1) La timbrica cambia ? ovvio.
C'è da chiedersi: è più corretta (la timbrica) senza l'utilizzo del DRC, oppure dopo aver corretto (bene) un intera banda di frequenze ?
Io dico: se ben usato il DRC avvicina di molto alla timbrica "stampata" nella registrazione, ergo se la registrazione rispecchia la timbrica allora con il DRC si otterrà parecchia congruenza. (è inconfutabile poichè si migliora una funzione di trasferimento)
2) in ogni punto della stanza, anche senza drc in azione, si avvertiranno macroscopiche differenze nella risposta in frequenza (non bisogna attribuire questa "colpa" al drc)
Se giri per la stanza (ma poi perchè farlo?) oltre a percepire delle variazioni nella risposta, perdi anche il fascino di una ricostruzione scenica credibile (stereofonia)
3) che un diffusore introdotto dentro un locale chiuso possa causare "guasti" è normale, specie se il diffusore ha caratteristiche per poter riprodurre le prime ottave con sufficiente energia.
4) il DRC fa questo, agisce a fase minima + excess fase fino ad una certa frequenza, poi passa soltanto a fase minima e agisce sulla risposta in frequenza del suono diretto (medie, medioalte e alte).
Questa "incidenza" peraltro è anche parametrabile, o se si preferisce soltanto una correzione parziale basta scegliere un algoritmo quale quello che implementa Dirac Live.
5) il DRC è (oltre la frequenza di Schroeder) un equalizzatore parametrico a fase minima, parametrizzabile.
Il punto è (quello piu importante) se si scambia un sistema di correzione attivo (complesso) con un forno a microonde, perchè avventurarsi in modo temerario in queste discipline se poi si paventano errori gravi a tal punto da parlarne anche male ?
Il DRC non ha difetti!
![Smile :)](./images/smilies/icon_e_smile.gif)
potrebbe averne l'operatore che si avventura alla guida di una F1 senza aver mai guidato un auto, magari dice poi che la F1 non ha tenuta di strada...dopo aver centrato un muro alla prima curva.
Il DRC (se ben usato e saputo usare) è talmente straordinario ed eccezionale da poter trasformare un impianto (
ciofeca sul taccuino degli audiofili) come il mio...in qualcosa che non ha nulla da temere se comparato ai massimi sistemi dentro ambienti ottimizzati.
Aggiungo una cosa importante: da me, per esperimento (anche se è stato fatto in modo troppo veloce e poco accurato) è stato rilevato acusticamente (meglio dire registrato) il suono che esce dai diffusori (in dual mono e poi montato su una traccia stereo) previo trattamento con il DRC.
Ebbene, a momenti, se ascoltato il brano originale a confronto con la registrazione, in qualunque impianto, non si avvertivano differenze.
Visto il pesante trattamento attivo, questa cosa dovrebbe dirla lunga, vale a dire: in assenza di alterazioni non lineari (non udibilità delle stesse) prende forma il principio di sovrapposizione dei segnali. (parte lineare del sistema)