Polin ha scritto: 01/09/2021, 18:49
MarioBon ha scritto: 01/09/2021, 16:42
Immagino che il concetto di identità abbia a che fare con una serie di caratteristiche riconoscibili dell'evento sonoro.
Quindi chiedo: come si descrive un suono al fine di poterlo riconoscere e quindi identificare?
Sappiamo tutti cosa ci racconta la fisica delle identità del suono con le sue caratteristiche e non serve ribadirlo in questa sede.
Si parte dall'assioma che il suono sia oggettivo dato che le sue tipiche caratteristiche fisiche si possono misurare.
Prima dell'assioma posto, però, si sono ignorate ed azzerate le migliaia di operazioni mentali compiute per partire da questa condizione...il resto è storia.
Lasciamo perdere il "sappiamo tutti..." perché non ne sono sicuro. Detto per inciso la fisica, sulle identità del suono con le sue caratteristiche, non dice proprio niente e sbaglierebbe se lo facesse. La necessità di disporre di una descrizione oggettiva dei fenomeni fisici è stata abbandonata alla fine del 1900 anche se resiste, erroneamente, in alcuni ambiti (che, a causa di ciò, non possono essere definiti scientifici). Oggi si ragiona in termini di sistemi isomorfi (dove l'isomorfismo non è quello della Gestald che ha utilizzato lo stesso termine per una roba che non ha nulla a che fare).
Ma tu pensi che chi deve progettare un teatro o un auditorium per ottenere un certo risultato pensi ai processi messi in atto dal cervello o si concentri su quello che arriva alle orecchie degli ascoltatori (trascurando tutto ciò che avviene dal timpano verso il cervello). In sostanza il progettista si preoccupa di produrre determinati stimoli o determinate percezioni?
Ti risulta che, prima di progettare un auditorium, vengano interrogati tutti i potenziali utenti di quella futura struttura per elaborane i modelli percettivi?
A me risulta che venga utilizzata l'auralizzazione della sala e valutati gli attributi del suono attraverso procedure ISO standardizzate. Tutto ciò ha preso gli ultimi 60 anni.
Lo stesso avviene per i diffusori acustici: i processi di percezione non sono considerati (e sarebbe un errore farlo).
Contando sul fatto che lo stesso stimolo produce, in individui diversi, sensazioni simili, ci si concentra sugli stimoli. Gli stimoli sono misurabili e l'ISO e IEC hanno definito le norme per farlo. Poi c'è chi sa misurare e chi no, chi sa leggere le misure e chi no. Ma questo dovrebbe essere un'altra storia.
La prossima volta che porti la macchina dal meccanico perché fa un rumore strano domandagli se, nell'ascoltare il motore, tiene conto di tutti i fenomeni che concorrono a formare il suono cosciente. La stessa cosa la puoi chiedere al medico quanto ti ausculta i polmoni. E tu stesso, quando qualcuno ti parla, tieni conto di tutti i fenomeni che concorrono a formare il suono cosciente? e quando leggi lo fai?