella replica laddove vengo considerato "sfigato" e "pieno di livore".
Riguardo ad un fullrange potrà mai funzionare come un mid+tw? Tecnicamente la risposta è sì, funziona, ma è al contempo vero che non suonerà altrettanto bene.
A meno che non si confronti con il sistema un ascoltatore posto in una stanza tranquilla con dei buoni diffusori multivia e un amplificatore altrettanto buono (o una band dal vivo), probabilmente non si noterà la differenza.
Ma non siamo "distruttivi": cerchiamo in concreto di parlare dei pro e dei contro.
Prima i lati positivi di un full range:
L'assenza di un crossover significa che la risposta di fase di un altoparlante a driver singolo è più lineare di un altoparlante a più vie (passivo). Ma lui usa un sub (o mid-basso) passivo.
L'assenza di un crossover significa che un altoparlante a driver singolo tenderà ad avere una risposta polare più uniforme rispetto a un altoparlante a più vie (non coassiale). Vedi il punto sopra.
Ora gli aspetti negativi:
Il singolo driver sarà più grande di un singolo tweeter, quindi l'altoparlante tenderà ad essere più direzionale alle frequenze più alte.
Il singolo driver tenderà a generare più distorsione di intermodulazione perché lo stesso cono che sta producendo le alte frequenze si sposterà maggiormente man mano che riproduce le basse frequenze.
Il singolo driver avrà difficoltà a trovare un equilibrio tra la riproduzione di bassi profondi (che richiede una superficie maggiore / bassa frequenza di risonanza) e l'essere abbastanza piccolo da non soffrire di break-up del cono nelle alte frequenze.
Per questi motivi, gli altoparlanti a driver singolo tendono a suonare in modo diverso dagli altoparlanti a più vie. La maggior parte dei problemi che i diffusori a driver singolo tendono a risolvere vengono risolti in modo più efficace con altri mezzi (ad es. Crossover DSP attivi, design coassiali), con compromessi meno significativi. Ci sono pochissime applicazioni oltre ai piccoli altoparlanti portatili per le quali direi che valgono i limiti significativi di un altoparlante con un solo driver.
Trattandosi essenzialmente di un sistema a due vie non vendgono a meno i vantaggi di cui sopra?
Ora veniamo al curriculum. Io non sono né un autocostruttore, né un traffichino. Le uniche cose che ho venduto o meglio, sostituite, derivavano la necessità di una nuova collocazione dell'impianto in una nuova abitazione.
Autocostruttore? Il mio lavoro mi concede pochissimo tempo.
Curriculum? Io non sono un progettista, non sono un ingegnere ma ho una laurea ed una specializzazione in ambito ambito scientifico che mi permette di conoscere ed usare quotidianamente cd. "metodo sperimentale".
Riformulo la stessa domanda a Fabrizio Calabrese (che più volte gli ho rivolto senza mai ottenere una risposta): lui ha una laurea attinente/equipollente l'elettroacustica? Per fare un ponte serve una laurea in ingegneria civile; gli esempi sono tanti.
Ha criticato tanto le JBL 4345. Del suo sistema cosa possiamo dire? Esiste una prova "esaustiva"? Dobbiamo basarci solo sull'ascolto di 6-10 persone? Dobbiamo basarci su un esame non riproducibile? Il Calabrese non criticava i diffusori RD? Propone un bicono come l'ottava meraviglia?
Altri spunti di riflessione per un appassionato:
- Sorgenti. Bobine, vinili, DSD, PCM alta risoluzione: non pervenuti. Siamo rimasti al Behringer 24/96 buono per carità ma datato.
- Brani. Siamo rimasti all'elicottero di "The Wall" e la "Canzone di Marinella". Altro? Non pervenuto.
- Riproduzione ai bassi livelli. Non pervenuta.
- Dispersione orizzontale e verticale. Non pervenute.
- Aspetto interessante: studio delle risonanze. Non pervenuto.
- Andamento dell'impedenza: non pervenuto.
- Analisi in camera anecoica: non pervenuto.
Andando sul nuovo ci sono marche più o meno commerciali ed altre rivolte al mercato PRO, di nicchia, ma con prestazioni "certe" e "certificate": Klein+Hhummel, Genelec le prime che mi vengono in mente e che presentano anche un completo sistema di calibrazione, di amplificazione fuori da ogni sospetto. Ultimo ma non meno importante: una garanzia a norma di legge ed un'assistenza puntuale.
Lo stesso si può dire di Calabrese? Quali sono le certificazioni di sicurezza?
Le mie sono soltanto domande senza alcun livore ma dettate dal buon senso e dal dubbio instillato anche da altri ascoltatori. Riporto dal sito di Fabrizio calabrese:
http://www.hifi-forumlibero.it/phpBB3/v ... zo#p142332
Che ne dite?