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Re: Suonare All’inglese

Inviato: 31/03/2025, 11:17
da MarioBon
michelez ha scritto: 31/03/2025, 9:31 E’ per questo che gli amplificatori inglesi non hanno i controlli di tono, per non contaminare la loro idea di purismo.
Secondo me è un modo furbo per giustificare l'assenza di un circuito apparentemente facile da realizzare. Poi tanti hanno copiato perchè i controlli di tono erano stati associati ad amplificatori economici.
Avevo un HK con i controlli di tono, antifruscio, loudness, antirombo e un bottoncino per escluderli.

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 31/03/2025, 11:32
da Tropico
Ho un NAD3130, due Cambridge Audio A1 MK3, non so quanto siano rappresentanti del suono all'inglese, ma hanno i controlli di tono :) e infatti sono di fascia economica. Suonano fiacchi sulle basse e ruffianamente arrotondati sulle alte... possiamo riassumere così il suono all'inglese? Tra l'altro suonano in maniera del tutto equiparabile al Tripath TA2022 che pure posseggo.

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 31/03/2025, 12:32
da mario061
Per me il "suono inglese" è Quad 405 e ESL, KM1 KEF (amplificate con moduli finali Quad derivati dal 405) e altro che ho ascoltato e non cito per non fare una inutile fila di nomi, bastano questi per far capire cosa mi piace. in generale un suono "normale" piuttosto neutro e poco appariscente al primo ascolto. Non mi piace il suono "americano sparato" delle vecchie JBL (non so come siano le nuove produzioni) che dovevano fare colpo sull'eventuale cliente che passava in negozio, mentre i diffusori inglesi a confronto suonavano "anonimi" e poco appariscenti, ma in casa era tutto un altro discorso. Gli americani per ammazzare una mosca usano il cannone, sono sempre esagerati in tutto, anche in HI FI....Ovviamente ci sono eccezioni da entrambe le parti, prodotti inglesi che non mi piacciono e americani ottimi, ma in generale ho notato queste due filosofie di base.

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 31/03/2025, 12:45
da Tropico
il QUAD405 lo ho ascoltato per un paio di ore a casa di un conoscente, aveva anche le Quad ESL-57 ed un Leak a valvole del quale non ricordo il modello ma il suono sì e semplicemente non ne aveva per spingere, ingiudicabile, mi disse proprio che per lui gli inglesi in HiFi sono i migliori... vabbè... :|
Non essendo mie elettroniche, non so nemmeno lo stato di conservazione quindi possibili giudizi sarebbero rischiosi, le ESL invero a parte i bassi non erano affatto male... il QUAD405 boh...che vi devo dire, sì era più neutro, forse ai tempi la fama era meritata vista la concorrenza, oggi penso che sia facile uguagliarlo e fare di meglio, a meno che non lo si confronti sempre con roba di basso livello per farlo risaltare.
Mi ha fatto ascoltare anche le sue LS 3/5A spinte da un Marantz modello che non ricordo... anche qui, credo che oggi si possa fare tranquillamente di meglio o almeno alla pari nella categoria di appartenenza, ma se piace il vintage...

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 01/04/2025, 12:10
da Interference
Peter Walker era guidato da solidi princìpi ingegneristici e penso abbia sempre fatto il meglio che si potesse fare con la tecnologia disponibile all'epoca.

Sosteneva, tra le altre cose, che amplificatori usati nelle corrette condizioni (quindi lontano dal clipping) devono suonare indistinguibili. Organizzò all'epoca una prova in doppio cieco (dove vennero confrontati il Quad II a valvole con il 303 a transistor, meriterebbe forse un thread dedicato).

Il 405(-2) è considerato ancora oggi un buon amplificatore, certo se non ricordo male la corrente erogabile è limitata. Quad ha proposto diverse iterazioni del current dumping (come 606, 707) ma non hanno riscosso lo stesso successo (per quanto gli appassionati del marchio li considerino pari o superiori al 405). Immagino che i perfezionamenti dei semiconduttori e gli studi sulla distorsione nella classe AB (Doug Self) abbiano portato a design più moderni e versatili.

Quad e KEF sono a mio parere il lato più "sano" della hi-fi inglese.

Su altri fronti, il mercato inglese oggi vive molto di tradizione e "storytelling".

Audio Note UK ha preso un design di diffusore "semplice" reso celebre da Snell, cioè il due vie a sospensione pneumatica con il woofer da 8", e lo ha trasformato in un prodotto di lusso con l'uso di materiali più o meno ricercati (magneti in alnico, cavi in argento, componenti crossover costosi). I woofer usati da AN sono (o almeno erano) di derivazione Seas con il cono in carta non trattata. Interessante notare che Seas propone al pubblico un simile altoparlante (A26RE4) ma solamente da 26 cm, ma non ha mai messo a catalogo l'equivalente da 21 cm (forse per lasciare l'esclusiva ad AN).

Sugden vende a migliaia di euro amplificatori in classe A di modesta potenza basati su un circuito fondamentalmente uguale da decenni, con risultati elettrici non entusiasmanti. La mia teoria è che sia proprio la resa variabile di questi amp in base al carico, e probabilmente un qualche effetto di "soft clipping", a conferire loro il carattere tanto gradito ad un certo pubblico audiofilo.

Poi ci sono altri casi interessanti.

Spendor: marchio storico, design classici, due o tre vie, mobili a parallelepipedo. Diffusori di categoria simile per dimensione e numero di vie sono proposti in fasce di prezzo diverse. Quelle che si rifanno alla tradizione costano di più, anche senza che sia evidente una qualità diversa della componentistica.

Harbeth: tutti design piuttosto classici, con altezza ridotta e baffle largo. Montaggio dei pannelli con molte viti "a vista". Molto costose, di buon successo commerciale. Rispetto a Spendor non propone linee più "moderne", mi pare.

ProAc: famosa non solo per i minidiffusori (Tablette), propone anch'essa diffusori a due o tre vie con design classico e componentistica Seas o Scan Speak. Sono un po' care ma molto apprezzate. Il progettista è stato per lungo tempo il fondatore Stewart Tyler, ora scomparso. Mi sono fatto l'idea che inseguano una house curve un po' "loudness" e per questo si sposino bene con le condizioni d'uso di molti audiofili. Rispetto a Spendor, tende ad osare di più impiegando anche medi a cupola e tweeter a nastro. C'è uno studio di Troels Gravesen sulle Response 2.5 che in virtù della componentistica facilmente reperibile hanno suscitato interesse tra gli autocostruttori con la comparsa di diversi cloni.

PMC: si contraddistingue per l'uso della linea di trasmissione, opera anche nel settore professionale (monitor). Le misure che ho visto dei loro modelli hi-fi non sono strabilianti. Nei modelli di fascia più alta usa i woofer Volt con il cestello montato all'esterno, di fronte al cono. Mi pare siano montino, nei modelli attivi, ampli Bryston.

ATC: spesso considerata assieme a PMC, si contraddistingue per l'uso del medio a cupola. Anch'essa ha linee di studio monitor. Anche qui i modelli hi-fi hanno misure che a volte lasciano perplessi (in termini di linearità).

Queste sono mie note personali, potenzialmente incomplete/imperfette. Aggiunte e chiarimenti sono benvenuti.

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 01/04/2025, 19:00
da Svarione
Viene difficile parlare del singolo prodotto poi correlarlo alla nazione di provenienza, e magari anche alla catena di riproduzione nell’ambiente in cui suonan quel genere musicale, beh mi sembra tempo perso.

È da tempo che mi sono accapigliato con un venditore di lucine proprio per il motivo che io amavo ascoltare in negozio (visto il numero di sale d’ascolto), e non mi erano piaciute delle magico multiamplificate in un ambiente molto assorbente.
Ma che mi passò per la testa di dirglielo.

Ora ho capito che lo stesso impianto in un ambiente molto riflettente può essere perfetto, e che in negozio come a casa propria o altrove gli ascolti vanno ritarati e non traslati pari pari o si fa un minestrone di sapori acustici e memorie di riproduzioni.

Quasi nessuno dei prodotti finora citati mi sono piaciuti inseriti nelle catene che avevo a disposizione, in generale i prodotti italiani commerciali sono orridi, inutilmente costosi, inseguono le mode, l’estetica.

Quelli americani, se non fosse per i dazi, meglio, direi però che gli inglesi sono un giusto condimento, stendiamo un velo pietoso sui giappo…meglio che facciano moto.

:D :lol:

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 25/04/2025, 16:57
da Pasquale Farinacci
Se dovessi definire il suono inglese considerando i diffusori che ho ascoltato nel corso degli anni, non molti per la verità, beh, non potrei farne un quadro troppo roseo:

nell'era "preistorica" ebbi in casa una coppia di Celestion 7000, quelle con il tweeter a nastro: suono un po' lento e tweeter dimesso, poco efficace...

un mio conoscente aveva una coppia di Celestion 300, a linea di trasmissione, mio *, rimasi sorpreso per quanto suonavano cupe e "legnose", con un dettaglio in alto praticamente inesistente...

Anche le "celebri" Celestion 100, di cui qualche recensore ci ha fatto una testa tanto per anni, alla fine soffrivano degli stessi limiti sopra citati...

Ho avuto le KEF 105 reference per un po' di tempo, volevo vitaminizzarle un po', comprai loro nuovi condensatori, ricablate con cavi Acrolink, il meglio possibile, ma niente... bel basso, bella scena ma con un tweeter che stentava sempre ...

in negozio ho ascoltato attentamente le KEF R900, bellissime, con gli altoparlanti patinati delle nuove serie e con questo benedetto concentrico che, a chiacchiere, sembra fare meraviglie. RIsultato: medie frequenze colorate, sempre riposanti, sempre accomodanti, e con quegli alti che li devi sempre pregare...
Le R700 andavano un pochino meglio, ma in cuor mio mi chiedevo: "saranno ad alta fedeltà?"; no, dico, se gli alti ci sono nella registrazione, ma perché non vengono fuori???? Tanti anni di affinamento, il concentrico di quà, il concentrico di là, e poi, questa cupezza??

Recentemente mi sono imbattuto nelle ATC un paio di volte: ATC, mamma mia, quanto ne parlano, ATC di quà, ATC di là... Dicono che sono tra i migliori monitor al mondo. Monitor?????? ma qui mancano gli alti, manca il discrimine sottile di tutta quella gamma, di "grana" non si può neanche parlare perché manca, al punto di ascolto, proprio un minimo di linearità!!

Al Bari hiend stesso discorso, non so se era lo stesso modello ma, francamente, non le avrei prese neanche regalate.

Ascoltai con una certa attenzione le Graham 5/8, purtroppo quello che regalano con alcune incisioni poi lo perdono con altre, quindi il quartetto d'archi è piacevole, rotondo e riposante, poi, con altre registrazioni, sembra mancare qualcosa e più di qualcosa, sempre nella gamma alta. Niente, gli inglesi sono convinti si debba ascoltare così...

Ho anche una coppia di TDL RTL2, le ho prese all'asta su Ebay: d'accordo, sono di livello budget, ma, a costo di ripetermi, hanno sempre questo tweeter scialbo e chiuso che non rispetta il contenuto delle registrazioni!

Uniche due eccezioni a questa noia audiofila sono state un paio di PMC, con un bellissimo basso, ma con alte un po' rozze e poco modulate, piuttosto metalliche, e una coppia di B&W 804 D3, che restituivano un suono molto completo, dettagliato, ma secondo me con un range di medio alte ruffianamente sottolineato, come a dire: "ascolta che bel dettaglio ho!!" In ogni caso mi sono rimaste piacevolmente in mente.

..E poi ho un amico che ha le 802 D4. Qui decisamente ci siamo: il suono è naturale e piacevolissimamente dettagliato, scolpito, un suono che permette di discriminare ogni inflessione degli strumenti e della voce. Davvero bellissime. Da poco ha preso le 802 D4, anche qui tanta roba, tutto il cesello possibile senza essere cliniche. Basse, scena, dinamica, tutto di livello sopraffino. Forse, però preferivo le D3...

Ecco, se dovessi scegliere un diffusore inglese, non andrei sotto la serie 800 di B&W.


Una mattina, da Di Prinzio, c'era un signore che cercava di capire se i supertweeter da 2000 o 3000€, circa, non ricordo, apportassero ariosità aggiuntiva. Li metteva e li toglieva da una coppia di Tannoy Stirling... con i supertwweter: suono goffo e chiuso. Senza i supertweeter: suono goffo e chiuso.
Poi si girava dietro per chiedere conferme: io gli dissi "guarda, il supertweeter non si sente in alcun modo, e sarebbero soldi buttati al vento per nulla, ma è proprio la cassa che suona chiusa, io ascolterei altro..."

Mi girai intorno e vidi che c'erano due coppie di Opera Callas Diva, una nuova ed una usata. Dissi, conoscendo il suono Opera: "ascolta qualcos' altro, prova, che so, quelle Callas Diva , ce n'è anche una coppia usata, sono perfette e secondo me sarà un altro sentire!... Le ascoltò una decina di minuti, rimase come un ebete, finalmente le voci erano come dovevano essere , la batteria idem. Non serviva alcun supertweeter...

Ebbene, se ne andò con un paio di Callas Diva usate, ma come nuove caricate in macchina.

Io nella mia vita audiofila (di provincia) ho avuto diversi diffusori italiani: 2 coppie di Aedon Audio NPS1, una coppia di Musical Stones S3, una coppia di MusicalStones S2 ed ora mi beo di una coppia di Opera Tebaldi.

Ebbene signori, tra inglesi ed italiani non c'è storia: l'hifi è soggettiva fino a un certo punto. Noi vinciamo a mani basse.

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 05/05/2025, 17:11
da Tropico
Chissà, forse il suono all'inglese di Code Acoustics piace più di altri :D

Immagine

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 06/05/2025, 10:33
da Pasquale Farinacci
Indubbiamente hanno un suono più seducente!!! :lol:

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 06/05/2025, 13:42
da Svarione
Celestion: https://www.fuzzfaced.net/celestion-storia.html

Opera: http://www.operaloudspeakers.com/it/azienda.html

Puoi fare paragoni?
È come paragonare
Bobby Charlton con Zola.