La funzione di trasferimento di un sistema (in generale non lineare) si può scrivere come espansione polinomiale:
V_out = A V_in + B (V_in)^2 + C (V_in)^3 + ...
Dovrebbe essere facile dimostrare che la misura della risposta del sistema a uno stimolo sinusoidale, che comprenda ampiezza e fase delle componenti di distorsione, permette di ricostruire tutti i coefficienti A, B, C... (dove a partire da B abbiamo i contributi alla distorsione).
Ne consegue che una misura di IMD non è più caratterizzante, per sé, delle misure di THD (in principio).
Tuttavia... il potenziale di una misura di THD è limitato dalla banda dell'analizzatore.
Il vantaggio dei test di IMD è che gli effetti della THD ad alta frequenza vengono riflessi a frequenze più basse (entro la banda audio, o comunque entro la banda dell'analizzatore).
Le componenti di distorsione che appaiono con un test a 18.5kHz + 19.5kHz sono equivalenti alle armoniche di un tono a 19 kHz, considerata l'attenuazione dell'anello.
La nota segue con altre considerazioni, anche in merito allo slew rate.
Per ora mi fermo all'estratto che segue, che non mi è del tutto chiaro:
traduzione:In a nonlinearity with memory (e.g. a feedback system) the picture is less obvious, though no less
consistent. The distortion components that appear in a 18.5k+19.5k test correspond with the har-
monics of a 19kHz tone with the same peak amplitude, but with the loop attenuation superimposed.
This is why an amplifier with significant second order distortion might still look surprisingly good in
a CCIF test. Since the loop gain is usually rather high at 1kHz, the second order mix product gets
attenuated rather well. This is one case where certain distortion components fly under the radar when
tested using an IMD test while another test method (here a simple THD measurement) makes it all
too obvious.
In una non linearità con memoria (ad esempio un sistema con feedback) il quadro è meno ovvio, anche se non meno coerente. I componenti di distorsione che compaiono in un test 18,5k+19,5k corrispondono alle armoniche di un tono a 19kHz con la stessa ampiezza di picco, ma con l'attenuazione del loop sovrapposta. Ecco perché un amplificatore con significativa distorsione di secondo ordine potrebbe comunque apparire sorprendentemente buono in un test CCIF. Poiché il guadagno del loop è solitamente piuttosto elevato a 1kHz, il prodotto di mix di secondo ordine viene attenuato piuttosto bene. Questo è un caso in cui alcuni componenti di distorsione passano inosservati quando vengono testati utilizzando un test IMD, mentre un altro metodo di test (qui una semplice misurazione THD) lo rende fin troppo ovvio.
Nota 1: IMD o IMD-ITU-R (CCIR) dove CCIF = International Telephonic ConsultativeCommittee. Misura di intemodulazione (IMD Inter Modulation Distortion) definita in Germania nel 1929 ma considerata standard nel 1937. Lo stimolo è costituito da due sinusoidi di uguale ampiezza e frequenza spaziata di 1000 Hz (come 18,5k+19,5k). Ancora in uso anche se superata dalle misure con stimoli multitono.
Nota 2: THD Distorsione Armonica Totale. Ottenuta usando una sinusoide come stimoli. In uscita lo stimolo viene soppresso con un filtro elimina banda e rinane solo la distorsione che viene misurata con un voltmetro RMS ed epressa in ampiezza come percentuale dell'ampiezza dello stimolo. Non distingue l'ordine e l'ampiezza delle armoniche.