Aladin ha scritto:
Mi pareva evidente che il richiamo all'esempio macroscopico fosse solo per indicare un principo,un archetipo...I meccanismi percettivi in quale modo funzionerebbero?
I meccanismi percettivi funzionano per il 50% secondo quanto sopraggiunge dal sistema uditivo esterno, quindi sensazioni che derivano da una reale variazione fisica, l'altro 50% (ovviamente è un dato indicativo) è tutto quanto si somma alle sensazioni (ma anche in assenza delle stesse...quindi senza necessariamente cambiare la realtà fisica) una serie di elementi -esterni- caratterizzanti che concorrono alla formazione di una pseudo-sensazione.
Elementi esterni sono la vista, le esperienze pregresse, l'aspettativa, e tanti altri...conosciuti e sconosciuti.
Aladin ha scritto:
I cavi non "suonano" e tantomeno altri aggeggi attivi o passivi che siano; la questione ,a mio parere,andrebbe vista sotto l'aspetto dell' l'influenza tecnica sul segnale ed eventualmente dell'ambiente laddove sia compreso!
Non ha importanza se suonano o meno, ha importanza il dato misurato, anche nel contesto in cui si misura.
A parità di misure significa che oggettivamente i segnali sono identici, quindi eventuali "percezioni" umane sarebbero frutto di un errore.
Quando una NTD produce esito negativo, significa che si sta ascoltando la medesima cosa.
Aladin ha scritto:
Tendi a ripetere il termine "sensazione"come se fosse una terminilogia abusata non derivante da qualche possibile analisi comparativa: quello che dici è tautologico!
Può essere quello che vuoi, in letteratura scientifica sensazione significa "percezione" di un dato che deriva da una reale azione fisica.
Aladin ha scritto:
Se le condizioni sono le stesse identiche saranno identici anche i risultati (per la misura ovviamente).
Certo, per l'ascolto no eh ?...c'è la percezione che "inquina" il dato corretto che fa parte della realtà fisica.
Purtroppo per chi attribuisce importanza al dato corretto bisogna tenere alla larga tutto quanto ciò che "inquina" questo responso.
Aladin ha scritto:
Mi riferivo all'uso di un microfono in contrapposizione alle due orecchie: non si può dire che sia la stessa condizione operativa!
Quindi tutto il resto da dedurre,ai fini percettivi, perderebbe il diritto di congruenza!
Qui non si tratta di raggiungere un rapporto di congruenza pari a 1:1, bensi di ridurre un errore che parte da un incongruenza molto elevata.
Se tracci una funzione di trasferimento in una serie di impianti//locali (presi a campione) vedrai quanti orrori verrebbero fuori.
Aladin ha scritto:
Questo atteggiamento conferma che di norma la valutazione finale si deve necessariamente avvalere dell'ascolto che coinvolge,con ovvietà,gli aspetti percettivi.
Infatti,se un progettista di diffusori di qualità hi-fi (a puro titolo d'esempio) pensasse di calcolare a tavolino tutti i suoi progetti , senza avere avuto prima un convincente riscontro pratico con eventuali e successive correzioni (dopo valutazioni percettive convincenti),sarebbe un semplice improvvisatore con scarse capacità di successo!
Il 95% del responso deve risultare bene alle misure.
Soltanto un 5% (che definisco fine tuning personale) dovrà completare l'opera.
Aladin ha scritto:
Questo approccio è molto ragionevole.
Meno male!
Aladin ha scritto:
Sentire il giusto!?
Esisterebbe un giusto "oggettivo" e quale sarebbe?
A parte che si stava parlando di un confronto tra 2 files identici (matematicamente identici) quindi il -giusto- significa asserire che sono uguali. Punto.
Si percepiscono diversi nonostante siano uguali ?...bene...ma sta sbagliando chi valuta all'ascolto, e questo dovrebbe far assumere un comportamento ragionevolmente "umile" affinchè venga considerato l'errore umano. (quello che la stragrande maggioranza di audiofili non accettano).
Ma a parte tutto questo, Aladin, qual'è alla fine il punto cardine di tutto questo discutere ?
In fondo, e per farla breve, quale sarebbe la cosa principale che non condividi ?
Andiamo direttamente al punto...e concentriamoci su quello.
Grazie.