Floorstanding 3 Vie DIY
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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
La Motu Ultralight MK5 é una interfaccia audio molto versatile che la rende particolarmente adatta ad un uso come crossover digitale.
Divide il segnale in bande per ciascuna via e per ogni canale ha 4 bande di EQ parametrici con controllo di frequenza , guadagno, e larghezza di banda. Ha anche altre funzioni DSP come compressore, limiter, riverbero, ecc.
La possibilità di applicare filtri é vasta.
Su ASR forum ci sta un prova comparativa
https://www.audiosciencereview.com/foru ... oor.42383/
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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
il kit di Gravesen è tagliato a: 500 and 2400 Hzrinorho ha scritto: 17/05/2025, 7:23 http://www.troelsgravesen.dk/Faital-3WC.htm
Tra le pagine di questo link sì può osservare che il 6RS140 non é così malaccio...
Si, l'idea é sempre quella di realizzare un sistema WMTM_W che può diventare facilmente MTMW_W
Con crossover digitale e DSP ( Motu Ultralight MK5) in cui le frequenze di incrocio siano fissate nell'intorno di 250-3000Hz.
La camera del medio ha assorbente solo sulle pareti.
Il taglio del woofer così alto evita che la presenza di una induttanza di alto valore comprometta l'estensione della risposta verso le basse frequenze.
Usare un medio da 7" da 500 a 2400 Hz significa accettare le riflessioni interne alla cassa (mascheramento) rinunciando all'ottava (250-500 Hz) dove il medio funziona meglio.
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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
L'idea è quella di lasciare al MIDW il campo di estensioni delle voci e di includere il più possibile un pianoforte.
Per le voci, considerando anche la tessitura, quindi escludendo i casi estremi o gli scherzi della natura, il range sarebbe 175-1300Hz, arrivando a 3KHz si include praticamente un intero pianoforte.
Dall'altra parte il Woofer scelto non è tanto scarso e a 250 fa ancora un ottimo lavoro, coerente timbricamente con il MDW.
Quindi tranne cose strane sul campo il range 250-3Khz rimane la prima opzione da seguire, che raccoglie una serie di compromessi tecnico pratici.
Usando il parallelo per i W e MDW mi ritrovo una sensibilità di (93+6)db, mentre i TW è dato 95db nella versione 4Ohm.
Giocando con le sensibilità, e solo in attenuazione per evitare distorsioni, con un livellamento intorno a 93/94db mi dovrei ritrovare facilmente con un f3 "fittizio" intorno a 27Hz, con circa 95 litri per ciascun BOX W in due configurazioni DCAAV, purtroppo non identici.
Cosa intendo con f3 "fittizio"? La f3 non varia con il collegamento in parallelo, perché la curva di risposta viene traslata in alto di 6db e quindi differenza rimane costante alla medesima frequenza. Ma avendo la possibilità di di poter variare in basso le sensibilità nel range di frequenze voluto, abbassando solo a DX della curva, dove avrei 5/6db di margine. In altre parole, con il crossover digitale modello una curva più piatta possibile, calando la sensibilità a 93db solo dove serve. Magari sto dicendo l'ennesima cazzata perché la teoria è una cosa la pratica, come sempre, un'altra
In quanto alle amplificazioni, come detto ho già 3 YAMAHA DSP, ma per i Woofer vorrei utilizzare 2 moduli mono Icepower1200as1, ed usare il DSP-AZ1 per i MDW e il DSP-Z7 per i TW, poi si vedrà.
Per le voci, considerando anche la tessitura, quindi escludendo i casi estremi o gli scherzi della natura, il range sarebbe 175-1300Hz, arrivando a 3KHz si include praticamente un intero pianoforte.
Dall'altra parte il Woofer scelto non è tanto scarso e a 250 fa ancora un ottimo lavoro, coerente timbricamente con il MDW.
Quindi tranne cose strane sul campo il range 250-3Khz rimane la prima opzione da seguire, che raccoglie una serie di compromessi tecnico pratici.
Usando il parallelo per i W e MDW mi ritrovo una sensibilità di (93+6)db, mentre i TW è dato 95db nella versione 4Ohm.
Giocando con le sensibilità, e solo in attenuazione per evitare distorsioni, con un livellamento intorno a 93/94db mi dovrei ritrovare facilmente con un f3 "fittizio" intorno a 27Hz, con circa 95 litri per ciascun BOX W in due configurazioni DCAAV, purtroppo non identici.
Cosa intendo con f3 "fittizio"? La f3 non varia con il collegamento in parallelo, perché la curva di risposta viene traslata in alto di 6db e quindi differenza rimane costante alla medesima frequenza. Ma avendo la possibilità di di poter variare in basso le sensibilità nel range di frequenze voluto, abbassando solo a DX della curva, dove avrei 5/6db di margine. In altre parole, con il crossover digitale modello una curva più piatta possibile, calando la sensibilità a 93db solo dove serve. Magari sto dicendo l'ennesima cazzata perché la teoria è una cosa la pratica, come sempre, un'altra

In quanto alle amplificazioni, come detto ho già 3 YAMAHA DSP, ma per i Woofer vorrei utilizzare 2 moduli mono Icepower1200as1, ed usare il DSP-AZ1 per i MDW e il DSP-Z7 per i TW, poi si vedrà.
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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
io come primo tentativo ti direi anche di lasciare stare carichi complessi come il dcaav, poi vedi tu.
con due wf così per cassa e caricati in reflex ne hai quanto ne vuoi.
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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
Eviterei accuratamente il DCAAV specie se non sono più che uguali.
Un giorno mi spieghi che cosa è la "coerenza timbrica" tra un woofer da 12" e uno da 7".
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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
Comprendo la tua osservazione, e la marca da sola non rappresenta una garanzia ai fini della "firma sonora" che sappiamo dipendere da filosofie progettuali.
Tuttavia, scegliendo driver della stessa serie dello stesso costruttore, come i FaitalPRO RS, sembrerebbe maggiore probabilità di coerenza timbrica. Questo perché è molto probabile che utilizzando
tipologie di materiali del cono (es. cellulosa) e trattamenti superficiali molto simili, che portano a caratteristiche di smorzamento, rigidità e comportamento al break-up più omogenee. Non si tratta della Fs del driver, ma delle proprietà intrinseche del materiale. Una filosofia di progettazione condivisa che mira a una certa 'firma sonora' per quella serie.
L'Eighteen Sound 6ND430 sappiamo essere un ottimo driver, ma potrebbe avere un 'sapore' timbrico leggermente diverso dovuto a materiali o filosofie di design differenti, rendendo l'integrazione perfetta potenzialmente più complicata, sebbene non impossibile.
La mia direzione è quindi orientata a massimizzare le possibilità di una transizione 'invisibile' tra i due componenti, basandomi sulla condivisione di DNA progettuale e materico."
In sostanza, non è una certezza assoluta, ma una scelta che statisticamente e tecnicamente aumenta le probabilità di successo per quanto riguarda la coerenza timbrica.
Come esempio pratico mi potrei riferire a quando si fanno vibrare alla stessa frequenza 2 corde di chitarra, una di nylon e l'altra di acciaio armonico. Si potrebbe affermare con certezza che il suono sia caratterizzato da un timbrica differente, allo stesso modo i coni di due driver costituiti da materiali differenti. Tutto qui. Anche in questo caso posso sbagliarmi...
Tuttavia, scegliendo driver della stessa serie dello stesso costruttore, come i FaitalPRO RS, sembrerebbe maggiore probabilità di coerenza timbrica. Questo perché è molto probabile che utilizzando
tipologie di materiali del cono (es. cellulosa) e trattamenti superficiali molto simili, che portano a caratteristiche di smorzamento, rigidità e comportamento al break-up più omogenee. Non si tratta della Fs del driver, ma delle proprietà intrinseche del materiale. Una filosofia di progettazione condivisa che mira a una certa 'firma sonora' per quella serie.
L'Eighteen Sound 6ND430 sappiamo essere un ottimo driver, ma potrebbe avere un 'sapore' timbrico leggermente diverso dovuto a materiali o filosofie di design differenti, rendendo l'integrazione perfetta potenzialmente più complicata, sebbene non impossibile.
La mia direzione è quindi orientata a massimizzare le possibilità di una transizione 'invisibile' tra i due componenti, basandomi sulla condivisione di DNA progettuale e materico."
In sostanza, non è una certezza assoluta, ma una scelta che statisticamente e tecnicamente aumenta le probabilità di successo per quanto riguarda la coerenza timbrica.
Come esempio pratico mi potrei riferire a quando si fanno vibrare alla stessa frequenza 2 corde di chitarra, una di nylon e l'altra di acciaio armonico. Si potrebbe affermare con certezza che il suono sia caratterizzato da un timbrica differente, allo stesso modo i coni di due driver costituiti da materiali differenti. Tutto qui. Anche in questo caso posso sbagliarmi...

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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
Un altoparlante non dovrebbe avere alcuna caratterizzazione "timbrica".rinorho ha scritto: 17/05/2025, 23:09 ...
Tuttavia, scegliendo driver della stessa serie dello stesso costruttore, come i FaitalPRO RS, sembrerebbe maggiore probabilità di coerenza timbrica. Questo perché è molto probabile che utilizzando
tipologie di materiali del cono (es. cellulosa) e trattamenti superficiali molto simili, che portano a caratteristiche di smorzamento, rigidità e comportamento al break-up più omogenee.
...
Se ci limitiamo ai difetti di origine meccanica di un altoparlante (senza carico) sono:
. risonanze (a fase minima - si correggono con l'equalizzazione parametrico)
. rotture (dovute ai break up ed all'effetto coincidenza - sono molto difficili da correggere)
- onde stazionarie sul cono (per es. modi a campana - non si correggono)
. rumori e cavitazioni dovute al cestello (molto difficili da correggere)
. la massa delle sospensioni (onde stazionarie nello spider)
tutto ciò trascurando la compressione termica, l'induttanza della bobina mobile, le correnti di Focault nel polo centrale e la saturazione del complesso magnetico. Sicuramente ce ne sono altre che non mi vengono in mente.
Le rotture dipendono:
- dal materiale del diaframma
- dalla geometria e dai vincoli del cono
- dalle colle
Le onde stazionarie dipendono:
- dall'accoppiamento tra cono e bordo esterno (rim => vedi Purifi)
- dalla rigidità del cono (per esempio se è corrugato)
anche se il diaframma è fatto con lo stesso materiale ma diverse dimensioni di diametro, profondità del cono, cupoletta parapolvere e supporto bobina... sono diversi perchè i break up cadono a frequenze diverse.
Se i cestelli sono diversi risonanze, riflessioni e cavità danno effetti diversi.
Si può fare anche un'altra osservazione: supponiano che il woofer abbia un difetto, pechè dovrei utilizzare un medio con lo stesso difetto?
Se si cerca un diaframma prossimo all'ideale si deve scegliere necessariamente un diaframma rigido (per esempio alluminio => vedi Seas con bordo ripiegato). La carta si sceglie per privilegiare la sensibilità. La carta trattata con fluidi smorzanti (in autoclave e su entrambe i lati) probabilmente assomiglia al polipropilene (almeno come densità).
Il trattamento superficiele su un solo lato di un cono da 10" aumenta il peso di un grammo (Scanspeak).
Alla fine la "coerenza timbrica" tra due altoparlanti esiste ma si ottiene solo utilizzando due altoparlanti uguali.
La cosa è possibile e anche il sottocritto ha fatto cose di quel genere (seppure con finalità diverse).
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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
Oggi pervenuti da DIBIRAMA il resto dei drivers e un po' di accessori:




Il 6RS140 è stato misurato prima della spedizione e pare che non faccia affatto rimpiangere il 18Sound 6ND430.
Le misure saranno disponibili a breve nel database del sito.
Mancano al momento gli amplificatore in CLASSE D per i Woofer e i MDW, ma soprattutto i cabinet per i quali sono ancora in alto mare...




Il 6RS140 è stato misurato prima della spedizione e pare che non faccia affatto rimpiangere il 18Sound 6ND430.
Le misure saranno disponibili a breve nel database del sito.
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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
Aspetti i cabinet definitivi?
non è meglio fare prima due prototipi in MDFe fare le misure?
(anche perchè la risposta degli altoparlanti nei depliant è una cosa, montati in cassa un'altra)

il prototipo delle Malibran in MDF
non è meglio fare prima due prototipi in MDFe fare le misure?
(anche perchè la risposta degli altoparlanti nei depliant è una cosa, montati in cassa un'altra)

il prototipo delle Malibran in MDF
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Re: Floorstanding 3 Vie DIY
Sì, il punto è proprio questo.
Come suggerivi, il diffusore si sviluppa su due moduli distinti: un MTM_W che poggia su un Modulo W, dando origine alle due configurazioni W_MTM_W e MTM_W_W.
L'idea di usare pannelli in MDF per delle verifiche preliminari – volumi, posizione dei centri, larghezza dei baffle e rigidità – è chiara. E capisco che venga considerata un buon punto di partenza.
Tuttavia, la mia perplessità sorge proprio qui:
Cosa accade quando ci si scontra con il mobile definitivo? Parliamo di un design con un buffle a doppia curvatura e bordi estremamente arrotondati (praticamente la superficie esterna di un ellissoide). Il modulo MTM_W (o MTM, se intendi il blocco unico) è previsto in SPS, come monoblocco, per garantire al woofer un volume netto di almeno 95 litri.
Siamo quindi lontanissimi da geometrie assimilabili a semplici parallelepipedi. Aggiungo che è già emersa una prima discrepanza non da poco: la guarnizione smorzante frontale del woofer sporge di ben 7mm dal bordo superiore della sospensione, un dettaglio che dai disegni e dalle immagini iniziali non era assolutamente percepibile.
La mia domanda cruciale, quindi, è: che validità potranno avere i risultati (che già prevedo differenti) ottenuti con i test su "scatole" in MDF, quando poi nel mobile definitivo potrò intervenire solo su parametri come volumi interni, centri acustici e larghezze generali, ma non sulla forma intrinseca del baffle e del cabinet?
Temo che le simulazioni su parallelepipedi, per quanto utili per una primissima sgrossatura, possano portare a conclusioni poco rappresentative del comportamento acustico finale, dato che le "grandezze di cui prima" (volumi, centri, larghezze) saranno poi inserite in un contesto geometrico radicalmente diverso
Come suggerivi, il diffusore si sviluppa su due moduli distinti: un MTM_W che poggia su un Modulo W, dando origine alle due configurazioni W_MTM_W e MTM_W_W.
L'idea di usare pannelli in MDF per delle verifiche preliminari – volumi, posizione dei centri, larghezza dei baffle e rigidità – è chiara. E capisco che venga considerata un buon punto di partenza.
Tuttavia, la mia perplessità sorge proprio qui:
Cosa accade quando ci si scontra con il mobile definitivo? Parliamo di un design con un buffle a doppia curvatura e bordi estremamente arrotondati (praticamente la superficie esterna di un ellissoide). Il modulo MTM_W (o MTM, se intendi il blocco unico) è previsto in SPS, come monoblocco, per garantire al woofer un volume netto di almeno 95 litri.
Siamo quindi lontanissimi da geometrie assimilabili a semplici parallelepipedi. Aggiungo che è già emersa una prima discrepanza non da poco: la guarnizione smorzante frontale del woofer sporge di ben 7mm dal bordo superiore della sospensione, un dettaglio che dai disegni e dalle immagini iniziali non era assolutamente percepibile.
La mia domanda cruciale, quindi, è: che validità potranno avere i risultati (che già prevedo differenti) ottenuti con i test su "scatole" in MDF, quando poi nel mobile definitivo potrò intervenire solo su parametri come volumi interni, centri acustici e larghezze generali, ma non sulla forma intrinseca del baffle e del cabinet?
Temo che le simulazioni su parallelepipedi, per quanto utili per una primissima sgrossatura, possano portare a conclusioni poco rappresentative del comportamento acustico finale, dato che le "grandezze di cui prima" (volumi, centri, larghezze) saranno poi inserite in un contesto geometrico radicalmente diverso
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