IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori (cc)
- fab0
- Messaggi: 303
- Iscritto il: 28/01/2017, 10:06
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Scusate se insisto. Visto che stiamo parlando di come venga gestita bene la pressione sonora, se non ci mettiamo di mezzo l'spl, parliamo del nulla...
- MarioBon
- Amministratore del forum
- Messaggi: 10553
- Iscritto il: 24/11/2016, 13:13
- Il mio Impianto: molto variabile: Amplificatore Audio Analog, Diffusori autocostruiti, lettore CD autocostruito.
- Località: Venezia
- Contatta:
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Al momento stiamo trattando la dispersione verticale di un array formato da 48 sorgenti distanziale 36 mm in campo semivicino. L'SPl che ci puoi ottenere dipende da come scegli di collegare assieme tutto l'ambaradan (anche in funzione della impedenza che si vuole ottenere).fab0 ha scritto:Scusate se insisto. Visto che stiamo parlando di come venga gestita bene la pressione sonora, se non ci mettiamo di mezzo l'spl, parliamo del nulla...
L'SPL verrà dopo e comunque il sistema è amplificato quindi basta "regolare il volume". Con 48 tweeter non vedo problemi di tenuta in potenza.
Mario Bon http://www.mariobon.com
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Addams Family)
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Addams Family)
- fab0
- Messaggi: 303
- Iscritto il: 28/01/2017, 10:06
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Ironicamente direi perchè non 96 o 192? Ah, ma non sono i kHz del bitrate! 
Sciocchezze a parte, il numero di trasduttori, non è una novità in senso stretto e, di solito, è strettamente legata a considerazioni di tenuta.
Ammesso che la tesi del "molti è meglio di pochi" sia fondata, qualche nota a lato su pressioni, potenze, distorsioni ce le metterei.
48 trasduttori per riprodurre 80db/m? o 100? o 140? non mi sembra un parametro ininfluente
E' solo una mia difficoltà nel seguire il ragionamento. Mi rimetto in ascolto.

Sciocchezze a parte, il numero di trasduttori, non è una novità in senso stretto e, di solito, è strettamente legata a considerazioni di tenuta.
Ammesso che la tesi del "molti è meglio di pochi" sia fondata, qualche nota a lato su pressioni, potenze, distorsioni ce le metterei.
48 trasduttori per riprodurre 80db/m? o 100? o 140? non mi sembra un parametro ininfluente

E' solo una mia difficoltà nel seguire il ragionamento. Mi rimetto in ascolto.
- MarioBon
- Amministratore del forum
- Messaggi: 10553
- Iscritto il: 24/11/2016, 13:13
- Il mio Impianto: molto variabile: Amplificatore Audio Analog, Diffusori autocostruiti, lettore CD autocostruito.
- Località: Venezia
- Contatta:
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Abbi pazienza, si arriverà anche all'SPL che, in questo caso, dipende dalla distanza del punto di ascolto (come si vede nelle simulazioni).fab0 ha scritto:Ironicamente direi perché non 96 o 192? Ah, ma non sono i kHz del bitrate!
Sciocchezze a parte, il numero di trasduttori, non è una novità in senso stretto e, di solito, è strettamente legata a considerazioni di tenuta.
Ammesso che la tesi del "molti è meglio di pochi" sia fondata, qualche nota a lato su pressioni, potenze, distorsioni ce le metterei.
48 trasduttori per riprodurre 80db/m? o 100? o 140? non mi sembra un parametro ininfluente
E' solo una mia difficoltà nel seguire il ragionamento. Mi rimetto in ascolto.
Mario Bon http://www.mariobon.com
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Addams Family)
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Addams Family)
-
- Messaggi: 378
- Iscritto il: 01/12/2016, 16:09
- Località: albano laziale
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
mi pare di capire che il singolo array abbia una dispersione orizzontale più omogenea..il discorso del filtro progressivo potrebbe essere interessante..anche se come dice Alessandro ma sono pronto a ricredermi appena ascolterò il sistema una delle peculiaretà di questo sys è la flessibilità del punto di ascolto..
senza fare ragionamenti inutili dalle simulazioni secondo mè si evince..che invece il punto di ascolto deve essere scelto quasi vincolato..o in campo vicno o semivicino..in modo da ottimizzare il sistema..su questo parametro.. di certo è abbastanza ovvio che un sys di tali dimensioni e ingombri..debba essere destinato ad ambienti non piccoli..quindi secondo mè io lo ottimizzerei per distanze d ascolto di 4 o anche 6 mt.. nel senso che se stò a 5 mt o anche 6 in una sala grande e in quel punto largo quanto un divan a 3 posi ho un ttimo fuoco coerenza e banda passante con in più l spl e il basso mascheramento ( intelleggibilità) mi frega assai se quando stò in piedi a bere il caffè..sono fuori target..l importante è che il posto di comando è coperto..
senza fare ragionamenti inutili dalle simulazioni secondo mè si evince..che invece il punto di ascolto deve essere scelto quasi vincolato..o in campo vicno o semivicino..in modo da ottimizzare il sistema..su questo parametro.. di certo è abbastanza ovvio che un sys di tali dimensioni e ingombri..debba essere destinato ad ambienti non piccoli..quindi secondo mè io lo ottimizzerei per distanze d ascolto di 4 o anche 6 mt.. nel senso che se stò a 5 mt o anche 6 in una sala grande e in quel punto largo quanto un divan a 3 posi ho un ttimo fuoco coerenza e banda passante con in più l spl e il basso mascheramento ( intelleggibilità) mi frega assai se quando stò in piedi a bere il caffè..sono fuori target..l importante è che il posto di comando è coperto..
- MarioBon
- Amministratore del forum
- Messaggi: 10553
- Iscritto il: 24/11/2016, 13:13
- Il mio Impianto: molto variabile: Amplificatore Audio Analog, Diffusori autocostruiti, lettore CD autocostruito.
- Località: Venezia
- Contatta:
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Articoli sui line array:
JBL (in fondo alla pagina):
http://www.mariobon.com/Corsi/index_EV.htm
Noselli (un po' in basso):
http://www.mariobon.com/index_articoli_AES.htm
JBL (in fondo alla pagina):
http://www.mariobon.com/Corsi/index_EV.htm
Noselli (un po' in basso):
http://www.mariobon.com/index_articoli_AES.htm
Mario Bon http://www.mariobon.com
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Addams Family)
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Addams Family)
-
- Messaggi: 378
- Iscritto il: 01/12/2016, 16:09
- Località: albano laziale
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
quelli di Noselli li conosco...di articoli.
- landscape12
- Messaggi: 41
- Iscritto il: 05/02/2017, 23:27
- Il mio Impianto: in progress
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
cerchiamo se è possibile di tenere distinti il campo professionale da quello hifi.
Hanno priorità troppo differenti.
tra l'altro il fatto che Alessandro si sia trovato a concepire dei line array è stata solo una conseguenza.
Hanno priorità troppo differenti.
tra l'altro il fatto che Alessandro si sia trovato a concepire dei line array è stata solo una conseguenza.
-
- Messaggi: 547
- Iscritto il: 26/01/2017, 10:28
- Il mio Impianto: Sistema SYMPHO
- Località: Valmontone (RM)
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
In effetti l'esigenza è stata quella di utilizzare molti trasduttori, e questo ha portato necessariamente ad operare una scelta sulla geometria dell'emissione.
Ho scelto il singolo allineamento per ogni via per vari motivi.
Anzitutto lascia "intatta" la dispersione orizzontale dell'altoparlante. E non è poco.
Poi permette statisticamente il massimo avvicinamento tra allineamenti di vie adiacenti, con conseguenti benefici sulla dispersione orizzontale nelle zone d'incrocio.
Infine, limita l'ingombro laterale, che con tante vie può diventare problematico.
Premesso che, in assoluto, è opportuno avvicinare il più possibile i centri d'emissione dell'array, non resta che analizzare la dispersione verticale in funzione dell'altezza (l'estensione verticale dell'allineamento), della distanza d'ascolto e delle frequenze.
Ridurre l'altezza equivale a spostare l'ascolto verso il campo lontano, dove la forte direttività vincola verticalmente l'ascolto ad una precisa posizione, ma gode di un grande allineamento temporale delle varie sorgenti, a beneficio della capacità di focalizzazione.
Aumentare l'altezza invece, equivale a spostare l'ascolto verso il campo vicino, cioè in una condizione dove la dispersione garantisce un'ottima “copertura” verticale, ma vengono dilatati i tempi con cui il segnale giunge all'ascoltatore.
Quanto detto è estremizzato alle alte frequenze, dove in termini di direttività, ad un array sono sufficienti poche decine di centimetri affinché questo si comporti effettivamente da array.
Probabilmente il miglior risultato si otterrebbe fissando rigidamente la posizione verticale d'ascolto, che dovrà cadere ortogonalmente nel centro dell'allineamento, e ottimizzando poi l'altezza dell'array in funzione della distanza d'ascolto, cercando poi il miglior compromesso tra un buon allineamento temporale e l'utilizzo di un cospicuo numero di trasduttori.
Personalmente non amo essere vincolato ad una posizione.
Mi piace ascoltare la musica anche quando passo l'aspirapolvere. Anche da un'altra stanza.
Ho scelto allineamenti di un paio di metri a tutte le frequenze riprodotte dagli array.
Ritengo che con tale configurazione, 4-5 metri di distanza d'ascolto siano sufficienti ad ottenere una buona focalizzazione e un'ottima dispersione.
Ho scelto il singolo allineamento per ogni via per vari motivi.
Anzitutto lascia "intatta" la dispersione orizzontale dell'altoparlante. E non è poco.
Poi permette statisticamente il massimo avvicinamento tra allineamenti di vie adiacenti, con conseguenti benefici sulla dispersione orizzontale nelle zone d'incrocio.
Infine, limita l'ingombro laterale, che con tante vie può diventare problematico.
Premesso che, in assoluto, è opportuno avvicinare il più possibile i centri d'emissione dell'array, non resta che analizzare la dispersione verticale in funzione dell'altezza (l'estensione verticale dell'allineamento), della distanza d'ascolto e delle frequenze.
Ridurre l'altezza equivale a spostare l'ascolto verso il campo lontano, dove la forte direttività vincola verticalmente l'ascolto ad una precisa posizione, ma gode di un grande allineamento temporale delle varie sorgenti, a beneficio della capacità di focalizzazione.
Aumentare l'altezza invece, equivale a spostare l'ascolto verso il campo vicino, cioè in una condizione dove la dispersione garantisce un'ottima “copertura” verticale, ma vengono dilatati i tempi con cui il segnale giunge all'ascoltatore.
Quanto detto è estremizzato alle alte frequenze, dove in termini di direttività, ad un array sono sufficienti poche decine di centimetri affinché questo si comporti effettivamente da array.
Probabilmente il miglior risultato si otterrebbe fissando rigidamente la posizione verticale d'ascolto, che dovrà cadere ortogonalmente nel centro dell'allineamento, e ottimizzando poi l'altezza dell'array in funzione della distanza d'ascolto, cercando poi il miglior compromesso tra un buon allineamento temporale e l'utilizzo di un cospicuo numero di trasduttori.
Personalmente non amo essere vincolato ad una posizione.
Mi piace ascoltare la musica anche quando passo l'aspirapolvere. Anche da un'altra stanza.
Ho scelto allineamenti di un paio di metri a tutte le frequenze riprodotte dagli array.
Ritengo che con tale configurazione, 4-5 metri di distanza d'ascolto siano sufficienti ad ottenere una buona focalizzazione e un'ottima dispersione.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto; ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede. (E. Schrodinger)
- MarioBon
- Amministratore del forum
- Messaggi: 10553
- Iscritto il: 24/11/2016, 13:13
- Il mio Impianto: molto variabile: Amplificatore Audio Analog, Diffusori autocostruiti, lettore CD autocostruito.
- Località: Venezia
- Contatta:
Re: IL REGIME STATICO, un sistema da 300 trasduttori
Quest'ultimo post di Alessandro è molto equilibrato perché parte da una scelta tecnica (l'uso di molti altoparlanti) e ne affronta le conseguenze tenendo in considerazione l'effettivo utilizzo del sistema (riproduzione domestica). Anche le conclusioni sono sostanzialmente corrette.
La cosa che più mi interessa del sistema di Alessandro è la seguente:
sappiamo quali sono le caratteristiche che, idealmente, dovrebbe avere un sistema (risposta in frequenza, all'impulso, distorsione, ecc.). Quello che è meno chiaro, perché dipende da come opera l'apparato uditivo, è, se esiste una qualità che debba essere considerata prevalente sulle altre.
Mi spiego meglio: la distorsione deve essere bassa, la risposta in frequenza deve essere piatta, la risposta impulsiva deve essere "perfetta",ecc.
Ma nel sistema di Alessandro la risposta impulsiva, per quanto ottimizzata, non può fisicamente essere "perfetta" perché i vari altoparlanti si trovano a distanze diverse dal punto di ascolto.
Allora mi domando: è possibile che una distorsione molto bassa sia "prevalente" rispetto ad una risposta impulsiva "imperfetta"? ed entro quali limiti ciò avviene?
Una esperienza simile l'ho fatta durante la progettazione di un certo diffusore che ha una distorsione molto bassa (ai limiti dello 0.1% su una banda molto ampia).
Abbiamo passato un lungo periodo facendo una infinità di variazioni ai cross-over. Tuttavia il diffusore (a parte piccole differenze "timbriche" che poi andavano bene con certe registrazioni e meno bene con altre) suonava sempre in modo più che soddisfacente.
In sostanza quando la distorsione è molto bassa sembra che altre caratteristiche passino in secondo piano.
Se così fosse (e penso anche che lo sia) il pregio maggiore di un diffusore sarebbe quello di "non dare fastidio" cosa che si può ottenere in diversi modi uno dei quali è quello adottato da Alessandro (anche se commercialmente di difficile applicazione non tanto per i costi quanto per lo "spazio" richiesto).
La cosa che più mi interessa del sistema di Alessandro è la seguente:
sappiamo quali sono le caratteristiche che, idealmente, dovrebbe avere un sistema (risposta in frequenza, all'impulso, distorsione, ecc.). Quello che è meno chiaro, perché dipende da come opera l'apparato uditivo, è, se esiste una qualità che debba essere considerata prevalente sulle altre.
Mi spiego meglio: la distorsione deve essere bassa, la risposta in frequenza deve essere piatta, la risposta impulsiva deve essere "perfetta",ecc.
Ma nel sistema di Alessandro la risposta impulsiva, per quanto ottimizzata, non può fisicamente essere "perfetta" perché i vari altoparlanti si trovano a distanze diverse dal punto di ascolto.
Allora mi domando: è possibile che una distorsione molto bassa sia "prevalente" rispetto ad una risposta impulsiva "imperfetta"? ed entro quali limiti ciò avviene?
Una esperienza simile l'ho fatta durante la progettazione di un certo diffusore che ha una distorsione molto bassa (ai limiti dello 0.1% su una banda molto ampia).
Abbiamo passato un lungo periodo facendo una infinità di variazioni ai cross-over. Tuttavia il diffusore (a parte piccole differenze "timbriche" che poi andavano bene con certe registrazioni e meno bene con altre) suonava sempre in modo più che soddisfacente.
In sostanza quando la distorsione è molto bassa sembra che altre caratteristiche passino in secondo piano.
Se così fosse (e penso anche che lo sia) il pregio maggiore di un diffusore sarebbe quello di "non dare fastidio" cosa che si può ottenere in diversi modi uno dei quali è quello adottato da Alessandro (anche se commercialmente di difficile applicazione non tanto per i costi quanto per lo "spazio" richiesto).
Mario Bon http://www.mariobon.com
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Addams Family)
"Con delizia banchettiamo con coloro che volevano assoggettarci" (Addams Family)
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Bing [Bot] e 2 ospiti