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Re: Suonare All’inglese

Inviato: 13/05/2025, 19:31
da mario061
https://www.rumoh.eu/speakers/tweeters/ ... ivi-rt2h-a

Guardando la foto del posteriore sembrerebbe che le quattro viti ai quattro angoli siano posizionate più esterne della altre sei sui bordi, il che farebbe pensare che sia possibile disassemblare la flamgia.

Onestamente non avendo mai smontato un altoparlante di questo tipo non mi fido a fare la prova perchè non so come sono tenute insieme le parti interne che lo compongono e non vorrei poi non riuscire a rimontarlo corretamente.

Esiste con tre flange diverse https://it.aliexpress.com/item/32606938131.html

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 14/05/2025, 11:26
da Pasquale Farinacci
Tropico ha scritto: 13/05/2025, 16:34
NomeUtente ha scritto: 13/05/2025, 16:01 Mi piacerebbe sapere nome e cognome di questi tweeter trapananti che ai jap piacciono tanto.
Non se ne esce insomma se non si vanno a fissare dei paletti in maniera più oggettiva possibile.
Concordo con quanto affermato, ed è qui il nodo della questione:
finché si continua a ritenere che ci piacciono "chiusi o aperti, lenti o stoppati " e tutte le altre preferenze del caso, l'obbiettivo del realismo sfuma, e viene a mancare il fine ultimo di mettersi lì con una buona registrazione e godersi la musica (quasi) come se i musicisti fossero lì. A costo di essere banale, credo che l'obbiettivo di questa passione sia esattamente questo: individuare una buona registrazione della musica che ci piace ed ascoltarsela con l'impianto che abbiamo allestito con la nostra sensibilità, conoscenza ed esperienza.
Però la trasparenza di ciò che abbiamo allestito è fondamentale, ed ogni caratterizzazione ci allontana da questa finalità: il delicatissimo equilibrio di ingredienti sfuma, perché quell'illusione avviene solo in determinate e circoscritte condizioni.

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 14/05/2025, 12:08
da Tropico
Io la vedo così, c'è una serie di parametri oggettivi a cui tendere, come una specie di gaussiana, più ci avviciniamo (fedeltà) e più siamo in una zona della sommità, ma fa poca differenza se la preferenza personale ti fa stare comunque in quella zona.
Per mia esperienza, questi parametri che portano in cima, non sono così semplici da individuare.
Esempio, alzi la mano chi riesce a distinguere una risoluzione superiore ai 16bit oppure un campionamento superiore a quello minimo richiesto da Nyquist, oppure riesce a distinguere ad orecchio una THD dello 0,1% contro una dello 0,2%. Questi parametri sono portati strumentalmente alla follia dove nessuno può apprezzarli con i sensi umani, che me ne faccio di un DAC da 130dB SNR? Poi alla massa è arrivato almeno un concetto di IMD dove poter almeno riuscire a rappresentare le possibili differenze e sfumature con questa misura oggettiva.
Sono in questo forum per capire queste cose, come poter dare misura oggettiva alle differenze acustiche che sento, in mancanza di questo ci si affida alla propria cultura lessicale per esprimerlo, ma è una cosa soggettiva e non se ne esce più, se dico suono caldo per una persona significa magari ricco di gamma bassa, per un altro assenza di alte etc etc...si riempiono solo pagine.
Suonare inglese non vuol dire un * se non mi si dà dei parametri oggettivi con i quali poi vedere se è fedele o no!

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 14/05/2025, 12:10
da NomeUtente
Mi rimane il dubbio...

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 14/05/2025, 13:56
da MarioBon
Tropico ha scritto: 14/05/2025, 12:08 ...
Sono in questo forum per capire queste cose, come poter dare misura oggettiva alle differenze acustiche che sento, in mancanza di questo ci si affida alla propria cultura lessicale per esprimerlo, ma è una cosa soggettiva e non se ne esce più, se dico suono caldo per una persona significa magari ricco di gamma bassa, per un altro assenza di alte etc etc...si riempiono solo pagine.
...
Nei primi anni del 1960 Leo Beranek ha definito gli attributi del suono ampiamente utilizzati in acustica architettonica e anche formalizzati dall'ISO (con opportune procedure di misura).

http://mariobon.com/a/articoli_academia ... _Suono.pdf

P.S. potete scaricare in sicurezza, il file è buono

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 14/05/2025, 14:12
da Tropico
Ne è uscito qualcosa di buono dalla discussione, perché questa me l'ero persa. Sempre grazie, a conferma che questo forum è il posto giusto :!:

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 14/05/2025, 14:20
da NomeUtente
Arrivasse anche quella info sui tweeter trapanati che piacciono ai jap la chiuderemmo in bellezza :)

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 14/05/2025, 14:33
da Tropico
Non è rilevante, è una iperbole allo stesso modo del dire che il suono inglese è moscio.
Potrei andare a ritrovare l'affermazione che i giapponesi amano le alte sgargianti nei meandri web di TNT-audio o in altri forum dove è stata ribadita più o meno questa diceria.
Per quanto mi riguarda, però, l'ho pensato appena ho messo alle orecchie una paio di cuffie Fostex T50RP... e mi son chiesto se gli ingegneri giapponesi le avessero ascoltate prima di metterle in commercio, e se si, l'unica risposta è che amano trapanarsi i timpani ad alta frequenza.

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 14/05/2025, 19:13
da rollo
però è abbastanza un fatto che in africa suonano i tamburi e in oriente i campanellini
quindi se non siamo fatti proprio uguali, la cosa si rifletterà anche nell' audio

Re: Suonare All’inglese

Inviato: 14/05/2025, 19:18
da mario061
MarioBon ha scritto: 14/05/2025, 13:56

Nei primi anni del 1960 Leo Beranek ha definito gli attributi del suono ampiamente utilizzati in acustica architettonica e anche formalizzati dall'ISO (con opportune procedure di misura).


Con l'avvento dei social sono diventati tutti esperti...