... esistono i risuonatori di Schumann?

ponete qui le vostre domande
(per i cavi c'è una sezione dedicata)
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MarioBon
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#21 Messaggio da MarioBon »

Ma che impinto stereo ha Claudio Checchi?
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Pasquale Farinacci
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#22 Messaggio da Pasquale Farinacci »

Interference ha scritto: 23/05/2025, 13:42

L'altra campana è di qualcuno che questi dispositivi li costruisce e li vende, quindi attenzione ;)

Faccio presente che uno dei primi paragrafi insiste già su alcuni miti che abbiamo sfatato nel thread (o almeno, ci abbiamo provato):
Si, è vero, li vende, però mi sembra una persona intellettualmente onesta, nel senso che se l'apparecchio non funzionasse probabilmente non lo venderebbe.

E' verissimo che spiegandone i principi ha ripetuto idee da voi effettivamente confutate, però nella restante parte dell'articolo si lascia andare all'evidenza sensoriale, ammettendo che, nonostante la teoria riesca, non riesca, o riesca solo

parzialmente a spiegare il fenomeno, il dato di fatto è che l'apparecchio ha un effetto, e, come appassionato di riproduzione sonora e di musica, ciò tanto gli basta.

Ebbene, anche questo mi sembra un atteggiamento "scientifico" nel senso che lo studioso può trovarsi nel caso in cui non riesce a spiegare un fenomeno e tuttavia quel fenomeno esiste in tutto e per tutto come evidenza sensoriale...

Quindi... sono bellissime le vostre disquisizioni "leonardesche" che tirano in ballo varie ipotesi, eventualmente smontando con gli strumenti conosciuti alcune idee errate;

però bisognerebbe rimanere sempre aperti alle evidenze sensoriali anche se non le si riesce a spiegare del tutto.
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#23 Messaggio da Pasquale Farinacci »

MarioBon ha scritto: 23/05/2025, 20:10 Ma che impinto stereo ha Claudio Checchi?
Non saprei, però mi auguro si basi su alcuni dei componenti che costruisce, che sono questi:

un amplificatore integrato, l’Audio 2C PF-1T;
due preamplificatori, l’Audio 2C MTAS e l’Audio 2 C Minitube;
due preamplificatori fono, il Minitube Phono e il Minisolid, entrambi a due telai con alimentazione separata;
due amplificatori finali monofonici, l’Audio 2C Mos ZR 1 e l’Audio 2C TRV 8, entrambi disponibili in versione stereo o mono. Le due versioni del Mos ZR 1 possono essere biamplificate,;
due convertitori D/A, l’Audio 2C DAC 95-2 e l’Audio 2C DAC 97-2, muniti rispettivamente di sezione di uscita a stato solido e valvolare;
il risonatore Schumann Audio 2C.

Un saluto :)
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MarioBon
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#24 Messaggio da MarioBon »

Pasquale Farinacci ha scritto: 23/05/2025, 20:19 ...
però bisognerebbe rimanere sempre aperti alle evidenze sensoriali anche se non le si riesce a spiegare del tutto.
Purtroppo le "evidenze sensoriali" non sono accesibili, per diventare oggetti coscienti, sui quali possiamo porre l'attenzione, le "evidenze sensoriali" sono caricate con le memorie pregresse (percezione). In sostanza quello che ascoltiamo in un certo istante dipende dal passato (più o meno recente). Per questo si fanno le misure.

Parmenide, 500 anni prima di Cristo, aveva capito che “Le apparenze sono futili e i sensi ingannevoli”.

A proposito dell'impianto di Checchi: niente casse?
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#25 Messaggio da Coltr@ne »

MarioBon ha scritto: 23/05/2025, 20:44
Pasquale Farinacci ha scritto: 23/05/2025, 20:19 ...
però bisognerebbe rimanere sempre aperti alle evidenze sensoriali anche se non le si riesce a spiegare del tutto.
Purtroppo le "evidenze sensoriali" non sono accesibili, per diventare oggetti coscienti, sui quali possiamo porre l'attenzione, le "evidenze sensoriali" sono caricate con le memorie pregresse (percezione). In sostanza quello che ascoltiamo in un certo istante dipende dal passato (più o meno recente). Per questo si fanno le misure.

Parmenide, 500 anni prima di Cristo, aveva capito che “Le apparenze sono futili e i sensi ingannevoli”.

A proposito dell'impianto di Checchi: niente casse?
Pare avesse ascoltato le Malibran, ma non gli piacevano, troppi bassi a 6,8 hz
Ne segue che due individui diversi di fronte alla stessa sorgente sonora non sentono la stessa cosa. Nemmeno la stessa persona, di fronte alla ripetizione dello stesso messaggio, sente due volte la stessa cosa.
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#26 Messaggio da Pasquale Farinacci »

MarioBon ha scritto: 23/05/2025, 20:44

Purtroppo le "evidenze sensoriali" non sono accesibili, per diventare oggetti coscienti, sui quali possiamo porre l'attenzione, le "evidenze sensoriali" sono caricate con le memorie pregresse (percezione). In sostanza quello che ascoltiamo in un certo istante dipende dal passato (più o meno recente). Per questo si fanno le misure.
Per il fisico, o l'ingegnere, le evidenze sensoriali non sono sicuramente sufficienti, per l'appassionato sono lo strumento ultimo del giudizio.
La gente comune come me non deve costruire niente, può fare a meno delle misurazioni: se devo scegliere tra più vini, li assaggio in sequenza e prendo quello che secondo me è più buono... Ciò è magnificamente banale, ma è sufficiente.
La percezione ha decretato il verdetto.

Quando vado a trovare il mio amico liutaio, provo i suoi ultimi due o tre violini, li suono un po' tutti, ne valuto le caratteristiche. In bottega c'è lui, magari mia moglie, un' altro mio collega che spesso bazzica lì, 4o 5 persone al massimo: sulle caratteristiche non ci sono opinioni contrastanti, quello che suona di più è riconosciuto come tale, quello più aperto sugli alti idem, quello con la III o la VI corda più intensa idem...nessuno misura niente, ci mancherebbe, poi alla fine io esprimo una mia preferenza, che è soggettiva, anche gli altri gradiscono di più l'uno o l'altro... tutto è basato sulle percezioni, che ci raccontano una serie di cose certe e soggettivamente importanti. A quel punto, se uno strumento mi piace più dell'altro, cosa mi frega di mettermi con il fonometro o un analizzatore di spettro a cercare conferme? Le conferme le ho già avute, e tanto basta.

Però, per quel poco che so, anche nelle sale d'ascolto dei vari brand alla fine si ottimizzano i prodotti provando vari tipi di condensatori, vari tipi di componenti che elettricamente sono equivalenti: mi pare che si faccia un discreto (si fa per dire...) lavoro di valutazione fine, direi di tweak, e ci si trasforma in quell'occasione in puntigliosi "ascoltoni"... E' vero o no?

Quindi, da ascoltatore quale io sono, prendo legittimamente l'intero discorso e lo traslo pari pari al risuonatore di Schumann.


P.S. Non ho idea di quali casse usa Checchi, leggo solo il suo blog ogni tanto, forse ha modificato qualche vecchi diffusore del passato e vive felice, o forse ha in casa le Malibran, come dice Coltr@ne, ma le ha sicuramente modificate... :D :D
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Tropico
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#27 Messaggio da Tropico »

Andando sul pratico, ogni dispositivo elettronico dovrebbe avere comunque delle misure a corredo, una scatola di legno con un led è un po' poco.
Possiamo discutere sul fatto che abbia una influenza percepibile o no, ma innanzitutto mi devi certificare che effettivamente produce un campo x a frequenza y.
Quelli cinesi almeno fanno vedere l'interno e già so che se usa un NE555 con condensatore fa solo onde quadre di dubbia utilità.
Non dovremmo lasciare che i numeri definiscano la qualità audio più di quanto lasceremmo che l'analisi chimica sia l'arbitro dei vini pregiati. Nelson Pass
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MarioBon
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#28 Messaggio da MarioBon »

Pasquale Farinacci ha scritto: 23/05/2025, 23:48
MarioBon ha scritto: 23/05/2025, 20:44

Purtroppo le evidenze sensoriali non sono accesibili, per diventare oggetti coscienti, sui quali possiamo porre l'attenzione, le "evidenze sensoriali" sono caricate con le memorie pregresse (percezione). In sostanza quello che ascoltiamo in un certo istante dipende dal passato (più o meno recente). Per questo si fanno le misure.
Per il fisico, o l'ingegnere, le evidenze sensoriali non sono sicuramente sufficienti, per l'appassionato sono lo strumento ultimo del giudizio.
....
Quindi la tua mente è intefacciata direttamente con la corteccia sensoriale e quello che arriva dalle tue orecchie si trasforma automaticamente in oggetto cosciente. Il fatto che tu interpreti la scrittura (e quindi il linguaggio) lascia intendere che anche tu elabori le sensazioni con la percezione (contrariamente non potresti capire quello che leggi).

Lo strumento ultimo di giudizio (per tutti) è il percetto non la sensazione. Non è la stessa cosa perchè il percetto è condizionato dalle esperienze pregresse.
Lasciamo da parte l'assaggio del vino.
Per giudicare un violino si utilizzano dei criteri oggettivi. Per di più, del violino, si possono misurare tutte le caratteristiche dalle dimensioni alla tensione delle corde, al timbro ecc..
Per quanto riguarda l'effetto della frequenza di Schumann sulla percezione della musica non conosco dei criteri oggettivi da poter applicare e non saprei nemmeno come misurare un percetto che è, per sua natura, soggettivo e privato.
Non vedo come applicare alla frequenza di Schumann l'esempio che hai portato per il violino.

Una cosa si può ipotizzare: la frequenza di Schumann non ha effetto sui dispositivi della catena di riproduzione ma sull'ascoltatore. Per questo è importante sapere come è composta la catena di riproduzione e anche il tempo di riverberazione dell'ambiente.

Il fatto che la voce, attraverso la televisione, risulti più intelliggibile (o "migliore") potrebbe dipendere dall'aver pulito meglio gli occhiali (e da mille altre cose).
lettura labbiale inconscia ha scritto:La lettura labiale inconscia è la capacità di comprendere le parole che vengono pronunciate osservando i movimenti delle labbra, senza una formazione specifica o un allenamento intenzionale. Questa abilità è più diffusa di quanto si pensi e può essere una conseguenza di diversi fattori, come la buona padronanza del lessico e la capacità di interpretare il movimento delle labbra in relazione ai suoni. La lettura labbiale inconscia è sempre attiva. Vedere anche l'effetto McGurk https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_McGurk.
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#29 Messaggio da Pasquale Farinacci »

MarioBon ha scritto: 24/05/2025, 12:00
Lo strumento ultimo di giudizio (per tutti) è il percetto non la sensazione.
Vero vero vero!
MarioBon ha scritto: 24/05/2025, 12:00
Per giudicare un violino si utilizzano dei criteri oggettivi. ..


...Non vedo come applicare alla frequenza di Schumann l'esempio che hai portato per il violino.

Riguardo all'esempio del violino, certamente è possibile misurare e riportare ad oggettività tutto ciò che viene fuori come fenomeno sonoro da esso; non è possibile misurare le PERCEZIONI derivanti dal suonarlo, l'impegno necessario per eseguire una data cosa, che può essere più difficile da suonarsi su un violino piuttosto che su un altro, le sfumature timbriche che si presentano all'esecutore mentre suona l'uno o l'altro strumento, il feeling in generale che l'esecutore ha con esso, e tante altre percezioni sottili...

Ad ogni modo, volevo dire che ciò che lega l'esecutore che vuole scegliere lo strumento e l'appassionato che valuta il risuonatore è soltanto qualcosa di molto "terra terra", ma sufficiente: entrambi, alla fine della fiera, non hanno avuto bisogno di riscontri quantitativi e di verifiche strumentali. Se sono convinti del risultato danno l'assenso, se non sono convinti non lo danno, in quanto hanno basato il giudizio su evidenze percettive...

MarioBon ha scritto: 24/05/2025, 12:00
Una cosa si può ipotizzare: la frequenza di Schumann non ha effetto sui dispositivi della catena di riproduzione ma sull'ascoltatore. Per questo è importante sapere come è composta la catena di riproduzione e anche il tempo di riverberazione dell'ambiente.

Infatti!!! Lungi da me voler minimizzare i riscontri oggettivi e quantitativi!!

Quello che tenevo a ribadire è che sulla catena di riproduzione, risuonatore o non risuonatore, non cambia nulla; sul soggetto, invece, potrebbe (forse...) cambiare qualcosa legata alla percezione...
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Re: ... esistono i risuonatori di Schumann?

#30 Messaggio da MarioBon »

Mi fa piace che si parli di percezione (o meglio di percetto) e non di sensazione.
Anche se alla fine si valuta il percetto, quando si valuta un violino si possono fare misure oggettiva (e una intelligenza artificiale opportunamente istruita saprebbe distingue anche le sfumature che sfuggono agli umani). Per sapere quanto influisce la risonanza di Schumann sull'ascolto della musica riprodotta non si possono fare misure. Quello che si può dire è che la frequenza dellla risonanza di Schumann non è costante e varia approssimativamente tra 6 e 11 Hz.

Ti invito anche ad approfondire la lettura labbiale inconscia e l'effetto McGurk (che ne è una conferma).
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