Ma è deleterio?
Si potrebbe pensare che avvolgere un cavo, magari creando più spire, lo renda induttivo.
Ma per definizione l'induttanza discende dal campo magnetico indotto dalla corrente circolante. Se il cavo è bipolare, cioè ha un conduttore di "andata" e uno di "ritorno", la corrente netta è nulla: non c'è campo magnetico e quindi non si crea induttanza (in prima approssimazione).
Questo quantomeno è vero per i cavi di potenza.
Per i cavi di segnale... il discorso secondo me è un po' più complesso. Il "ritorno" del segnale può in teoria ripartirsi tra il conduttore di massa del cavo e il percorso di terra tra sorgente e apparecchio ricevitore. La corrente di ritorno sul cavo può non bilanciare del tutto quella di andata, e quindi può crearsi induttanza.
Quanta? Le formule di calcolo per un solenoide presuppongono, in genere, che il solenoide sia "lungo", cioè sia un cilindro la cui lunghezza è "grande" rispetto al diametro. Se il solenoide è corto (come nel caso di un cavo avvolto su sé stesso), in teoria si può approssimare come se fosse una singola spira con la corrente amplificata di N volte (il numero di avvolgimenti).
L'ultima volta che ho provato, il calcolo forniva un'induttanza piccola ma non del tutto trascurabile, ma non sono andato fino in fondo con i calcoli. Eventualmente proporrò lo svolgimento in questo thread (ma sentitevi liberi di intervenire nel frattempo).
Viene da chiedersi se l'effetto sia misurabile con un LCR meter (da provare).
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In ambito professionale per avvolgimenti di cavi molto lunghi si usa una tecnica chiamata "over-under" in cui le spire vengono alternate nei due versi. Ha vantaggi pratici nella misura in cui rende più facile lo svolgimento del cavo e riduce la possibilità di annodamenti. Si legge in rete che mitigherebbe anche effetti elettrici indesiderati dovuti all'avvolgimento del cavo, ma non mi è chiaro il motivo. Se questa pratica è descritta in qualche testo di elettronica, audio engieering o radiantismo fatemelo presente
