La Distorsione: cosa, come, quanto (cc)
Inviato: 23/08/2018, 15:12
(corretto e integrato il 24 Agosto 2018)
Nel seguito si parla della distorsione non lineare negli altoparlanti. Cominciamo col dire che cosa è la distorsione. In un sistema ideale, con banda passante infinita e perfettamente lineare, il segnale che si presenta in uscita è proporzionale al segnale di ingresso. Questo significa che potrà essere più "grande" o più "piccolo" ma conserverà la sua forma. In particolare se osserviamo all'oscilloscopio la tensione appicata ai morsetti di ingresso del diffusore e la tensone che esce dal microfono (posto in campo lontano nello spazio libero) i due segnali devono essere proporzionali. Nel mondo reale quando la forma del segnale di uscita è diversa dalla forma del segnale in ingresso di dice che il segnale è distorto. Questa differenza di forma può dipendere da due cause:
- la banda passante del segnale è più ampia della banda passante del segnale
- lo spettro del segnale di uscita contiene delle componenti (delle frequenza) che non erano presenti nel segnale in ingresso.
Tutto ciò che cambia la forma del segnale ma dipende dalla risposta in frequenza del sistema è detta "distorsione lineare" e ora non interessa. In linea di principio questa forma di distorsione si corregge con un DRC, Dirac o anche (non sempre) con un equalizzatore.
La seconda forma è la "distorsione non lineare" ed è quella che interessa ora.
Nella figura che segue si vede la forma d'onda prodotta dalla sovrapposizione di due sinusoidi a 50 e 500 Hz. Tale segnale viene "tosato" a livello delle due linee rosse (come avviene quando un ampli clippa). Nel grafico in mezzo si vedono le due righe spettrali corrispondenti alle due frequenze presenti nel segnale di ingresso e nel grafico più in basso si vede lo spetto del segnale in uscita. Nel segnale di uscita ci sono molte più righe spettrali che nell'ingresso: tutte le righe in più costituiscono "distorsione non lineare"
In particolare quella che si vede è quasi tutta "distorsione per intermodulazione" che è il tipo di distorsione più udibile e più fastidiosa e anche l'unica di cui valga la pena occuparsi oggi.
Nel seguito si parla della distorsione non lineare negli altoparlanti. Cominciamo col dire che cosa è la distorsione. In un sistema ideale, con banda passante infinita e perfettamente lineare, il segnale che si presenta in uscita è proporzionale al segnale di ingresso. Questo significa che potrà essere più "grande" o più "piccolo" ma conserverà la sua forma. In particolare se osserviamo all'oscilloscopio la tensione appicata ai morsetti di ingresso del diffusore e la tensone che esce dal microfono (posto in campo lontano nello spazio libero) i due segnali devono essere proporzionali. Nel mondo reale quando la forma del segnale di uscita è diversa dalla forma del segnale in ingresso di dice che il segnale è distorto. Questa differenza di forma può dipendere da due cause:
- la banda passante del segnale è più ampia della banda passante del segnale
- lo spettro del segnale di uscita contiene delle componenti (delle frequenza) che non erano presenti nel segnale in ingresso.
Tutto ciò che cambia la forma del segnale ma dipende dalla risposta in frequenza del sistema è detta "distorsione lineare" e ora non interessa. In linea di principio questa forma di distorsione si corregge con un DRC, Dirac o anche (non sempre) con un equalizzatore.
La seconda forma è la "distorsione non lineare" ed è quella che interessa ora.
Nella figura che segue si vede la forma d'onda prodotta dalla sovrapposizione di due sinusoidi a 50 e 500 Hz. Tale segnale viene "tosato" a livello delle due linee rosse (come avviene quando un ampli clippa). Nel grafico in mezzo si vedono le due righe spettrali corrispondenti alle due frequenze presenti nel segnale di ingresso e nel grafico più in basso si vede lo spetto del segnale in uscita. Nel segnale di uscita ci sono molte più righe spettrali che nell'ingresso: tutte le righe in più costituiscono "distorsione non lineare"
In particolare quella che si vede è quasi tutta "distorsione per intermodulazione" che è il tipo di distorsione più udibile e più fastidiosa e anche l'unica di cui valga la pena occuparsi oggi.