Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

ho questo problema...questa è la soluzione
DRC, equalizzazione attiva e passiva
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MarioBon
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Re: Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

#11 Messaggio da MarioBon »

se si vuole mantenere lo schema del triangolo equilatero, allontanare i diffusori comporta anche aumentare la distanza di ascolto. Se c'è spazio non c'è problema.

Proverei anche questo:
- allontanare i diffusori
- ruotarli verso il centro in modo che incrocino davanti alla testa dell'ascoltatore (da 20 a 50 centimetri)
- il punto di ascolto può essere avvicinato

Le prime riflessioni laterali risultano attenuate e le riflessioni tendono a passare alle spalle dell'ascoltatore.
Questa disposizione (con l'angolo al vertice del triangolo è maggiore di 60°) accentua il senso della profondità della scena. Quando si perde il canale centrale significa che la distanza tra i due canali è eccessiva.

Il fatto che questa disposizione sia in contrasto con le usuali indicazioni di triangolo isoscele o equilatero non deve spaventare. Provare non costa nulla e si può sempre tornare indietro.
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Re: Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

#12 Messaggio da Pippo Grasso »

Sì, Mario nella mia disposizione, infatti, l’angolo al vertice è molto maggiore di 60° e il canale centrale è ben distinguibile., il cantante si trova in piedi davanti a me, proverò comunque ad allontanare fra loro i diffusori e, come hai suggerito tu, se dovessi perdere il canale centrale, tornerò indietro. grazie sempre.
kalos
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Re: Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

#13 Messaggio da kalos »

Credo che potrebbe essere interessante aggiungere delle considerazioni anche sulla distanza di ascolto dai diffusori.
Provo a buttare qualche idea che mi piacerebbe approfondire ...
Riducendo il triangolo diffusori/punto di ascolto non cambiano solo i ritardi fra i suoni diretti e quelli riflessi, ma cambia anche il rapporto fra le loro intensità.
E quanto più ci si avvicina alla sorgente, tanto più aumenta questo rapporto.
Paradossalmente, se fosse possibile ascoltare in condizioni di "campo vicino" si verrebbe addirittura a creare un ascolto tipo camera anecoica.
Quindi, riducendo la distanza di ascolto e guardando la curva che mette in relazione immagine con spazialità, si verrebbe a spostare la condizione verso il basso (maggior spazialità).
Così facendo, magari con diffusori orientati verso l'ascoltatore (quindi con ridotto effetto nell'intensità e nel ritardo delle riflessioni laterali) dovrei aumentare la chiarezza, a scapito della riduzione dell'ampiezza della scena sonora.
Sono corrette queste considerazioni?
Nel mio caso, avendo diffusori coassiali, quali controindicazioni avrei nell'avvicinarmi troppo?
E se non fossero coassiali?
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Re: Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

#14 Messaggio da MarioBon »

In linea di principio hai ragione.
Diminuire la distanza aumenta il suono diretto rispetto al suono riflesso. Aumenta anche la percezione delle frequenze acute. Questo rende il suono percepito più aspro (come si accorse Bose e come si leggeva 50 anni fa nella letteratura Philips specie in monofonia).
Rispetto ai sistemi convenzionali i coassiali diventano più direttivi alle frequenze medie e alte. Il vantaggio del coassiale è che l'asse principale di radiazione non cambia con la distanza di ascolto. In un sistema multivia il centro di radiazione passa dal woofer al medio al tweeter e, minore è la distanza dalla cassa, più questo spostamento del centro di radiazione diventa percepibile (dipende anche dalla distanza tra gli altoparlanti).

Dopo aver definito "immagine", se hai un grafuco che mette in relazione immagine e spazialità, per piacere condividilo.
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Re: Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

#15 Messaggio da kalos »

Il termine immagine faceva riferimento al grafico immagine/spazialità che avevi già postato tu.
Le mie riflessioni erano conseguenza della considerazione che esiste una distanza critica dalla sorgente sotto la quale il campo diretto prevale su quello riverberato.
Sopra questa distanza critica l'effetto è contrario.
In questo grafico la linea rossa è riferita al campo aperto, nel quale l'SPL decade di 6 dB ogni raddoppio della distanza.

Immagine

Quindi la chiarezza che era stata messa in relazione al contributo della riflessione laterale:
un pannello fonoassorbente che abbatte la prima riflessione laterale
- modifica l'ampiezza della "scena sonora" che tende a confinarsi tra i due altoparlanti destro e sinistro
(come avviene nelle control room)
- migliora la Chiarezza (o definizione o presenza, in sostanza la risposta impulsiva)
dovrebbe essere molto condizionata anche dalla distanza di ascolto.
Per esempio, se ascolto in un ambiente (mediamente riverberante) alla distanza di 2 metri il campo riverberato è abbastanza trascurabile rispetto allo stesso ascolto alla distanza di 6 metri.
Mi aspetto quindi di avere una maggiore chiarezza.

Sono corrette queste considerazioni?
Perché, se così è, avvicinarsi ai diffusori migliorerebbe ulteriormente (con poca fatica) il risultato ottenuto dall'assorbimento delle pareti.
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Re: Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

#16 Messaggio da kalos »

A scapito dell'ampiezza della scena sonora ...
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Re: Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

#17 Messaggio da MarioBon »

kalos ha scritto: 29/01/2025, 19:58 Il termine immagine faceva riferimento al grafico immagine/spazialità che avevi già postato tu.
...
ti riferisci a questo?
Immagine
questo rappresenta l'effetto del livello delle riflessioni in funzione del ritardo delle riflessioni stesse.
I risultati sono stati ottenuti in camera anecoica usando delle superfici riflettenti mobile e con la voce come stimolo.
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Re: Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

#18 Messaggio da kalos »

Si, mi riferisco a questo.
Se diciamo che ridurre la distanza di ascolto migliora i rapporto fra segnale diretto e segnale riverberato, allora stiamo dicendo che a parità di segnale diretto quello riverberato è inferiore.
Quindi, nell'ordinata del grafico in esame il punto scelto si abbassa nella direzione della zona di riflessione non udibile.
E' anche intuitivo, se mi avvicino ai diffusori dovrò abbassare il volume per mantenere lo stesso SPL, quindi si ridurrà di conseguenza l'intensità del segnale riflesso dalle pareti, laterali e non.
Ci sono poi altre conseguenze a questo comportamento.
Se io mi avvicino ai diffusori probabilmente dovrò anche avvicinarli fra loro, ovvero allontanarli dalle pareti.
Quindi le prime riflessioni, oltre a giungere più attenuate, arriveranno anche con maggior ritardo (ascissa del grafico) spostando il punto verso destra.
Mi verrebbe da pensare (non so se la definizione è corretta) che riflessioni ritardate dovrebbero migliorare l'EDT.
In buona sostanza mi pare che il punto di posizionamento nel grafico spazialità/larghezza immagine sia condizionato anche dalla distanza di ascolto, oltre che dai trattamenti di assorbimento acustico del locale.

Naturalmente non voglio dire che questa è la panacea di tutti i mali anzi, scrivo proprio perché vorrei capire quali sono le controindicazioni.
Noi cerchiamo di dare alle sensazioni una causa fisica e poi da questa cerchiamo di capire quali sono le azioni pratiche che producono un effetto sulla sensazione dalla quale siamo partiti.
Quindi, sarebbe bello se fosse possibile allargare lo scenario, mettendo in relazione oltre agli ambienti (assorbimento, diffusione ...) e i diffusori (direttivi, multivia ...) anche la distanza di ascolto.
Questo per capire meglio in quale posizione del grafico vado a collocarmi e di conseguenza su quali parametri posso agire per avere una condizione di maggior Spazialità piuttosto che di maggior Allargamento dell'immagine.
stefano
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Re: Riflessioni nell'ambiente d'ascolto

#19 Messaggio da MarioBon »

kalos ha scritto: 30/01/2025, 11:07 ...
Se io mi avvicino ai diffusori probabilmente dovrò anche avvicinarli fra loro, ovvero allontanarli dalle pareti.
...
Non è detto. Puoi lasciare le casse dove sono (larghe) e inclinarle in modo che gli assi di radiazione si incrocino una spanna davati al tuo naso.
Anche inclinandole come appena detto le riflessioni laterali dalla parete vicina si riducono (sulle medio alte).

Quando si facevano i test di ascolto ciascuno disponeva e orientava le casse a modo suo.
Io le mettevo distanti tra loro e molto inclinate verso il centro
altri le mettevano più vicine tra loro e parallele alla parete posteriore
altri le orientavano in modo che l'asse arrivasse sulle orecchie
chi le metteva lontane dalla parete di fondo, chi le metteva vicine...
Evidentemente i risultati erano diversi (con generi musicali diversi)
Per non parlare di chi preferiva gli ampli a valvole ... il preferivo gli ibridi più potenti (con MOSFET in uscita).
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