NicolaF ha scritto:MarioBon ha scritto:
Quindi vedi che bisogna concordare il significato dei termini. La percezione dei "pianissimo" dipende dal rumore ambientale che limita la dinamica verso il basso. Quindi parliamo di dinamica consentita dall'ambiente non dal sistema di riproduzione.
La risoluzione, o chiarezza, o dettaglio riguarda la risposta ai transitori che invece dipende dal sistema di riproduzione. I sistemi che riproducono meglio i transitori sono quelli a "fase minima".
Nella pratica è sufficiente che questa condizione (di fase minima) sia rispettata nella gamma vocale o in buona parte della gamma vocale (da 500 a 2000 Hz).
Scusate l'ignoranza...quando si ha un sistema di riproduzione a fase minima? Cosa significa?
Le trombe sono superiori sotto questo aspetto o no?
Non c'è niente da scusare perché sono argomenti specialistici che si studiano solo in determinati ambiti. Anzi il problema è spiegarli in modo semplice perché sono rilevanti quindi la domanda è più che pertinente.
Al di là dei dettagli tecnici, un sistema a fase minima è un sistema equalizzabile. Questo significa che puoi prendere un equalizzatore (parametrico , grafico, ecc) e aggiustare la risposta in frequenza per renderla piatta a piacimento. A differenza dei sistema a
fase non minima, nei sistemi a fase minima, aggiustando la risposta in frequenza, si migliora contemporaneamente anche la risposta all'impulso. Quindi, da questo punto di vista, il sistema a fase minima è l'ideale.
I sistemi a fase minima "conservano l'informazione": infatti le varie frequenze vengono attenuate o esaltate ma
mai soppresse completamente (come avviene quando c'è interferenza). Ne segue che con una opportuna equalizzazione possono essere ristabilite.
Se una informazione c'è la si può percepire, se non c'è no.
Gli amplificatori (e le elettroniche analogiche in generale) sono dispositivi a fase minima. Ci sono delle eccezioni ma non riguardano l'audio.
Purtroppo per approssimare un sistema di altoparlanti a fase minima, per esempio in un sistema a tre vie, gli altoparlanti devono essere "allineati nel tempo". Questo significa che il suono emesso da ciascun altoparlante deve raggiungere l'orecchio dell'ascoltatore nello stesso momento (e non uno prima e l'altro dopo....).
L'altra cosa che impedisce di ottenere un sistema di altoparlanti a fase minima è la diffrazione ai bordi ovvero le riflessioni che il suono subisce sul mobile del diffusore acustico. Esse agiscono come "sorgenti secondarie ritardate" e rovinano la condizione di fase minima. La diffrazione ai bordi può essere ridotta ma non eliminata.
Per fortuna l'orecchio è di "bocca buona" ed è sufficiente che la condizione di fase minima sia rispettata in una banda di frequenza abbastanza ridotta (da 500 a 2000 Hz). Più questa banda si allarga e meglio è.
Per valutare se un sistema è a fase minima si deve misurare "l'eccesso di fase" che è la differenza tra la risposta in fase effettiva del sistema e quella che lo stesso sistema avrebbe se fosse a fase minima. E' una misura piuttosto complicata.
Un altro metodo per capire, indirettamente, se un sistema è a fase minima è osservare le misure impulsive (come per es. la waterfall, ETC, wavelet, ecc.).
I sistemi a tromba presentano qualche difficoltà in più a causa della diversa lunghezza delle trombe impiegate. Per questo, specie con sistemi a molte vie, conviene usare cross-over elettronici con linee di ritardo che consentono di regolare i ritardi e ridurre l'eccesso di fase. Restano altri problemi ma questo è sicuramente il principale.
La scelta delle frequenze di cross-over, da questo punto di vista, è molto importante. Non è un caso che si cerchi di affidare la riproduzione della voce ad un unico altoparlante.
Detta così potrebbe sembrare che gli altoparlanti monovia a larga banda fossero la soluzione migliore (una sola via, niente cross-over, ecc.). In realtà anche questi hanno i loro problemi dovuti al fatto che l'estensione della risposta dipende dai break-up della membrana (che producono interferenza).
Se ci sono punti non chiari insisti con le domande.